Scuola di formazione di base.
Il Credo.
Vicariato di Sestri Ponente
IL QUINTO ARTICOLO
“Il terzo giorno risuscitò da morte”
I contenuti dell’articolo
Siamo al secondo contenuto di questo articolo del Credo
la nascita, lo scandalo delle croce e della morte, la glorificazione
La morte aveva interrotto il rapporto con Gesù
ma lo ha interrotto solo per un attimo: un’interruzione di tre giorni
- indicazione teologica: il tempo della prova
Osea: “Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza” (6, 2)
Genesi Rabbah: “Il Santo, benedetto egli sia, non lascia mai il giusto nella sventura più di tre giorni” (91, 7) - avvenimento storico
pur essendo un avvenimento soprannaturale, è legato alla nostra storia e ha lasciato tracce che lo rendono constatabile e accertabile - è opera di Dio
letta alla luce dell’Antico Testamento e della letteratura rabbinica
il terzo giorno, infatti, è il giorno dell’azione salvifica di Dio, nel quale egli interviene con potenza nella storia: serve a evocare gli ultimi giorni, il tempo in cui Dio verrà a salvare e a consolare (es. Giona nel ventre del pesce)
per questo il rapporto con Gesù riprende più splendido e più forte di prima
“Lo stesso saluto (Sono risorto ed eccomi di nuovo con te)possiamo pensare che egli rivolga a ciascuno di noi con accento di tenerezza, di gioia e di speranza. Sono risorto: entrato nella gloria del Padre, non sono andato lontano ma vivo vicino a te. Sono risorto: libero ormai dalle condizioni dello spazio, io sono con te dovunque tu sia. Sono risorto: libero dalle condizioni del tempo, sono tuo contemporaneo, coetaneo. Sono risorto: ed eccomi di nuovo con te. Se credi davvero, non sei più solo nella vita, nella morte e oltre” (Card. Giovanni Colombo) - risposta del Padre
alla domanda rimasta in sospeso: “Dio abbandona davvero che si affida a lui?”
“può un padre abbandonare il proprio figlio?” - la conferma di tutto ciò che Cristo ha fatto e insegnato
la verità della morte in croce e del suo significato - “da morte”
espressione che va letta come gesto di separazione in Gesù Dio riprende il gesto originario della creazione: allora aveva separato la luce dalle tenebre, il cielo dalla terra: ora la vita nuova del Figlio dalla morte, dal male e dal peccato
la risurrezione non è la rivivificazione di un cadavere (Lazzaro), ma l’ingresso in una nuova vita (la novità del tempo di Pasqua)
“La risurrezione di Cristo non fu un ritorno alla vita terrena…Nel suo corpo risuscitato egli passa dallo stato di morte ad un’altra vita al di là del tempo e dello spazio. Il corpo di Gesù è nella risurrezione, colmato della potenza dello Spirito Santo; partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria”
(Catechismo della Chiesa cattolica, n. 646)
Nella risurrezione si fonda la fede e hanno origine gioia e speranza
“Sì, Cristo è risorto!”
è il fatto che fonda la nostra fede: un fatto storico e documentabile, un fatto che trascende la nostra esperienza e comprensione
- esperienza personale di Cristo vivente: “E d’improvviso diventi Qualcuno per me”
(Claudel a Parigi nel 1886) - una percezione della presenza di Cristo attraverso i segni che lui ci offre
i santi, una comunità cristiana, i miracoli… - l’esperienza pasquale dei Dodici
una testimonianza immediata (nemmeno 10 anni dopo la morte di Gesù la risurrezione è affermata). Un mito religioso?
sincerità degli apostoli
la sobrietà delle pagine
silenzio sui particolari: l’ora, il modo
semplicità dei racconti
perché l’apparizione alle donne?
la breve durata del periodo delle apparizioni
la risurrezione è il contenuto e il motivo della fede
“Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” (1 Cor 15, 14)
la risurrezione riguarda anzitutto Gesù, ma riguarda anche noi
“In Cristo noi siamo salvati. In Cristo si concentrano i nostri destini, in Cristo si risolvono i nostri drammi, in Cristo si spiegano i nostri dolori, in Cristo si profilano le nostre speranze” (Paolo VI)
la gioia e la speranza
“il cristianesimo è gioia. La fede è gioia. La grazia è gioia. Perché Cristo è la gioia, la vera gioia del mondo” (Paolo VI)
Atteggiamenti pasquali
- Il rinnovamento generale della vita
Luca che descrive le apparizioni
tutte a Gerusalemme: il Risorto rinnova la città
tutte di sabato: il Risorto rinnova il tempo
a tre categoria di persone: il Risorto rinnova l’uomo
un rinnovamento dentro e fuori di noi
il segno semplice e bello delle pulizie pasquali e della domenica - Il primo e l’Ultimo, il Vivente
discepoli di un Vivo e non di un morto
la vita delle vedove e dei vedovi
la Chiesa, luogo della presenza del Risorto - Le porte si spalancano
l’evangelista Giovanni ci parla delle porte chiuse
segno della paura e del ripiegamento
la Pasqua dona l’apertura della vita
carità: fuoriuscita da sé
annuncio di qualcosa che non si può tenere per sé - Tommaso e le piaghe del Signore
il Risorto è Colui che è stato crocifisso
la logica nuova introdotta nella vita cristiana - Il dono della pace
la pace di Cristo frutto della lotta e radicata nella grazia di Dio - Lo Spirito
gli Atti degli Apostoli. la Chiesa pasquale - “Se siete risorti con Cristo…”
Sulla strada per Emmaus insieme ai due discepoli
La situazione dei discepoli di Emmaus e la nostra situazione circa la risurrezione
Gesù spiega le Scritture: che cosa avrà loro detto.
Certo è che il loro cuore viene riscaldato e che presso gli altri discepoli dicono: “Abbiamo visto il Signore!”.
La notte di Pasqua è la nostra strada verso Emmaus di ogni anno
Il Signore ci spiega le Scritture e lì comprendiamo il significato di una vita secondo la risurrezione.
Consideriamo le prime tre grandi letture dell’A.T.
- Il racconto della creazione
La nostra fede nella risurrezione non è solo La fede in un miracolo; è anche fede in Dio creatore del cielo e della terra e che ha fatto tutto “per mezzo di lui”; un Dio creatore che pone al centro Gesù Cristo - La fede di Abramo
Abramo è pronto a sacrificare il figlio della promessa, cioè tutto quello che aveva.
Colui che credeva in Dio creatore credeva anche nella sua parola
Abramo è il giusto che non ha negato niente a Dio: come Gesù.
Santa Teresina: “Non ho mai rifiutato nulla a Dio”.
Per questo Dio lo esaltò: l’obbedienza della vita è la vera vita secondo Dio: creder nel mistero della risurrezione è credere a questo - Il Mar Rosso
Il passaggio di allora è il nostro passaggio nel Battesimo: siamo salvi e ci fa popolo
I tre segni indicatori:
– la tomba vuota: se non era vuota il messaggio della risurrezione sarebbe durato due giorni
– i discepoli l’hanno incontrato
– i discepoli sono cambiati: la prova della Chiesa