Amos, in nome di Dio, grida a chiare lettere: “Guai agli spensierati”. La pagina del vangelo, con la vicenda del povero Lazzaro, rende più chiaro il senso dell’invettiva del profeta Nel testo di Luca, infatti, un ricco gode la propria vita senza avere neppure uno sguardo sulla vita di coloro che faticano e soffrono. Ecco, dunque, gli spensierati: coloro che guardano solo a se stessi, godono delle proprie gioie, si dimenticano di ciò che sta intorno a loro chiudendo il cuore a qualunque sollecitudine che non sia l’appagamento dei propri desideri. Apparteniamo, forse, anche noi alla categoria degli spensierati?
La parabola evangelica sottolinea anche un altro particolare dell’esistenza umana. Ciò che appare al di qua della morte è completamente diverso da ciò che si realizza al di là. Come a dire che il mondo ha uno sguardo totalmente diverso da Dio. Quello che sembra grande e vincente in questo mondo, in realtà si rivela nella propria povertà davanti al Signore. Questi due quadri contrapposti ci invitano a rimanere attenti perché il nostro sguardo sia sempre quello vero, di Dio, e non quello falso e superficiale del mondo. Vigiliamo! E chiediamo la grazia di rimanere sempre nello sguardo e nel pensiero di Dio.