Omelia – Santa Messa nella XXIV Domenica del Tempo Ordinario

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Omelia – Santa Messa nella XXIV Domenica del Tempo Ordinario

In questa domenica, con la preghiera della Chiesa, abbiamo domandato al Signore di farci sperimentare la potenza della sua misericordia. È un’invocazione molto bella, perché ci conduce al mistero di Dio e anche al cuore del mistero della nostra vita. Oggi, pertanto, insieme – non soltanto adesso ma anche durante la nostra giornata domenicale – vogliamo continuare chiedere al Signore: «Facci sperimentare la potenza della tua misericordia perché possiamo conoscere e amare sempre di più il tuo volto, perché possiamo conoscere sempre di più la realtà profonda della nostra vita e la bellezza di essere in relazione di amore e di salvezza con Te. Facci sperimentare la potenza della Tua misericordia».

Come si manifesta la potenza della misericordia di Dio nel concreto della nostra vita? È la stessa Parola del Signore a indicarci come e dove questa potenza della misericordia di Dio la possiamo toccare con mano e sperimentare in tutta la sua profondità.

Abbiamo ascoltato nel Vangelo di san Luca tre parabole, conosciute come le “parabole della misericordia”. Qual è la particolarità di queste parabole? Se le abbiamo ascoltate con attenzione, ci siamo resi conto di una cosa: le pecore sono molte (è la prima delle parabole), ma una viene ricercata dal pastore buono, quella che si è perduta; le monete sono molte, ma una è quella che viene ricercata perché non la si trova più; i figli sono due, ma uno solo è quello su cui si concentra in un modo del tutto singolare l’attesa e l’amore del padre buono.

Che cosa ci dice questa insistenza sul singolare, sull’uno? Ci ricorda che ciascuno di noi è il termine dell’amore del Signore, che ciascuno di noi è atteso dal Signore, che ciascuno di noi è ricolmato della sua attenzione e della sua misericordia, che per ciascuno di noi è la grazia del perdono e della salvezza. Per ciascuno! Certo, tutti siamo nel cuore di Dio, ma lo siamo ciascuno come termine del Suo amore. Ecco la potenza della misericordia di Dio, che ha a cuore la vita di ciascuno di noi, che è appassionato all’esito del cammino di ciascuno di noi, che porta sul palmo della sua mano il volto di ciascuno di noi. Questa è la potenza della misericordia del Signore. Ciascuno di noi è amato di amore di misericordia come fosse l’unico. Ecco dove possiamo, davvero, sperimentare con gioia, gratitudine e stupore la potenza della misericordia di Dio.

In una di queste parabole – quella che racconta la storia del padre e dei suoi figli – sappiamo che uno di questi figli, a un certo punto, decide di abbandonare la casa paterna, di lasciare tutto in un impeto di ribellione; poi, dopo aver sperperato tutti i beni, aver vissuto nel peggiore dei modi e cadendo fino in fondo nella scala della colpa e del peccato, si ravvede e torna a casa. Questo ritorno a casa è caratterizzato da un fatto: il padre che gli corre incontro, lo abbraccia e lo rende nuovo nel cuore e nella vita. In virtù del suo amore, della sua misericordia, del suo perdono, il padre lo rende nuovo e tutto quello che è stato non esiste più.

Nella parabola, quindi, ritroviamo un secondo aspetto della potenza della misericordia del Signore che, anzitutto, nella nostra povertà, nel nostro cammino disordinato, nel nostro itinerario abitato dalle colpe e dai tradimenti rispetto all’amore di Dio, mette nel cuore il desiderio del ritorno a casa. Questa è la potenza della misericordia del Signore: la misericordia che ci fa sentire l’esigenza del cambiamento, della conversione; ci fa toccare con mano come sia brutto il peccato e la distanza dalla casa paterna; che ci rimette in cammino verso quella casa che è la nostra casa, perché lì c’è Dio. La potenza della misericordia del Signore si manifesta lì dove avvertiamo che la colpa, il peccato, la lontananza dal Signore sono il vero dramma della nostra vita e, di conseguenza, ci rimettiamo in movimento verso di Lui.

