Articolo – Di Maria non si dice mai abbastanza

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Articolo – Di Maria non si dice mai abbastanza

Articolo – Di Maria non si dice mai abbastanza

Articolo per la Rivista “La linfa”
Assunzione della Beata Vergine Maria 2021

 

“Di Maria non si dice mai abbastanza”.
L’espressione è celebre, ed era solito ripeterla san Bernardo di Chiaravalle, a tutti noto per la sua profonda devozione mariana. Oltre a essere celebre, comunque, la felice espressione dell’Abate cistercense è del tutto vera. Della Madonna, infatti, non si dice mai abbastanza, non solo perché parlare di Lei è una grazia e una gioia, ma anche perché quanto si addice a Lei è sempre ricco di significato per la nostra vita di fede.

Il dogma della Sua Assunzione al Cielo non fa eccezione. Che cosa si intende affermare, anzitutto, con questa verità? Maria, in virtù della Sua Immacolata Concezione, che ne fa l’unica creatura non toccata dal peccato e la mette in una singolare relazione con Cristo, alla fine della vita terrena viene assunta immediatamente al Cielo in anima e corpo, ovvero nella pienezza della Sua umanità. In tal modo, Dio anticipa in Lei quanto sarà donato a tutti noi, alla fine dei tempi, al momento della risurrezione della carne. La beata eternità promessa, infatti, non riguarda solo la dimensione spirituale della nostra vita, bensì anche quella corporale. È l’intera nostra umanità che è destinata alla felicità senza fine del Paradiso, a divenire partecipe della gioia eterna in Dio. Se così non fosse, non sarebbe possibile la pienezza della pace e della beatitudine.

Guardare a Maria Assunta al Cielo, pertanto, dona l’opportunità per una riflessione approfondita sulla incomparabile dignità del nostro essere uomini e donne che il Signore salva, non a prescindere dal nostro corpo ma con il nostro corpo, non solo in quanto dotati di un’anima ma anche in quanto dotati di un corpo. Ne consegue una visione nuova della nostra corporeità e un’impronta del tutto nuova nello stile della nostra vita. Anche il nostro corpo, infatti, non solo è fatto da Dio ma è destinato a Dio. Anche il nostro corpo, che un giorno risorgerà da morte, siamo chiamati a usarlo pienamente secondo la volontà di Dio.

Guardare a Maria Assunta al Cielo offre lo spunto per un’ulteriore e quanto mai attuale riflessione. La Madonna, infatti, è colei nel cui corpo glorificato e assunto al cielo porta in sé e con sé parte della creazione. Una creazione che, in tal modo, ha raggiunto tutta la pienezza della sua bellezza. Così, in Lei, ci è dato di considerare la straordinaria dignità delle realtà create: che non sono destinate all’oblio e al nulla, ma a divenire consorti del destino di ogni uomo e di ogni donna, parte integrante di quei cieli nuovi e di quella terra nuova che costituiranno l’eternità felice in Dio. Non a caso la Madonna, in un brano dell’Apocalisse, è contemplata come la Donna “vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo”. Nel Suo corpo assunto e glorificato, Maria ritrova quelle realtà create nelle quali Ella ha vissuto e che, ora, con Lei sono assunte e glorificate nel Cielo di Dio.

Diventa così più chiara la visione che il cristianesimo ha della creazione e di tutto ciò che è materia. Esiste un “materialismo” più spinto di quello professato dai cristiani, a torto spesso accusati di non avere a cuore le realtà di questo mondo? In verità, la nostra fede ci porta ad avere una così alta considerazione delle realtà di questo mondo, di ogni realtà creata e della stessa corporeità, da credere appunto fermamente che tutta la creazione parteciperà della nostra risurrezione, che la materia, se pure trasfigurata, entrerà per sempre in Dio.

Contempliamo e celebriamo l’Assunta. E in Lei contempliamo, nella gioia e nella gratitudine a Dio, un’anticipazione luminosissima della vita del mondo che verrà, nostra vera speranza.