Riflessione – Inno dell’Akathistos

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Riflessione – Inno dell’Akathistos

Ci ritroviamo, come previsto, nella nostra chiesa cattedrale per concludere insieme questa bella solennità dell’Immacolata. Lo facciamo in tono un po’ minore, considerato il tempo che non ci ha aiutato. L’inno pertanto non lo canteremo, ma lo reciteremo, lo pregheremo, con fede e con devozione.
Ci introduciamo proprio in questa preghiera, antica e bella, riflettendo un momento, per poi lasciare spazio alla nostra preghiera, alla nostra lode alla Madonna. Questo inno, che sapete si chiama Akathistos, è un inno molto antico che la Chiesa, in particolare quella ortodossa, da tanti secoli rivolge alla Madonna.

È una preghiera un po’ particolare. È composta di ventiquattro stanze, e già questo è un elemento significativo, importante perché quando si parla di stanze si parla di una casa. Noi sappiamo che quando si entra in una casa, per la prima volta soprattutto, si visitano le singole stanze, per conoscere quella casa, per farcela diventare familiare, per apprezzarne anche la bellezza e il calore dell’accoglienza.
Queste ventiquattro stanze ci parlano, dunque, di una preghiera che ci fa entrare nel mistero di Maria, così come il Signore L’ha pensata nel suo piano di amore sull’umanità e sulla nostra vita personale. Capiamo allora che è una preghiera contemplativa, perché passeremo attraverso queste diverse stanze per guardare Maria, conoscere di più Maria, amare di più Maria.

Le ventiquattro stanze si dividono in due grandi “reparti”, fatti di dodici stanze. Il primo ci conduce attraverso i misteri del Natale e dell’infanzia di Gesù. Il secondo, invece, attraverso le verità più belle che riguardano la Madonna, in relazione al mistero di Cristo.
Non dimentichiamo questa suddivisione: ventiquattro stanze che ci consentono di addentrarci nell’identità più bella della Madonna nel suo mistero nel piano di Dio. Un primo reparto dove ci incontreremo ancora una volta con gli avvenimenti del Natale e dell’infanzia del Signore. Un secondo reparto dove ci incontreremo con tutte le verità che la Chiesa professa riguardo alla Madonna.

C’è un altro particolare che dobbiamo tenere presente. Questo inno ha due grandi prospettive. Una che potremmo definire “cristologica”, cioè ci aiuta a vedere la Madonna in rapporto a Gesù. Un’altra che potremmo definire ecclesiologica, cioè ci aiuta a vedere la Madonna in rapporto alla Chiesa, quindi anche alla nostra vita. Di questo diremo subito qualche parola. Prima, però, vogliamo ricordare che questo inno, sia che lo si canti sia che lo si preghi, è un inno che viene detto in piedi, in quanto così il popolo cristiano esprime la propria devozione, la propria venerazione, il proprio amore per Maria. Così faremo anche noi.
Torniamo per un momento su queste due prospettive. Quella per la quale l’inno mette in relazione Maria col Signore e l’altra per la quale l’inno mette in relazione Maria con la Chiesa.

L’inno mette in relazione Maria con il Signore Gesù: in che senso? Ci fa capire, via via che lo preghiamo, che la Madonna è tutta relativa a Gesù e che, dunque, la sua vocazione, la sua chiamata, il suo compito nella vita della Chiesa e nella nostra vita, è quello di portarci al Signore, di farci guardare a Lui, di metterci nelle sue mani e di aiutarci a crescere nel suo amore. Questo è il grande compito della Madonna. Ecco perché è così centrale il rapporto tra Maria e Gesù, in questo inno. Perché vuol portarci a capire, ancora di più e sempre di più, che la Madonna conduce al Signore. Più stiamo vicini a Lei e più stiamo vicini al Signore.

Un santo diceva che quando noi guardiamo negli occhi la Madonna ci accorgiamo che il suo sguardo si volge verso il suo figlio Gesù: è così che fa con noi! Quando La guardiamo, La fissiamo negli occhi, ci accorgiamo che il suo sguardo si volge, verso dove? Verso Gesù! Ci invita a guardare Lui, ci invita ad andare da Lui, ci invita da amare Lui. Mentre percorreremo queste stanze dell’inno, ci accorgeremo che la Madonna, che ci accompagna, ci porta verso il Signore e ci aiuta a vivere un legame sempre più stretto, sempre più vero e vivo proprio con Lui, con il Signore Gesù.

