Audio dell’omelia nella festa di Santa Croce

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Audio dell’omelia nella festa di Santa Croce

Tortona. Cattedrale

 

In una bella e piccola casetta di montagna viveva, ormai da tempo, un anziano signore e, dal paese vicino, spesso, si recava da lui, in visita, una giovane donna. La giovane donna andava dall’anziano signore per tenergli compagnia, per dialogare, per sollevarlo un po’ dalle sue preoccupazioni e dalla sua solitudine.

Venne un giorno nel quale, entrando nella casa, si accorse di qualcosa di cui, fino ad allora, non si era mai accorta: vide su una parete della sala, dove erano soliti ritrovarsi, un pezzo di legno appeso. Le sembrò strano che quel pezzo di legno fosse appeso a una parete della casa. Così, durante il consueto colloquio con l’anziano signore, a un certo punto, la giovane donna gli domandò: «Finora non mi ero mai accorta di quel pezzo di legno appeso alla parete. Come mai lo tieni appeso alla parete di questa sala?».

L’anziano signore rispose alla donna, raccontando un episodio della sua vita, di quando era bambino. E le disse così: «In realtà, è vero: questo pezzo di legno ha un significato per me molto importante. E, adesso, ti spiego il motivo. Quando ero bambino, ero solito recarmi col mio papà nel bosco, qui vicino alla casa; anzi, a volte facevamo passeggiate anche più impegnative. Un anno ci recammo a passeggiare quando l’inverno era inoltrato. Dopo aver camminato piuttosto a lungo, ci trovammo presso un piccolo lago, che per il freddo si era ghiacciato. Era la prima volta che mi avvicinavo a un lago ghiacciato e la mia curiosità di bambino, ovviamente, fu grande, tanto che dissi al papà: “Posso camminare su questo lago ghiacciato?”. Il papà mi disse: “È meglio di no, perché la lastra di ghiaccio, camminandoci sopra, potrebbe rompersi; e potrebbe essere pericoloso”. Ma io insistetti, come fanno tutti i bambini; e, alla fine, a motivo della mia insistenza, il papà mi dette il permesso di fare qualche passo sul laghetto ghiacciato. Tutto contento, cominciai a muovere i miei piccoli passi sulla lastra di ghiaccio. A un certo punto, però, accadde proprio quello che il papà aveva previsto e di cui aveva paura. La lastra di ghiaccio, a motivo del mio peso, cominciò a rompersi sotto i miei piedi. Io ebbi paura, cominciai ad agitarmi e a muovermi. E proprio quei movimenti scomposti fecero sì che il ghiaccio si rompesse del tutto e io cadessi dentro l’acqua gelida. Allora cominciai a gridare: “Papà, papà, aiuto! Aiuto! Vienimi in soccorso! Ho tanto freddo!”. Il papà si guardò attorno e si accorse che lì, vicino a lui, c’era un lungo pezzo di legno. Era un pezzo di albero che era caduto, durante l’inverno. Lo prese, lo allungò verso di me e mi disse: “Non avere paura! Aggrappati bene a questo pezzo di legno, che ci penso io a tirarti fuori dal lago ghiacciato!”. Io mi aggrappai con tutte le mie forze di bambino a quel pezzo di legno e il papà, un po’ alla volta, piano piano ma con decisione, mi portò, sano e salvo, sulla riva del laghetto. Ero infreddolito, spaventatissimo, ma ero salvo, perché il papà mi aveva portato in salvo».

«E allora – continuò l’anziano signore, parlando alla giovane donna – da allora, quel pezzo di legno l’ho sempre conservato. Quando sono diventato grande, il pezzo di legno l’ho appeso alla parete di questa sala per poterlo, ogni tanto, guardare e, guardandolo, ricordare l’amore del mio papà che, attraverso un pezzo di legno, mi aveva portato in salvo, aveva salvato la mia giovane vita».

 

Ho raccontato l’episodio perché, oggi, stiamo festeggiando la Santa Croce e, per noi, quel pezzo di legno appeso alla parete, è proprio la croce, la croce di Gesù. Perché la croce di Gesù, come e molto di più di quel pezzo di legno, ci ricorda, continuamente, la presenza del Signore nella nostra vita, l’amore del Signore per noi e il fatto che il Signore è il nostro salvatore.

Spesso, nella preghiera, nella liturgia, quando si parla della croce, si parla dell’“albero della croce”. Ed è bello che sia così, perché un albero fiorisce, un albero porta frutti, un albero ci regala sempre qualcosa. Oggi, vogliamo fare memoria di che cosa ci dona sempre l’albero della croce, dal momento che su quella croce c’è il verbo di Dio fatto uomo, Gesù Cristo, crocifisso morto e, poi, risorto per noi. Di che cosa la croce di Gesù fa dono, continuamente, alla nostra vita?

