Parola della Domenica: “Ecco l’agnello di Dio…”

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Parola della Domenica: “Ecco l’agnello di Dio…”

Parola della Domenica: “Ecco l’agnello di Dio…”

Rimaniamo in ascolto di un brano dal vangelo di san Giovanni. Il Battista sta battezzando sulle rive del Giordano.
Ad un certo momento vede Gesù venire verso di lui, e dice: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo”.

In tal modo Giovanni offre una sintesi mirabile dell’identità del Signore. Egli è Colui che è venuto del mondo per immolare se stesso, per dare la propria vita perché noi potessimo avere la salvezza, la libertà dal peccato, dal male, dalla morte.
Le parole del Battista sono entrate nella celebrazione della Messa, tanto che le ripetiamo sempre, appena prima di accostarci alla Santa Comunione. In quel momento rinnoviamo la nostra fede nella presenza del Signore nell’Eucaristia, in quanto nostro Signore e Salvatore.

Prolunghiamo la meditazione del testo evangelico, con l’aiuto Guglielmo di Saint Thierry, monaco e autore spirituale di epoca medioevale: “Tu solo sei veramente il Signore: il tuo dominio su di noi è la nostra salvezza e il servire a te significa per noi essere da te salvati. E qual è la tua salvezza, o Signore se non ottenere da te di amarti ed essere da te amati? Perciò, Signore, hai voluto che il figlio della tua destra e l’uomo che per te hai reso forte, fosse chiamato Gesù, cioè Salvatore, infatti è lui che «salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21) e «in nessun altro c’è salvezza» (At 4, 12). Egli ci ha insegnato ad amarlo, quando per primo ci ha amati fino alla morte di croce, incitandoci con l’amore e la predilezione ad amare lui, che per primo ci ha amati sino alla fine.

Questa è la tua Parola per noi, Signore, questo il tuo Verbo onnipotente. E quanto egli operò, quanto disse sulla terra, fino agli insulti, fino agli sputi e agli schiaffi, fino alla croce e al sepolcro, altro non fu che il tuo parlare a noi per mezzo del Figlio: incitamento e stimolo del tuo amore al nostro amore per te.

Tu sapevi infatti, o Dio creatore delle anime, che quest’amore non poteva essere imposto alle anime dei figli degli uomini, ma bisognava semplicemente stimolarlo.

Hai voluto dunque che ti amassimo noi che non potevamo nemmeno essere salvati con giustizia, se non ti avessimo amato, né potevamo amarti, se non ne avessimo avuto il dono da te. Veramente, Signore, come dice l’Apostolo del tuo amore e noi stessi abbiamo già detto, tu per primo ci hai amati e per primo tu ami tutti coloro che ti amano”.