Meditazione. Veglia Missionaria Diocesana

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Meditazione. Veglia Missionaria Diocesana

Meditazione. Veglia Missionaria Diocesana

La veglia di preghiera missionaria è iniziata nel ricordo di una parola, una parola di Gesù rivolta agli apostoli e ai discepoli: «Mi sarete testimoni». Questa non è una parola collocata semplicemente nella storia, non è una parola che è legata a un tempo che è passato, è una parola che oggi – adesso – il Signore, che è qui presente in mezzo a noi, risorto e vivo, rivolge a ciascuno di noi.

«Mi sarete testimoni». È lui, il Signore, che in questo momento lo ridice a noi. Lo ridice alla sua Chiesa. La Chiesa custodisce nel cuore questa parola, che è il grande invito missionario. La custodisce nel cuore come sorgente del suo inesauribile dinamismo missionario ed evangelizzatore. In questa parola trova la sorgente del proprio slancio missionario, perché in questa parola ricorda e rinnova sempre la propria fede. Perché la Chiesa è chiamata sempre a dare testimonianza nel mondo? Perché, ricordando questa parola, si infervora sempre di più in uno slancio evangelizzatore?

Perché ricorda e riporta alla propria mente e al proprio cuore che ha avuto la grazia di incontrare Gesù, Salvatore del mondo, Redentore del genere umano, Luce della vita e Speranza vera. Per questo la Chiesa è missionaria. Perché sa di aver incontrato Gesù, il Signore. Perché sa di avere con sé Gesù, il Signore. E avverte la necessità, scaturita dall’amore, che è quella di andare dappertutto, dicendo ciò che dissero gli apostoli: «Abbiamo trovato! Lo abbiamo trovato!». È per questo che la Chiesa è missionaria. Perché Lo ha trovato, ha trovato Lui, il Salvatore di tutti, il Senso della storia, l’Atteso delle genti e da ogni cuore. Allora va e a tutti annuncia: «Lo abbiamo trovato!». Questa che è l’inesauribile spinta missionaria della Chiesa, è la stessa inesauribile spinta alla quale siamo chiamati a partecipare.

Ed è per questo che ogni anno viviamo un ottobre missionario con la Chiesa universale. Ed è per questo che ogni anno viviamo un tempo di preghiera forte, come quello di questa sera, di preghiera missionaria. Perché ciò che è scritto nel cuore della Chiesa e ciò che la Chiesa vive con tanto entusiasmo e con tanta passione, senza stancarsi mai, possa essere sempre più nostro: la consapevolezza che noi, con la Chiesa, Lo abbiamo trovato; e che noi, con la Chiesa, lo andiamo a dire a tutti; e noi che Lo abbiamo trovato, diventiamo testimoni.

Questa serata è importante se il nostro stare davanti a Gesù ci aiuta davvero a riascoltare la Sua parola, che è un mandato per ciascuno di noi: «Mi sarete testimoni, mi sarai testimone». E se questa sosta di preghiera davanti al Signore ci aiuta a non dimenticare: “Lo abbiamo trovato”. E se questa sosta rende sempre più intenso il desiderio di poter a tutti partecipare, di poter con tutti condividere la gioia di questo nostro incontro.

Come possiamo vivere l’anelito missionario nella nostra quotidianità? Come, lo slancio proprio della Chiesa che si sente mandata ad evangelizzare, possiamo viverlo noi, nella nostra quotidianità? Questa sera ricordiamo tee vie, che sono a nostra disposizione ogni giorno: la preghiera, la parola, la vita.

La preghiera. La preghiera, perché siamo chiamati a vivere quotidianamente una preghiera che sia missionaria, ovvero una preghiera che porti davanti al Signore le necessità di questo mondo; La prima necessità: l’incontro, la conoscenza, l’amore per il Signore Gesù. Noi siamo chiamati ogni giorno a pregare perché chi non ha ancora incontrato il Signore Lo possa incontrare, chi lo ha dimenticato Lo possa ricordare, chi se ne è allontanato Lo possa ritrovare. Preghiamo perché tutti possano sperimentare la gioia dell’incontro con Lui, che è la Salvezza. La nostra preghiera sia missionaria, ossia porti in sé il desiderio che tutti possano incontrare, riconoscere e amare il Signore. Chiediamolo, e la nostra preghiera sarà davvero una preghiera missionaria.

La parola. Abbiamo ascoltato una pagina del Vangelo molto bella. All’inizio l’evangelista Giovanni fotografa una scena suggestiva. I discepoli del Battista ascoltano il loro maestro che dice: «Ecco l’Agnello di Dio», indicando Gesù. E l’evangelista continua: «Sentendolo parlare così lasciarono il Battista e andarono da Gesù». «Sentendolo parlare così»: quella parola era stata una parola missionaria. Perché non era semplicemente una parola, era una parola dentro la quale c’era un tale amore per Gesù, una tale gioia per Gesù, un tale entusiasmo per Gesù, che chi l’ha ascoltata immediatamente ha sentito la necessità di andare da Lui.

La nostra parola può, anzi deve essere una parola missionaria, che invita a Gesù, che invoglia a Gesù, che fa sentire la nostalgia per Gesù, che innamora di Gesù. Potesse essere vero per noi come è stato per il Battista: “Sentendolo parlare così andarono dal Signore”! Se si potesse dire anche per noi: sentendoti parlare così vado a Gesù! E vado a Lui perché Lo avverto nella bellezza della tua parola, Lo avverto nella verità della tua parola, Lo avverto nell’amore della tua parola, Lo avverto nella passione della tua parola. Lo avverto nella tua parola missionaria

E infine la vita, la vita missionaria. Una vita che parla, come ci è stato ricordato. Si racconta che c’erano tre giovani. Desideravano essere istruiti sulla vita della fede. Si recarono così da un sacerdote anziano che era conosciuto per la grande santità. Andarono e si incontrarono con il sacerdote anziano, al quale fecero tante domande. Il giorno seguente tornarono da lui per un secondo incontro, e di nuovo gli fecero tante domande. Così fu anche il terzo giorno. Alla fine del terzo giorno, il sacerdote anziano chiese a uno dei tre giovani, che non aveva mai parlato: «Perché tu non hai mai parlato? Sei venuto insieme agli altri due e penso che anche tu volessi chiedere qualcosa. Per quale motivo sei stato in silenzio?» Il ragazzo silenzioso rispose così: «I miei amici hanno avuto bisogno di ascoltare la tua parola, a me è bastato guardarti». Ecco la vita missionaria: una vita che parla, senza neppure bisogno di parlare. Parla, perché la vita trasmette la bellezza del Vangelo, perché la vita trasmette la comunione di amore col Signore, perché la vita è già annuncio di per sé, talmente è impregnata della vita di Cristo e della Sua parola.

Preghiera missionaria, parola missionaria, vita missionaria. Chiediamo al Signore, qui presente in mezzo a noi, che mandi il Suo Spirito. Il Papa ce lo ha ricordato nel suo Messaggio: lo Spirito Santo è il grande protagonista della missione. Il Signore mandi il Suo Spirito e renda la nostra preghiera, una preghiera missionaria, la nostra parola una parola missionaria, la nostra vita una vita missionaria. Cioè renda noi, ciascuno di noi, la nostra Chiesa, davvero missionaria. Missionari, perché entusiasti e appassionati dell’essere testimoni di Colui che è la via, la verità e la vita: del mondo, di tutti e di ciascuno.

Trascrizione da registrazione audio