Ma la potenza della misericordia del Signore si manifesta anche e soprattutto là dove Egli, con il suo amore che perdona e che rinnova, non soltanto copre la nostra nudità, la nostra povertà, la nostra miseria, ma la cancella per sempre, come se non ci fosse mai stata. Il sacramento del perdono non è forse questo? Chi può toglierci il peccato dal cuore, chi può cancellare da noi ciò che ha macchiato, anche gravemente, il percorso della nostra vita, chi può dirci “non esiste più davanti ai miei occhi la tua colpa e il tuo peccato”? Chi può dirlo? Solo Dio nella potenza della sua misericordia! Ecco dove questa sua bellissima potenza di amore si manifesta nella nostra vita.

Ma non basta, perché questa potenza di misericordia ha un altro elemento di espressione: lo ricorda San Paolo nella sua lettera, quando parla di un’eternità che gli è stata promessa e di cui la presenza di Gesù Cristo nella sua vita è caparra e anticipazione.

Noi che siamo di Gesù Cristo, noi che abbiamo in noi la sua vita, noi che mediante la partecipazione all’Eucaristia, nutrendoci del suo corpo e del suo sangue, questa vita la alimentiamo dentro di noi, sperimentiamo la potenza della misericordia del Signore che è promessa di resurrezione e di eternità. Chi può farci questa promessa, per la quale, al di là del tempo fugace della vita, si aprono gli orizzonti di un’eternità felice? Chi può farci questa promessa, per la quale al di là di quel muro, che ci separa dall’oltre rispetto a questo mondo, ci sia davvero un abbraccio eterno e di amore infinito in Dio? Chi? La potenza della misericordia del Signore.

Ricordiamo, infine, un santo dei nostri tempi, Charles de Foucauld. Egli affermava che, anche attraverso i venti contrari della vita, il Signore ci conduce verso il porto sicuro che ci attende. Abbiamo ascoltato nella prima lettura una pagina triste dell’antico popolo, quella nella quale questo popolo tradisce l’alleanza con Dio e si costruisce un vitello d’oro. Un peccato terribile! Eppure anche attraverso questa drammatica colpa, Dio condurrà il suo popolo al porto sicuro della terra promessa.

Che cosa vuol dire questo? Che la potenza della misericordia di Dio è talmente grande che si serve di tutto, proprio di tutto, per realizzare il suo disegno di provvidenza e di amore sulla nostra vita. Si serve di ciò che a noi sembra negativo, di ciò che ci può sembrare doloroso; addirittura, si serve anche del nostro peccato per realizzare il suo disegno di grazia e di amore su di noi, tanto grande è la potenza della Sua misericordia. Anche i venti che appaiono contrari, in virtù di questa potenza di amore, divengono venti che indirizzano la vita al porto sicuro.

Ecco dove la potenza della misericordia del Signore la sperimentiamo ogni giorno e siamo chiamati a sperimentarla ogni giorno. Noi oggi, nella nostra preghiera personale e comunitaria, chiediamo: “Donaci di sperimentare la potenza della tua misericordia, non perché non ci sia, ma perché apriamo gli occhi e il cuore per renderci conto di come, tutto nella nostra vita, sia accompagnato dalla potenza della tua misericordia”.

E allora concludiamo e rinnoviamo la nostra speranza, quella che, con accenti commoventi e stupiti, ci ricorda spesso sant’Agostino: “In Gesù Cristo è la nostra vera e unica speranza”. Oggi, dopo aver riconsiderato dove e come la potenza della misericordia di Dio si manifesta nella nostra vita, diventa davvero naturale e si impone al nostro cuore rinnovare la nostra speranza, il motivo vero della nostra speranza: Gesù Cristo, potenza della misericordia di Dio, la vera e unica nostra speranza.

Trascrizione da registrazione audio