Lectio Divina – Marco 2, 1-12 (traccia)

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Lectio Divina – Marco 2, 1-12 (traccia)

Lectio Divina – Marco 2, 1-12 (traccia)

 

Venerdi 3 Aprile:

Leggiamo e ascoltiamo l’audio della Lectio Divina del Monsignore sul vangelo di Marco 2, 1-12

LA PREGHIERA RISANA TUTTO

Lettura del brano evangelico

 1 Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2 e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. 3 Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. 4 Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5 Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». 6 Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7 «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». 8 Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? 9 Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10 Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11 ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». 12 Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Due premesse

  1. Siamo nella prima parte del vangelo di Marco, dove vi si raccolgono le cosiddette “controversie galilaiche”. Si tratta di cinque “apoftegmi”, termine tecnico per qualificare un racconto finalizzato a trasmettere una parola, un messaggio.
    Le controversie sono le seguenti: la guarigione del paralitico, la chiamata di Levi, la questione del digiuno, le spighe strappate di sabato, una guarigione di sabato.
    L’attenzione non è tanto sul miracolo compiuto o sul fatto, ma sulla parola di Gesù.
    Inoltre vi è un crescendo nell’intensità del conflitto tra Gesù e gli avversari; un crescendo che culminerà nell’ultimo episodio, quando farisei ed erodiani terranno consiglio per farlo morire. La passione è sempre sullo sfondo del vangelo di Marco.
  2. Le dispute risalgono certamente alla vita di Gesù, ma vengono anche raccolte sulla base di problematiche vissute nella Chiesa nel tempo successivo. In tal modo le si può leggere anche come presentazione di attuali resistenze al Signore nella nostra vita e come una rivelazione dell’identità di Gesù: perdona i peccati, medico che cerca i peccatori, sposo messianico atteso, signore del sabato. E, infine, la forza della preghiera che ottiene la guarigione da ogni male.

 

Lettura e meditazione del testo

 

– “Di nuovo… dopo alcuni giorni”
Sono due semplici ma significativi elementi redazionali.
Da una parte servono a inserire il racconto nel più ampio contesto narrativo. Dall’altra indicano un intervallo di tempo indeterminato: non c’ alcuna successione cronologica.

– “Cafarnao”
In questo villaggio Gesù aveva fissato la sua dimora durante il primo periodo dell’attività apostolica attorno al lago. Gesù dimora nella casa e la casa è anche simbolo della Chiesa (si pensi alle dispute presenti nella Chiesa del tempo di Marco). Nella Chiesa la preghiera sale a Dio, nella Chiesa si sperimenta la guarigione che è dono della misericordia di Dio.

– “scoperchiarono il tetto”
Il gesto, che pare, eccessivo, era possibile a quel tempo nelle case palestinesi: il tetto era fatto di stuoie e di frasche che si potevano spostare facilmente. Il gesto, comunque, rimane eccessivo. Immaginiamo la scena, il trambusto, il rumore. La particolarità del gesto attira l’attenzione: è un gesto di grande fiducia nei confronti di Gesù. Quegli uomini sono disposti a tanto pur di portare il malato vicino a Gesù. E’ in questo gesto eccessivo che si rende manifesta la preghiera nella sua dimensione di supplica accorata, di grido rivolto al Cielo.

– “vedendo la loro fede”
E’ interessante questo verbo. Vuol dire che Gesù scruta nel loro cuore e vede ciò che è invisibile. Egli va al di là del loro comportamento esteriore.
Inoltre vede la fede dei quattro, non del paralitico. Essi diventano come i rappresentanti della comunità alla quale Gesù guarda (nella Messa: La fede della tua Chiesa).
Si noti, pertanto, la forza della preghiera fatta con vera fede. E si noti la potenza della preghiera di intercessione, fatta con vera fede. La preghiera è sorgente di guarigione per se stessi ma anche per gli altri.

– “ti sono perdonati i peccati”
Gesù interviene in modo imprevedibile. Non compie la guarigione fisica ma quella del cuore. Nella mentalità del tempo il malato era peccatore. Gesù va oltre, ma dichiara anche un legame antico tra peccato e malattia. Nel perdonare i peccati Gesù va alla radice di ogni male umano. Davvero la preghiera ottiene la guarigione da tutto.

– “pensavano in cuor loro”
C’è un’ostilità che avviene nel pensiero, nel loro cuore. L’espressione “costui” indica il disprezzo che essi hanno verso Gesù. Vi sono poi due domande retoriche con le quali affermano che Gesù è un bestemmiatore e poi difendono Dio. Dio non può agire così in Gesù.

– “conoscendo nel suo spirito”
Il fatto che Gesù conosca quello che c’è nel loro cuore è prerogativa divina. Non dimentichiamo che il Vangelo di Marco è un cammino verso lo svelamento dell’identità di Gesù che si avrà solo alla fine sotto la croce. La stessa prerogativa la ritroviamo poco dopo nel termine Figlio dell’uomo.

– “perché sappiate che il figlio dell’uomo”
Nella Scrittura ritroviamo questa parola nel profeta Daniele, con il significato di personaggio celeste, trascendente, divino che ha il potere universale. E’ un termine, però, che rivela e nasconde. In Ezechiele, infatti, significa la semplice appartenenza al genere umano. Certamente è un titolo che risale direttamente a Gesù, tanto che negli scritti neo testamentari non è stato più ripreso: è un titolo che sta all’inizio dell’annuncio di Gesù.

– “alzati prendi la tua barella e va’ a casa tua”
Quella di Gesù è parola creatrice. Guarisce dalla paralisi e dona il perdono autentico, che non è dimenticanza di ciò che è stato, ma opera di giustificazione vera e propria. Come il paralitico è tornato sano nel corpo, così è tornato sano anche nel cuore. Gesù salva tutto l’uomo.

 

Attualizzazione per la vita

  1. Abbiamo visto come nel racconto sia rappresentata anche la Chiesa. Siamo anche noi ad avere problemi nell’accogliere Gesù. A volte pensiamo che non debba e non possa comportarsi diversamente da come noi pensiamo. Se pare che a volte la preghiera non venga esaudita, questo avviene perché debole è la nostra fede.
  2. La fede della Chiesa, la nostra fede. Il Signore ci chiede questo nella preghiera di intercessione e nel compito di annuncio del Vangelo.
    Quanti erano fino al momento dell’incontro con il paralitico gli apostoli ? Quattro. Subito dopo è raccontata la chiamata di Levi e i discepoli diventano cinque. Ecco raffigurata la Chiesa che, in questi quattro, porta a Gesù l’umanità paralizzata.
    Siamo rappresentati anche noi, la nostra comunità.
  3. La fede che siamo chiamati ad avere. Quale è la nostra fede? Con quale fiducia ci rivolgiamo al Signore, soprattutto pensando che in tutto Egli opera per  il nostro vero bene. “Nulla è impossibile a Dio”.
  4. La paralisi segno del peccato. Il peccato paralizza, rende incapaci di operare il bene. Il peccato è sempre una sterilità per la vita.

 

Preghiera (salmo 103)
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia
e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie,
ai figli d’Israele le sue opere.
Buono e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l’oriente dall’occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
Come l’erba sono i giorni dell’uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.
Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l’universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.