Lectio Divina – Giovanni 21, 15-19 (traccia)

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Lectio Divina – Giovanni 21, 15-19 (traccia)

Lectio Divina – Giovanni 21, 15-19 (traccia)

Gesù e Pietro
Suore Ravasco

Introduzione
Adorazione
Canto
Mistero del Rosario: 1° gaudioso

Lettura del testo

Meditazione

Annotazione preliminare
Nel vangelo di Giovanni la vicenda di Pietro era rimasta in sospeso. Vi è stato il triplice rinnegamento (18, 12-27). Ora l’intera pagina porta a compimento la vicenda dell’apostolo, sotto diversi punti di vista, che riprendono altrettanti aspetti già contenuti nelle precedenti pagine del vangelo.

Analisi di alcuni dettagli del testo

  •  “Simone, figlio di Giovanni” (v. 15)
    Gesù si rivolge a Pietro con il suo nome antico, quello della nascita, come fece in occasione del primo incontro (1, 42: “Tu sei Simone il figlio di Giovanni…”).
    In quella occasione il nome era destinato a cambiarsi in Cefa; qui, invece, il nome è citato per instaurare un dialogo personale, in virtù del quale il discepolo è ricreato.
  • “mi ami più di costoro?” (15)
    Qual è il motivo di questa domanda che pone un confronto con gli altri apostoli?
    E’ necessario tornare alla parabola dei due debitori insolventi, cui il creditore aveva rimesso rispettivamente 500 e 50 denari: “Chi di loro lo amerà di più?” (Lc 7, 40-43).
    La domanda implica un perdono pieno da parte di Gesù alla debolezza e al rinnegamento di Pietro; e questo perdono non può che suscitare nel discepolo un amore proporzionato alla misericordia ricevuta. Pietro ha peccato più degli altri, a lui è stato perdonato di più, quindi è chiamato ad amare di più.
  • “mi ami?”
    Gesù usa due volte il verbo amare, mentre l’ultima volta usa il verbo voler bene. Pietro, da parte sua, usa solo il termine voler bene.
    Il verbo “amare” (agape) indica l’amore che ha origine da Dio. Il verbo “voler bene” (fileo), invece, indica la tenerezza nelle relazioni umane.
    L’uso dei verbi ci fa intendere la nuova condizione di umiltà nella quale Pietro si trova. E’ consapevole della propria debolezza e non si sente di affermare l’amore. Afferma di voler bene, lasciando alla conoscenze di Gesù la verifica di un effettivo amore.
    In questo dialogo viene alla luce il cammino di conversione realizzato da Pietro: dalla presunzione all’umiltà, senza voler prevalere sugli altri.
  • “Pietro rimase addolorato che per la terza volta…” (17)
    Il dolore, che evoca le lacrime (cf. Mc 14, 72) e che viene alla luce in forza della terza domanda, è il segno chiaro della relazione della triplice richiesta di Gesù con il triplice rinnegamento di Pietro. Pietro capisce che le tre domande sono in relazione con i tre rinnegamenti. E questo fa riemergere il dolore.
  • “Pascola le mie pecore” (16)
    La dichiarazione di amore triplice è alla base dell’affidamento di un compito che solo l’amore può realizzare.
    E’ chiaro il riferimento alla parabola del Buon Pastore, almeno per tre aspetti: le pecore sono affidate a Pietro ma non gli appartengono (“le mie pecore”); il Buon Pastore era pronto a dare la vita e qui a Pietro viene profetizzato il martirio; e infine il tema dell’amore che domina sia la parabola che questo dialogo.
  • “Seguimi” (19)
    L’avvenire di Pietro è presentato in relazione diretta con il racconto dell’ultima cena. Là, quando Gesù annuncia la propria partenza, Pietro avrebbe voluto seguirlo, ma il Maestro gli aveva detto: “Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi” (13, 36).
    Ora la promessa trova il suo compimento: “Seguimi”.
    Il linguaggio simbolico è molto ricco: Pietro si era cinto la veste poco prima per tuffarsi (“si strinse la veste attorno ai fianchi” 21, 7), ora dovrà subire quel gesto; verrà legato e fatto prigioniero, verrà crocifisso (“tenderai le tue mani”).
    Vi è anche l’indicazione di una maturazione spirituale che in Pietro si è realizzata: non è più lui a indicare il cammino. E’ facile rievocare le parole dette da Gesù a Pietro in segno di rimprovero: “Vai dietro a me, satana!”.
  • “…per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio” (19)
    Vi è l’eco delle parole usate da Gesù in riferimento a se stesso: “Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire” (12, 33).
    Come il Buon Pastore dona la vita per le pecore, così colui che ne deve fare le veci è chiamato a vivere la stessa realtà di dono della vita.

Tempo di silenzio

Preghiera con il Salmo 63

Dalla Parola alle parole da portare nel cuore

  1. Il cammino della conversione, in cui tutto è grazia.
  2. L’amore infinito del Cuore di Gesù.
  3. La sostanza del discepolato è la sequela insieme alla conformazione