Omelia – Santa Messa nella Domenica delle Palme

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Omelia – Santa Messa nella Domenica delle Palme

Omelia – Santa Messa nella Domenica delle Palme

Carissimi bambini, sono molto contento che siate qui e siate così numerosi, oggi.
Adesso dovete avere un attimo di pazienza; devo infatti rivolgermi ai vostri genitori, agli adulti; ma poi tornerò da voi. Allora state lì buoni, attenti, perché poi una parola avrò da dirla tutta per voi.

Abbiamo ascoltato il racconto della Passione, e dopo aver ascoltato questo racconto dovremmo tacere. Dovremmo tacere con il cuore pentito. Dovremmo tacere con il cuore stupito.

Con il cuore pentito. Perché ciò che il Signore ha vissuto lo ha vissuto per nostra causa. Noi siamo la causa della passione, croce e morte di Gesù. Noi siamo la causa. Ecco perché dopo aver ascoltato il racconto della Passione dovremmo tacere, rimanendo in un silenzio colmo di pentimento e – perché no? – di pianto.

D’altra parte Gesù la Passione l’ha vissuta per noi, a nostro vantaggio. E allora il nostro cuore rimane stupito. Nel racconto ascoltiamo una parola che risuona continuamente. È Gesù che la dice e che la grida. La parola è: «Io ti amo».

Dovremmo rimanere in silenzio, col cuore pentito dicendo: «È colpa mia». Dovremmo rimanere in silenzio col cuore stupito a riascoltare: «Io ti amo». Questo è ciò che dovremmo fare ascoltando il racconto della Passione. Questo è quello che dobbiamo fare adesso, che dobbiamo fare oggi. Non dimentichiamolo: il cuore pentito, il cuore stupito.

Gesù per me ha vissuto la Sua passione, a causa mia. Per questo il cuore pentito. A mio vantaggio ha vissuto la Sua passione. Per questo il cuore è stupito.

Per me. Questo “per me” dovrebbe piantarsi nel nostro cuore, risuonare nella nostra intimità, accompagnarci durante questa giornata, e durante tutta la Settimana Santa che oggi ha inizio. Per me. Con il cuore pentito e il cuore stupito.

Sant’Agostino riflette sulla Scrittura e dice che dietro ogni parola della Scrittura noi dovremmo poter leggere un’altra parola. E questa parola è: «Ti amo», da parte di Dio. Se questo vale per l’intera Scrittura, quanto più vale per il racconto della Passione! Dietro ogni parola risuona: «Io ti amo».

Che questa parola riecheggi nel cuore, si imprima nell’anima e ci accompagni e susciti in noi un triplice interrogativo: Signore, che cosa ho fatto per te, fino a oggi? Che cosa sto facendo per te, adesso? Che cosa voglio fare per te, d’ora in avanti? Ascoltando quella parola – Ti amo – con il cuore pentito e stupito, questo triplice interrogativo accompagni le nostre giornate.

Ascoltando il racconto della Passione, da una parte sprofondiamo nell’abisso dell’iniquità, del male del nostro peccato; dall’altra parte ci immergiamo nell’abisso della misericordia di Dio. E ne ricaviamo una notizia bellissima, splendida, che cambia la vita e cambia tutto: nessun peccato, nessun male, nessuna iniquità può avere la meglio sulla misericordia infinita di Dio. Nulla può avere la meglio su questa misericordia che è davvero infinita. Che notizia splendida è questa!

Perché sul cuore di tutti noi pesa il peccato, più o meno. Sul cuore di tutti noi pesa l’esperienza del male, più o meno. Sul cuore di tutti noi pesa il dramma dell’iniquità, più o meno. Questa è la grande tragedia della vita, da cui non possiamo liberarci da soli. Ma la misericordia infinita di Dio sì, dal momento in cui quel peccato, quella iniquità, quel male, lo riconosciamo e domandiamo perdono.

Ascoltando il racconto della Passione risuona questa parola: non c’è un tuo peccato, non c’è un tuo male, non c’è una tua iniquità, per quanto grande sia, che la misericordia infinita del Signore non possa vincere.

E allora oggi nel cuore risuona la parola che tanti secoli fa scrisse l’autore di un Salmo, dopo aver contemplato le meraviglie di Dio: «E io vivrò per Lui». Oggi vogliamo che questa parola dell’antico salmista sia anche nostra, perché dopo aver ascoltato la notizia splendida per la quale la misericordia infinita del Signore ha la meglio sulla nostra iniquità, qualunque essa sia, non è possibile non dire: «E io vivrò per Lui».

