Omelia – Santa messa nella domenica di Pasqua

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Omelia – Santa messa nella domenica di Pasqua

Omelia – Santa messa nella domenica di Pasqua

Santa Messa nella Domenica di Pasqua  

Nel cammino processionale che ci ha portato, quest’oggi, all’altare come è consuetudine qui, in questo bellissimo santuario, abbiamo fatto un attimo di sosta e di venerazione davanti ai resti mortali di san Luigi Orione. Oggi, sostare lì e venerarlo ha significato, per un momento, riascoltarne la voce; riascoltarne la voce, almeno per me. Una voce che si è impressa in una sua lettera degli anni ’30 che don Orione, da Buenos Aires, inviò alla sua famiglia orionina in Italia. L’occasione era proprio la Pasqua. In quella lettera egli scriveva: “Cristo è risorto!” Con un punto esclamativo: don Orione, spesso, usava i punti esclamativi, perché erano il modo per esprimere, anche sulla carta, la passione di amore del suo cuore per Gesù. “Cristo è risorto!”, e poi aggiungeva: “Quando visitiamo le tombe di coloro che ci hanno preceduti nel cammino terreno e sono morti, vi troviamo scritto: ‘Qui giace’. Ma quando visitiamo la tomba che ha ospitato il corpo mortale di Gesù, troviamo ben altra scritta, perché la scritta è: ‘È risorto, non è qui!’”.
Don Orione mette qui un altro punto esclamativo, e poi continua: “La nostra tomba è anche la tomba di ogni nostra supposta potenza; dalla tomba di Gesù, invece, si sprigiona tutta la potenza, tutta la forza, tutta la gloria di Dio”. E poi prosegue, ripetendo: “Cristo è risorto!”. E, alla fine, conclude: “Anche noi risorgiamo con Lui!”, con un altro punto esclamativo.
Oggi, riascoltare le parole scritte da san Luigi Orione, tanti anni fa ma attualissime, è per noi motivo di grande gioia, anche perché hanno la capacità di farci comprendere qualcosa della grandezza del mistero che oggi celebriamo nella gioia e nell’esultanza.
“Cristo è risorto! Risorgiamo con Lui!”: queste parole di san Luigi Orione siano anche un programma di vita, per tutti e per ciascuno.

Mentre, però, riascoltiamo le parole di san Luigi Orione, riascoltiamo anche la splendida pagina di Vangelo nella quale, l’evangelista Luca racconta ciò che accade a due giovani, discepoli di Gesù, in cammino da Gerusalemme a Emmaus. Che cosa capita a loro? In fondo, quello che capita a noi oggi: lungo la via incontrano Gesù risorto, proprio come noi, perché siamo anche noi, oggi, che lungo la via, la strada della nostra vita, viviamo la Pasqua della nostra vita, incontriamo Gesù il risorto; e c proprio come loro ne ascoltiamo la parola, ne gustiamo la presenza, perché Lui è qui, in mezzo a noi; e noi siamo qui perché crediamo che Lui c’è, risorto e vivo.
Ciò che vivono i due discepoli, in cammino verso Emmaus, è ciò che stiamo vivendo noi: l’incontro con il Risorto. Questo incontro è segnato, a un certo punto, da una splendida invocazione che, in realtà, è anche una struggente preghiera: “Resta con noi”. Lo hanno visto, lo hanno ascoltato parlare, lo hanno incontrato lungo la strada: è Lui, il Risorto, lo hanno riconosciuto; e adesso vivono il timore che se ne vada. E, allora, ecco la supplica e l’accorata preghiera: “Resta con noi! Resta con noi!”.
La preghiera di allora, è la nostra preghiera oggi, perché questo Gesù che oggi ascoltiamo e che abbiamo la gioia di riconoscere come il Risorto, il Vivente, desideriamo che resti con noi. E allora? “Resta con noi. Resta con noi, Signore, perché abbiamo bisogno della tua parola; di quella tua parola che è verità, di quella tua parola che è luce, di quella tua parola che è consolazione, di quella tua parola che ci salva e che ci libera.  Resta con noi Signore e continua a parlarci, perché sia questa parola a illuminare il cammino della vita, perché sia questa tua parola a illuminare tante altre parole che senza la tua sono vuote e senza significato. Resta con noi, continua a parlarci con questa tua parola che è parola eterna, perché Tu sei la parola. Resta con noi Signore, perché abbiamo bisogno della tua presenza: senza di te siamo soli, senza di te siamo perduti, senza di te siamo smarriti. Abbiamo bisogno di vederti, abbiamo bisogno di sentirti, abbiamo bisogno di sapere che Tu cammini al nostro fianco. Abbiamo bisogno della tua presenza, della tua presenza amica, della tua presenza fedele, della tua presenza che mai viene meno. Resta con noi, Signore, perché abbiamo bisogno del tuo amore, di quel tuo amore che mai viene meno, di quel tuo amore che si fa misericordia e perdono per le nostre colpe e i nostri peccati, di quel tuo amore senza il quale il nostro cuore è raffreddato, è sconsolato. Resta con noi, perché abbiamo bisogno di essere amati da te. Resta con noi, Signore, abbiamo bisogno di te”.
La preghiera di allora, di quei due discepoli, oggi risuoni sulle nostre labbra e sia anche, sulle nostre labbra e nel nostro cuore, supplica accorata: “Resta con noi, Signore, che sei risorto e vivo”.

