La vicenda di Namaan il Siro, raccontata nel secondo libro dei Re ci interessa molto da vicino. E’ una vicenda di conversione, che si caratterizza per atteggiamenti.
Anzitutto c’è l’atteggiamento obbediente e fiducioso di Naaman: egli obbedisce, anche se quello che gli viene indicato di fare desta in lui una certa sorpresa e, all’inizio, anche irritazione e sconcerto. L’obbedienza a Dio, la fiducia nella sua parola sono, dunque, all’inizio di ogni vera conversione. In effetti, conversione significa passare dall’incredulità e dal sospetto alla fiducia in Dio e nel suo amore.
Naaman ha un altro atteggiamento decisivo: sulla via del ritorno verso casa chiede di prendere con sé un po’ di terra “perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dei, ma solo al Signore”. In questo modo Naaman indica il comportamento tipico di chi si è convertito davvero: egli abbandona ogni altro legame che non sia Dio e stabilisce nella propria vita il primato di Dio. Non ci sono più altri interessi, non più altri a cui dare davvero credito, non più altri a cui dare l’amore. La storia di conversione di Naaman ci ricorda gli elementi tipici della vera conversione anche nella nostra vita di ogni giorno: all’inizio e nelle sue conseguenze.