Ascoltando il racconto della Passione contempliamo, attoniti, Colui che è l’Amore, infinito, perfetto, assoluto, onnipotente, vivere l’esperienza del tradimento e dell’abbandono. Ma… tradito, è rimasto fedele; abbandonato, è rimasto vicino. A chi? A noi, perché io, tu, noi lo abbiamo tradito. Ma Lui è rimasto fedele nell’amore. Io, tu, noi lo abbiamo abbandonato, ma Lui è rimasto vicino nell’amore.

Ascoltando il racconto della Passione contempliamo la bellezza di questo volto di Colui che è Amore vero, cui tutti aneliamo, senza trovarlo mai nell’esperienza umana, perché non esiste, è soltanto di Dio. E ci accorgiamo che in quel volto, che è il volto dell’amore eterno e infinito di Dio, c’è quello che in un modo o nell’altro, consapevoli o meno, tutti noi cerchiamo e che è la grande risposta alle inquietudini della vita.

Non andiamo, allora, altrove! Ma dove vogliamo andare, se non a Dio? Ma a quale altro amore vogliamo fare riferimento se non all’amore di Dio? «Da chi andremo?» dice l’apostolo Pietro. E lo diciamo anche noi. Da chi andremo, se non da Te, che hai parole di vita eterna, da Te che sei l’Amore eterno, infinito, assoluto, onnipotente? Ma da chi andremo?

Contemplando il volto dell’amore di Dio oggi diciamo: «Non andrò altrove, perché solo in Te è l’Amore che cerco, è l’Amore che salva, è l’Amore che dà la vita, quella vera».

Ascoltando oggi il racconto della Passione abbiamo incontrato due realtà apparentemente contraddittorie: Gesù viene osannato e accolto in Gerusalemme come il Re, l’atteso, il liberatore e, poco dopo, viene crocifisso, ucciso.

Forse che questo non riguarda la nostra vita? Non è forse vero che “Osanna” e “crocifissione” si alternano in noi nei riguardi di Gesù? Lo osanniamo con le parole, lo crocifiggiamo con la vita. Diciamo di essere suoi e di avere la fede, ma viviamo come se Lui non esistesse. Ne ascoltiamo la parola, ma poi non la viviamo. Diciamo di appartenergli e poi dinanzi al mondo diciamo di non conoscerlo.

Osanna e Crocifissione. Non è forse la storia della nostra vita di fede? Non è forse la vicenda del nostro rapporto con Dio? Abbiamo dunque ascoltato nel racconto della Passione tratti della nostra biografia di fede.

Osanna e Crocifissione. Che cosa diciamo allora oggi? Vogliamo dire: “Mai più!”. Mai più osannarti e poi crocifiggerti; mai più dire: sono tuo, e poi rinnegarti; mai più ascoltarti e poi dimenticarti; mai più proclamarmi cristiano e vivere come se nulla fosse. Mai più!

Ascoltando, dunque, il racconto della Passione, sono queste quattro le parole che vogliamo far risuonare nel nostro cuore e non dimenticare nella Settimana Santa.

La prima: «Signore, che cosa ho fatto per te, fino a oggi? Che cosa sto facendo per te, adesso? Che cosa voglio fare per te, d’ora in avanti?».

La seconda: «E io vivrò per te».

La terza: «Non andrò altrove».

La quarta: «Mai più!».

Ricordiamo bene queste quattro parole, ci accompagnino in questa giornata e durante la Settimana Santa, incontro alla Pasqua.

Bambini carissimi, avevo detto che sarei tornato a voi.
Oggi tra questi bambini ci sono coloro che hanno iniziato a far parte del bellissimo Coro della nostra Chiesa Cattedrale. Ne siamo contenti. Grazie di aver accettato. Ma ora devo dirvi una parola.

Una bambina della vostra età, che conosco bene, ha una zia suora alla quale è molto affezionata. Quando la vede, per dirle che le vuole bene, le si rivolge così: «Zia, ti voglio!».

Voi oggi questo dovete dirlo a Gesù. Dovete dirgli: «Gesù, Ti voglio!».

Certamente tutti voi in casa avete un Crocifisso. Se non lo aveste, dite a papà e mamma: «Papà, mamma, comprami un Crocifisso perché è la Settimana Santa». E allora tutte le sere, da oggi fino a Pasqua, quando siete nel vostro lettino, prima di dormire, prendete il Crocifisso, appoggiatelo sul cuore, e dite: «Gesù, Ti voglio!».

Fate così, non dimenticatevene. Tutte le sere, da questa sera fino a Pasqua, che è domenica prossima. Tutte le sere, prima di addormentarvi, il Crocifisso sul cuore, stretto nella mano e poi: «Gesù, ti voglio!».

Fatelo voi, ma con voi chiedete che lo facciano anche il papà e la mamma. Fatelo insieme.

Stringete Gesù crocifisso al cuore e dite: «Gesù ti voglio, Gesù ti vogliamo!».

Trascrizione da registrazione audio