Nel momento in cui questa nostra preghiera sgorga dal cuore e affiora sulle labbra, noi proprio qui e adesso, ascoltiamo Lui che è presente, risorto, vivo in mezzo a noi e ci risponde così: “Io sono con voi fino alla fine del mondo. Io sono con voi sempre: perché io sono con voi nella Chiesa, io sono con voi quando vi ritrovate insieme per pregare, io sono con voi in un modo tutto particolare nell’Eucaristia, che è il mio corpo e il mio sangue dato per voi. Io sono con voi quando ascoltate le Scritture e il Vangelo, perché lì io vi parlo; io sono con voi quando nel cuore avvertite l’ispirazione al bene, a qualcosa di più grande, di più bello e di più vero. Io sono con voi quando incontrate il volto dei fratelli e delle sorelle; io sono con voi quando vi incontrate con chi è nel bisogno, chi è nel dolore, chi è malato, chi è dimenticato; io sono con voi nel povero; io sono con voi là dove l’uomo è sfigurato, abbattuto, sofferente, atterrato. Io sono con voi, io sono con voi sempre, fino alla fine del mondo”.

“Io sono con voi, fino alla fine del mondo”. E proprio perché dice a noi questa parola e ci ricorda questa verità; proprio perché Egli è con noi, per noi, in noi, oggi e adesso e per sempre, fino alla fine dei nostri giorni, fino alla fine del mondo, a noi è possibile vivere da risorti, come don Orione chiedeva nella sua lettera. E così vivendo diventiamo testimoni della sua risurrezione, rispondendo alla sua chiamata: “Andate, andate, andate a dire e a testimoniare che io sono vivo. Andate a dirlo con la vostra parola che io sono il Salvatore e il Redentore. Andate a dirlo con la bellezza della vostra vita rinnovata che io sono la Vita e la salvezza del mondo; andate a dirlo con i vostri occhi luminosi; andate a dirlo con il vostro sorriso sulle labbra; andate a dirlo con la letizia del vostro cuore; andate a dirlo con la gioia che sapete trasmettere. Dal momento che io sono con voi, voi potete andare ed essere una luce che illumina il mondo, essere una gioia che contagia i fratelli e le sorelle, essere portatori di una salvezza di cui tutti hanno estrema necessità e urgenza.

Dal momento, poi, che Lui è con noi, per noi, in noi, ora e fino alla fine del mondo, è possibile per noi vivere l’altra parola di Gesù: “Amatevi come io vi ho amati e da questo riconosceranno che siete miei”. Dato che Lui è con noi, noi possiamo davvero amare, ma amare sul serio, amare in quel modo in cui il mondo non sa amare: amare dando la vita, amare dando la vita per i nemici, amando senza condizioni, amando in un modo che l’amore diventi il fascino, in questo mondo, di una vita che sa amare, di una vita diversa.

Oggi, davanti al Risorto, diciamo e preghiamo: “Resta con noi”. Oggi, il Risorto dice a noi: “Io sono con te, io sono con voi, fino alla fine del mondo. Ora vai! Vai! Ora ama! Ama!”.
Questa sia la vita di noi risorti con il Risorto; questa sia la vita che incendierà il mondo, che cambierà questa nostra terra, che renderà più bella la nostra città, che trasfigurerà il volto di questo nostro Paese.
“Resta con noi”. “Io sono con voi fino alla fine del mondo. Andate! Amate! Siate risorti con me! Vivete da risorti, con me”.