Prefazione – Meditiamo il santo Rosario

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Prefazione – Meditiamo il santo Rosario

Prefazione – Meditiamo il santo Rosario

Il Rosario è la preghiera dei piccoli, la preghiera dei semplici. Per questo è la preghiera che si addice a ogni autentico discepolo di Gesù, perché tutti siamo chiamati a vivere l’infanzia spirituale secondo il Vangelo.

Sia benvenuto, pertanto, il presente sussidio, che viene pubblicato con il desiderio di aiutare a rimanere con Maria, nella contemplazione dei misteri della nostra salvezza.

Con Maria. Perché la grazia speciale del Rosario è proprio questa: poter avvicinare la vita di Gesù, meditare i grandi avvenimenti della nostra salvezza con gli occhi e con il cuore della Santa Madre di Dio. Direbbe sant’Ambrogio: “Sia in ciascuno l’anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio”.

Non si dimentichi, però, anche la valenza missionaria del Rosario. Ogni decina e  ogni “Ave”, infatti, sollecitano il cuore dell’orante a farsi portavoce, presso Dio, delle tante necessità della Chiesa e della sua missione nel mondo, dei tanti bisogni che riguardano la vita dell’umanità e della società. Gioie e dolori, attese e speranze entrano nel Rosario, che si fa preghiera di intercessione avvalorata dalla presenza materna della Madonna, Madre della divina grazia.

Alcuni potrebbero obiettare la ripetitività del Rosario, per avanzare difficoltà nel dedicarsi con fedeltà a questa preghiera. Ma, a parte la ricca dimensione contemplativa presente nel rinnovarsi prolungato dell’invocazione mariana, vale la pena ricordare, al riguardo, l’insegnamento di un grande vescovo americano, mons. Fulton Sheen. A due giovani fidanzati che lamentavano proprio il ripetersi eccessivo dell’Ave Maria, il Prelato interrogò prima il ragazzo e poi la ragazza, chiedendo loro se si stancassero a ridirsi nella giornata, per tante e tante volte: “Ti amo”. Il Rosario è la preghiera nella quale trova espressione delicata e profonda l’amore alla Madonna; come figli non ci stanchiamo di dirle: “Ti amo”, ripetendo l’Ave Maria.

Non dimentichiamo mai di portare con noi la corona del Rosario. Tenerla presso di sé, stringerla nella mano, sarà un modo semplice e bello per avvertire la presenza fedele e amabile della Madonna, che al Rosario ha affidato tanta grazia di conversione e di santità.