La Madre della Misericordia
“Di generazione in generazione la sua misericordia”. Sono le parole con le quali Maria, nel canto del Magnificat, rilegge l’intera storia della salvezza, che approda al mistero della nascita del Salvatore. Sono anche le parole con le quali Maria interpreta, in qualche modo anticipandoli nella fede, i fatti della vita del Figlio e, in specie, la Passione, la Morte e la Risurrezione. Nessuno, come Maria, ha saputo entrare nel disegno dell’amore di Dio, contemplandone l’infinita misericordia.
La Madonna “è anche colei che, in modo particolare ed eccezionale – come nessun altro -, ha sperimentato la misericordia e al tempo stesso, sempre in modo eccezionale, ha reso possibile col sacrificio del cuore la propria partecipazione alla rivelazione della misericordia divina. Tale sacrificio è strettamente legato alla croce del Figlio, ai piedi della quale ella doveva trovarsi sul Calvario… Maria, quindi, è colei che conosce più a fondo il mistero della misericordia divina” (Dives in misericordia, 9).
In questi senso, nella preghiera personale e comunitaria, ella viene spesso invocata “Madre della Misericordia”. Pensiamo soltanto al ritornello del celebre e popolare canto mariano che, soprattutto nel tempo quaresimale, risuona nella voce della Chiesa: “Salve o Madre di misericordia, / Madre di Dio e Madre del perdono, / Madre della speranza e della grazia, / Madre piena di santa letizia, o Maria!”.
Colei che più di ogni altra creatura ha conosciuto e contemplato la misericordia di Dio, colei che in modo del tutto singolare è stata chiamata a essere partecipe della rivelazione della misericordia per il mondo intero, è anche la Madre che “è stata chiamata in modo speciale ad avvicinare agli uomini quell’amore che il Signore era venuto a rivelare” (Dives in misericordia, 9).
A questo amore Maria partecipa in modo singolare e, in Lei e per il Suo tramite, questo amore non cessa di rivelarsi nella vita della Chiesa, nella storia dell’umanità. In virtù di Maria, Madre di Misericordia, tale rivelazione abbonda nei frutti. Molti, tutti, infatti, accolgono con più grande docilità e gratitudine l’amore misericordioso che viene donato a loro dal cuore di una madre. Il Cuore materno di Maria è una via privilegiata attraverso la quale Dio, ricco di infinita misericordia, riversa sul mondo intero la grazia della compassione, del perdono, della riconciliazione.
San Bernardo, cantore innamorato di Maria, osserva che una tale vocazione la Madre di Dio la riceve fin dal momento dell’Annunciazione. Al riguardo, rimane famoso il suo commento al testo di san Luca: “L’angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l’ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione… Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abramo e Davide; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch’essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano. Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all’assenso, il grembo al creatore” (Omelie sulla Madonna 4, 8-9).
Le parole di san Bernardo sembrano sintetizzate nella splendida preghiera con la quale la Chiesa si rivolge a Maria, Regina e Madre di Misericordia: “Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi”. Ci accorgiamo che il solo pronunciare queste parole e fissare il volto di Maria introduce all’esperienza della misericordia che abita il Cuore del Signore. Diceva il santo Curato d’Ars: “Il cuore di Maria è così tenero per noi, che quelli di tutte le madri messi insieme non sono che un pezzetto di ghiaccio, vicino al suo”. E san Luigi Orione, a chi gli domandava i motivi della sua grande devozione alla Madonna, rispondeva: “Perché Maria è buona e io ho bisogno della Sua bontà”.
Nella Sua provvidenza d’amore, Dio sapeva che la rivelazione dell’infinita misericordia avrebbe avuto, in qualche modo, bisogno del volto, del cuore e della parola di una Madre. E così ha voluto che Maria fosse, con noi e per noi, Madre di Misericordia, eco materno del Suo cuore divino.
Se Dante Alighieri, con cenno autobiografico, poteva scrivere a proposito della Madonna: “Il nome del bel fior ch’io sempre invoco e mane e sera” (Paradiso, XXIII, 88, 89), anche noi non manchiamo mai di invocare Maria, con fiducia e amore, al fine di entrare più speditamente nell’esperienza dell’infinita misericordia di Dio, salvezza del mondo.
Ci potrà aiutare una delle liriche più vibranti di Domenico Giuliotti, celebre scrittore italiano, convertitosi alla fede in età adulta e vissuto tra il 1877 e il 1956. “Trentasett’anni, Vergine, è che vo / stanco e cencioso come un vagabondo, / lungo il torto viottolo del mondo; / e quando e dove poserò non so. / Ma tu, che d’ogni sconsolato errante / segui, dall’alto, le intricate péste, / volgi i begli occhi al tuo Figlio celeste, / digli che m’apra le sue braccia sante. / Digli che ho sete e secca è la cisterna, / digli che ho fame ed ho per pane sassi, / digli che, a notte, sugli incerti passi, / mi si spegne, guizzando, la lanterna. / Tuo Figlio, o Madre, è pane ed acqua e luce / che pienamente illumina e ristora; / Egli, accogliendo l’anima che implora, / seco, se degna, al Padre la conduce”.
(testo di riflessione mensile per l’Apostolato della preghiera)