La croce di Gesù, che noi oggi festeggiamo, ci porta il dono della salvezza. Ciò vuol dire che non siamo più perduti ma siamo salvati; vuol dire che la morte non ha più potere su di noi, perché la vita che ci è stata donata in Gesù Cristo ha avuto la meglio; vuol dire che il peccato non è più l’ultima parola nel nostro cuore, perché ha vinto la misericordia del Signore crocifisso per noi; vuol dire che il nostro pellegrinaggio terreno ha un significato e il non senso è stato vinto da Colui che per noi è morto ed è risorto. La croce di Gesù, quando la guardiamo, ci ricorda il dono della salvezza che Dio ci ha fatto e che ci fa ogni giorno.

La croce di Gesù ci porta il dono dell’amore del Signore per noi. Perché è così! In quella croce viene sconfitto ogni possibile sospetto, presente nel nostro cuore, che possa mettere in dubbio che il Signore ci ama, che il Signore è con noi; perché in Gesù Cristo, morto sulla croce e risorto, si rende presente l’amore infinito del cuore di Dio per la nostra vita. Così, ogni qualvolta volgiamo lo sguardo alla croce, facciamo memoria di questo dono stupendo che è l’amore di Dio per noi, che ha vinto ogni possibile dubbio, ogni possibile sospetto circa l’amore che Egli ha per ciascuno e per tutti noi.

La croce di Gesù ci porta in dono la gioia perché, dal momento che siamo salvati e che il Signore ci ama, davvero la nostra gioia è una gioia piena, come mai possiamo sperimentare nella vita. Siamo salvati, siamo amati e, dunque, non possiamo non essere nella gioia e felici. Ogni qualvolta guardiamo la croce di Gesù, morto e risorto per noi, facciamo memoria della gioia che ci viene donata.

La croce del Signore ci porta in dono la comunione tra noi, la carità, l’amore fraterno, perché è proprio lì, sulla croce, che Gesù vince ogni odio, ogni divisione, ogni discordia presente dentro di noi e presente tra noi. Ogni odio, ogni inimicizia, ogni separazione è sconfitta dall’amore del Signore, in Gesù Cristo crocifisso e risorto per noi. Così, quando guardiamo la croce di Gesù, facciamo memoria del dono della comunione, dell’amore fraterno, della carità che si sono resi possibili nella nostra vita personale e nel nostro vivere insieme.

Oggi, nella liturgia, questi quattro doni sono risuonati. Infatti, con il Salmo abbiamo cantato: “Dio ci ha fatto conoscere la sua salvezza”. Ecco il primo dono della croce: la salvezza. Poi, la parola dell’apostolo ci ha ricordato: “Dio è amore”. Ecco il secondo dono della croce: l’amore di Dio per noi. Poi, abbiamo ancora, ascoltato nella pagina del Vangelo: “Perché la vostra gioia sia piena”. Ecco il terzo dono della croce: la gioia piena. E, infine, abbiamo ascoltato, sempre nel Vangelo: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”: ecco il quarto dono della croce del Signore: l’amore fraterno.

 

Oggi facciamo festa. Ma non facciamo una festa superficiale che non lascia traccia nella nostra vita. Oggi, questa festa ci porta a volgere lo sguardo alla Santa Croce, ovvero alla croce di Gesù, morto e risorto per noi, così da ricordare ciò che questo albero di vita ci ha donato e ci dona ogni giorno: la salvezza, l’amore di Dio, la gioia piena, l’amore fraterno.

Lo sappiamo. La festa della Santa Croce è una festa anche cittadina e non soltanto una festa della comunità cristiana. Ed è bello che sia così, è importante che sia così! Perché la croce di Gesù, a una città, non toglie nulla; la croce di Gesù a una comunità non toglie nulla; non toglie nulla ai nostri paesi, alle nostre strade, alle nostre case, alle nostre famiglie. La croce di Gesù non toglie nulla, ma dona un di più alla nostra umanità rendendola compiutamente umana, secondo la sua più vera dignità.

Allora, non temiamo mai di portare con noi la croce di Gesù, di renderla presente nelle nostre case e nelle nostre famiglie, di renderla presente nei luoghi in cui viviamo, gioiamo e operiamo ogni giorno: perché la croce è per noi, ed è un dono inestimabile. La croce è per tutti, perché è un dono inestimabile per tutti. È la Santa Croce, la croce del nostro Signore Gesù Cristo, di cui nulla è meglio nella vita.

Trascrizione da registrazione audio