Parola della Domenica “Taci! Esci da lui!”

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Parola della Domenica “Taci! Esci da lui!”

Parola della Domenica “Taci! Esci da lui!”

Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella IV Domenica del Tempo Ordinario.

Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Marco: “Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: ‘Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio!’. E Gesù gli ordinò severamente: ‘Taci! Esci da lui!’. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui”.

L’episodio evangelico sottolinea la forza di guarigione che ha la parola pronunciata da Gesù. Lo spirito impuro non può nulla di fronte alla forza di questa Parola, è costretto a uscire dall’uomo posseduto e a riconoscere che Gesù è il Vittorioso, perché è il Figlio di Dio, Salvatore.

In tal modo ci viene ricordato che il peccato non ha l’ultima parola sulla vita del mondo e dell’uomo. In Cristo anche noi siamo vincitori, e la nostra speranza in una vita rinnovata e libera dal male e dalla morte trova sicuro fondamento.

Tutte le volte nelle quali avvertiamo nel cuore un pensiero, un desiderio, un progetto, una fantasia in contraddizione con la volontà di Dio, proviamo a riportare alla mente la parola di Gesù: “Taci! Esci da costui! Esci da me!”.

Faremo la gioiosa esperienza della potenza salvante della parola di Gesù, che ci ridonerà pace e gioia, con il rinnovato desiderio di adesione piena al Suo amore.

Ci aiuta nella riflessione, riguardo al significato della tentazione, un bel testo di Isacco di Ninive, mistico, teologo e vescovo della Chiesa in Oriente, intorno al VII secolo dopo Cristo:

“Il padre Antonio disse: ‘Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra, e dissi gemendo: – Chi mai potrà scamparne? E udii una voce che diceva: – L’umiltà’. Senza la tentazione non viene sperimentata la premura di Dio per noi, non si guadagna la fiducia in lui, non si impara la saggezza dello spirito, e l’amore di Dio non si radica nella nostra anima. Dinanzi alle tentazioni l’uomo prega Dio come uno straniero. Dopo però che egli, grazie al suo amore per lui, ha sostenuto la tentazione senza farsi sviare dalla tentazione stessa, Dio guarda a lui come a uno che l’ha amato e che può legittimamente ricevere da lui la ricompensa: lo considera un amico che per suo amore ha combattuto contro la potenza dei nemici, i demoni”.

Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto, augurando una bella Festa della Presentazione del Signore.
don Guido