Lectio Divina – Luca 4, 1-13 (traccia)

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Lectio Divina – Luca 4, 1-13 (traccia)

Lectio Divina – Luca 4, 1-13 (traccia)

Le tentazioni
La missione esige scelte precise
Suore Ravasco

Premessa

  • Il racconto è il frutto delle confidenze di Gesù ai suoi discepoli. Si tratta, evidentemente, di un’esperienza storica che Gesù traduce alla maniera semitica. In questo senso dobbiamo comprendere lo sballottamento esteriore, da un luogo all’altro, come rimando a un conflitto di coscienza
  • Questo testo segue la genealogia nella quale Gesù appare come il nuovo Adamo, l’iniziatore di una nuova umanità secondo Dio. Ora il nuovo Adamo, come il vecchio è sottoposto alla tentazione.
    E la genealogia di Matteo? Mt è interessato alla discendenza davidica, Luca al carattere universale della missione di Cristo
  • C’è una somiglianza tra le tentazioni di Gesù e la tentazione antica. In Gn 3, 5-6: “buono da mangiare”, concupiscenza della carne; “gradito alla vista”, concupiscenza degli occhi; “per diventare come Dio, conoscendo bene e male”, superbia della vita. Anche Gesù è tentato allo stesso modo
  • Gesù però vince la tentazione e dà inizio all’umanità che vive secondo Dio. Mentre Adamo parte dal giardino e finisce nel deserto, Gesù attraversa il deserto e arriva al giardino
  • Insieme a quello ora analizzato, vi sono due altri rimandi biblici da tenere presenti.

I Re 19
Gesù, secondo l’evangelista, agisce di propria iniziativa. Le frasi del racconto lucano ci riportano al testo di Elia. Anche Gesù come Elia ha bisogno di un tempo di deserto per poter continuare la propria missione.
La missione, infatti, esige scelte precise, secondo Dio. Le tentazioni di Gesù e l’esperienza di Elia dicono l’apertura a Dio e la ricerca della sua volontà.

Il Deuteronomio
Luca introduce il racconto pensando a Dt 8, 2. Dopo il battesimo, che corrisponde al passaggio del Mar Rosso, Gesù attraversa il deserto come il popolo di Israele. Il richiamo dei quaranta giorni ai quarant’anni. Tuttavia vi sono delle differenze. Quaranta è il segno della compiutezza.

  • Gesù è l’antitipo di Israele, in quanto egli agisce nello Spirito, cioè in comunione con Dio; supera il deserto ed entra nella terra della promessa.
  • Israele è tentato da Dio, che sempre agisce con misericordia. Gesù, invece, è tentato dal diavolo

Luca descrive solo le tentazioni che Gesù ha subito al termine dei quaranta giorni e non parla di quelle subite durante i quaranta giorni. Così commenta Origene: “Le tentazioni che durante i quaranta giorni il Signore subì da parte del diavolo, il mondo non avrebbe avutola forza di sopportarle se la Scrittura ce le avesse tramandate. Basti a noi sapere che egli fu nel deserto per quaranta giorni e non mangiò niente durante questi giorni in quanto mortificò i desideri della carne con un digiuno assiduo e continuo

Uno sguardo alle tentazioni

  • Nella prima e nella terza risuona l’espressione “Se sei figlio di Dio”.
    Il diavolo vuole insinuare il dubbio della figliolanza divina. L’essere creatura è attentato alla libertà; Dio è un concorrente della felicità.
    Gesù vince la diffidenza con l’atto della fiducia e dell’obbedienza.
  • Allora i diavolo decide di attaccarlo sul disordinato attaccamento alle creature per introdurre una crepa nella relazione con Dio. E’ la tentazione che induce alla negazione dell’adorazione. “In un istante”. Una visione, una promessa, una tentazione
  • Il diavolo porta Gesù a Gerusalemme.
    Matteo rispetta una sequenza rispondente alla tentazioni di Gesù nel deserto: mormorazione contro Dio per la fame (Es 16), tentazione di tentare Dio (Es 17, 1-7), tentazione di adorare gli idoli al momento dell’ingresso a Canaan (Es 34, 11-14).
    Luca mette per ultima questa tentazione perché nella sua prospettiva è Gerusalemme la meta ultima del viaggio storico di Gesù. Qui si ha la tentazione radicale che si rinnoverà al momento della passione: modificare il modo della missione. Il dubbio sulla veracità della Parola di Dio

La conclusione delle tentazioni
“Dopo aver esaurito ogni tentazione..”.
Le tre tentazioni delle origini sono ripercorse e vinte. E con le tre, tutte quelle possibili
“…si allontanò da lui fino al tempo fissato”.
Il tempo fissato è quello della Passione: “Questa è la vostra ora e il potere delle tenebre” (22, 53)

L’apertura sulla vita

  • La radice della nostra umanità è segnata dal peccato e dalle sue conseguenze la triplice concupiscenza è proprio il segno del male nella nostra vita.
    Di conseguenza è normale che vi sia la lotta. Anzi, a motivo del Battesimo e della nostra appartenenza al Signore è necessario che vi sia la lotta, segno della nostra appartenenza a Dio e non al mondo.
  • L’ascesi è un elemento fondamentale della vita della fede. E’ una risposta alla grazia di Dio che ci toglie dal mondo e dal suo spirito.
  • Il deserto della tentazione lo si attraversa con il sostegno della parola di Dio. Gesù risponde con la parola di Dio. Il deserto è luogo dell’incontro con Dio e della presenza di Satana.
  • La tentazione è una visione, una promessa, una condizione
  • Il diavolo è un parolaio che cerca di abbindolare. Le sue parole sono molte 28 nella prima tentazione, 34 nella terza. Gesù risponde con poche parole: 10 nella prima, 7 nella terza. Con la tentazione non si discute, perché nel momento in cui si entra in discussione si è già sconfitti.
  • L’uomo è ciò davanti a cui sta. L’adorazione rivela la nostra identità. Siamo costitutivamente adoratori. Delle cose, degli altri, di noi stessi. Ciascuno di questo oggetti ci rende schiavi. Solo l’adorazione di Dio ci libera.
  • Siamo cristiani perché di Cristo. Viviamo di lui e viviamo come lui. Egli salva con la sua grazia e noi siamo introdotti nella sua vita. “Teofori”: portatori di Dio.