C’è un secondo aspetto. Maria in rapporto alla Chiesa. Ripeteremo un ritornello nel quale si dice “Ave, vergine sposa”: questo lo canteremo, anche se siamo pochi, ce la facciamo. È proprio bello mettere insieme, guardando la Madonna, questi due nomi: vergine sposa. Nella nostra esperienza sembrerebbero due nomi non tanto compatibili. In realtà, nella Madonna trovano una pienezza di significato e di contenuto. La Madonna, infatti, è vergine e proprio perché vergine è sposa. Proprio perché è vergine, cioè ha il cuore tutto del Signore, che è sposa del Signore. E non dimentichiamolo, proprio per questo è anche madre.

Scorrendo l’inno ci accorgeremo che se il ritornello ripete “vergine sposa” tutto l’inno parla della madre di Dio. La Madonna, dunque, è vergine, sposa e madre. Ed è madre e sposa proprio perché vergine. Quando chiamiamo la Madonna così, ci accorgiamo che la Madonna è immagine della Chiesa, perché la Chiesa è vergine, cioè è tutta del Signore. La Chiesa è sposa perché ama con tutta la passione del suo cuore il Signore. La Chiesa è madre perché genera alla vita del Signore tanti figli, noi. Vergine, sposa, madre. E noi, cantando questo inno, ricordiamo, non soltanto che la Madonna è vergine, sposa, madre, non soltanto che la Chiesa è vergine, sposa, madre, ma che anche noi siamo chiamati ad essere e a vivere la verginità, la sponsalità e la maternità. La verginità perché il Signore sia al centro della nostra vita. La sponsalità perché il nostro rapporto con Lui sia un vero rapporto di amore. La maternità perché siamo chiamati anche noi a generare alla fede e alla vita della grazia tanti nostri fratelli e tante nostre sorelle. Ecco il rapporto tra la Madonna e la Chiesa, ecco il rapporto tra la Madonna e ciascuno di noi. Vergine, sposa, madre.

C’è un terzo aspetto, che è bene tenere a mente mentre preghiamo l’inno Akathistos. Ogni stanza ha un corpo centrale. Questo corpo centrale è un insieme di lodi rivolte alla Madonna. La si chiama con molteplici appellativi e lì si capisce che il popolo cristiano ha dato sfogo al suo affetto per la Madonna, ha dato spazio alla sua devozione, ha dato forma al suo cuore innamorato della Madonna.
Noi vogliamo fare nostre quelle invocazioni, dando anche noi spazio al nostro cuore innamorato, al nostro affetto filiale, alla nostra devozione alla Madonna. Quello è il momento in cui, davvero, il cuore di noi figli, sia apre con amore, affetto, tenerezza e dolcezza alla maternità, alla bontà, alla bellezza della Madonna. Non dimentichiamo, dunque, questo corpo centrale che ritorna tante volte durante il percorso delle ventiquattro stanze. È il momento nel quale non soltanto contempliamo, ma è il momento nel quale il cuore si apre nella dolcezza di dire a Maria tutte le cose più belle che proviamo per Lei.

Concludiamo. Un grande teologo del secolo scorso ha detto che quando noi pensiamo al corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa, pensiamo al capo, che è Gesù, pensiamo alle membra che siamo noi, ma insieme a questo capo e a queste membra c’è un cuore, e il cuore è la Madonna. È molto bella questa immagine, perché ci fa capire come la Madonna sia il cuore della Chiesa, e allora anche il cuore della nostra vita cristiana.
Una poesia francese parla, narra di un ragazzo, un figlio che in un momento della vita perde la testa, uccide la madre, estrae il cuore, poi si mette a correre. Ad un certo punto si inciampa, cade e ascolta quel cuore che gli si rivolge e gli chiede: “Figlio mio, ti sei fatto male?”. Questa è ogni mamma, questa è la mamma delle mamme, cioè Maria. Questo è il cuore di una mamma, questo è il cuore della Madonna. Con noi la Madonna fa così, anche se a volte ce ne dimentichiamo, anche se a volte, forse, non La consideriamo quanto dovremmo, anche se qualche volta ci allontaniamo, quel cuore della Madonna batte sempre per noi, a nostro favore. Non dimentichiamolo.

Questa sera pregando l’inno Akathistos avvertiremo quel cuore della Madonna che batte per noi. Facciamo in modo di rimanergli vicino, sempre, ogni giorno della vita, perché quel cuore che batte per noi ha a cuore noi, il nostro vero bene, il nostro cammino verso il Signore.
Iniziamo, dunque, la preghiera di questo inno e davvero, pur nella semplicità nella quale la pregheremo questa sera, mettiamoci tutta l’anima. Ci sia l’anima dei figli che guardano Maria, La amano e da Lei vogliono imparare a vivere la loro vita con il Signore Gesù.