Parola della Domenica “E il Verbo si fece carne”

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Parola della Domenica “E il Verbo si fece carne”

Parola della Domenica “E il Verbo si fece carne”

II domenica dopo Natale

Oggi, ancora una volta nel giro di pochi giorni, riascoltiamo il Prologo di san Giovanni. Una tale ripetizione è una grazia, in quanto ci aiuta a rimanere saldi nella contemplazione del grande mistero del Natale.

“E il Verbo si fece carne”, afferma l’evangelista. Quale grande e splendida notizia che riempie davvero il cuore! A motivo dell’Incarnazione, infatti, noi sappiamo che il Cielo è abitato da un Dio che ci ama e che la terra non è più sola e abbandonata: l’Amore eterno e infinito ne ha fatto la propria dimora. Dio è amore, lassù nei cieli e quaggiù sulla terra. Tutta la realtà del mondo, della storia e dell’umanità è accolta dentro la verità sorprendente dell’Amore che abbraccia l’universo e ne è la ragione più intima.

“E il Verbo si fece carne”.
Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi. Da questo momento Egli non è più distante.
La Sua vita incrocia la nostra, la Sua presenza è a noi vicina, il Suo sguardo si posa suo ogni vicenda della nostra vita. Egli cammina con noi.
A santa Angela da Foligno il Signore disse: “Chi non mi avrà veduto piccolo non mi vedrà grande”.

E’ il mistero dolcissimo del Natale. Da allora Dio lo incontriamo nella quotidianità dell’esistenza. Egli continua a farsi piccolo e ad abitare con noi. A Natale, il Bambino di Betlemme lo abbiamo contemplato come Salvatore. Ora siamo chiamati a contemplarlo Salvatore dove continua a farsi Bambino ogni giorno.

Chiediamo la grazia di saperlo riconoscere sempre: nella Sua parola, nella Santissima Eucaristia, nei Sacramenti, nel volto dei fratelli, nei fatti della vita, nelle gioie nei dolori, nelle ispirazioni interiori, nella creazione che ci circonda. In tutto Egli si fa presente per noi, dal momento che si è fatto carne e si è fatto bambino. In tutto Egli si manifesta come Amore.

Ascoltiamo sant’Agostino: “La dimora del mio Dio è là, è al di sopra della mia anima. Là egli abita, di là mi vede, di là mi ha creato, di là mi chiama. mi guida, mi conduce al porto. Colui che abita nel più alto dei cieli una dimora invisibile, possiede anche una tenda sulla terra.
La sua tenda è la Chiesa ancora itinerante. Qui bisogna cercarlo, perché nella tenda si trova la via che conduce alla sua dimora”.