Lectio Divina – Luca 17, 11-19 (traccia)

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Lectio Divina – Luca 17, 11-19 (traccia)

Lectio Divina – Luca 17, 11-19 (traccia)

Gesù guarisce dieci lebbrosi
Suore Ravasco

Introduzione sulla lectio divina
“Vorrei evocare l’antica tradizione della lectio divina: l’assidua lettura della Sacra Scrittura accompagnata dalla preghiera realizza quell’intimo colloquio in cui, leggendo, si ascolta Dio che parla e, pregando, gli si risponde con fiduciosa apertura del cuore (cfr. DV 25). Questa prassi, se efficacemente promossa, recherà alla Chiesa – ne sono convinto – una nuova primavera spirituale. Quale punto fermo della pastorale biblica, la lectio divina va perciò ulteriormente incoraggiata, mediante l’utilizzo anche di metodi nuovi, attentamente ponderati, al passo con i tempi. Mai si deve dimenticare che la Parola di Dio è lampada per i nostri passi e luce sul nostro cammino” (Benedetto XVI, settembre 2005).

I quattro momenti della lectio divina

 

Lettura
– Ho letto? (es. il giornale)
L’atteggiamento è quello di Salomone all’inizio del suo regno: “Dammi, Signore, un cuore in ascolto…” (1 Re 3, 9).

– Una lettera di amore inviata proprio a me.
La grande consegna biblica: “Ascolta, Israele!”.

– Sant’Ambrogio: “Quando preghi, sei tu che parli con Dio; quando leggi, è Dio che ti parla”.

– Sant’Agostino: “Ascoltiamo, perché qui è presente Dio”.

– Busnaia, autore siriaco del IX-X secolo: “Chiedi con insistenza a Dio di illuminare gli occhi della tua anima, per essere capace di percepire la forza intima nascosta nella Parola del Signore. Poi mettiti in piedi, prendi il Santo Vangelo nelle tue mani, bacialo, posalo affettuosamente sui tuoi occhi e nel tuo cuore, e pieno di rispetto prega… Poi leggi il Vangelo restando in piedi”.

Meditazione
– Guigo II, il priore della Grande Certosa negli anni tra il 1174 e il 1180, la descrive così: “la diligente meditazione non si ferma alla superficie… Occorre andare ancora più in là: occorre penetrare il testo, interrogarlo analiticamente, considerarlo con attenzione”.
Bisogna far scendere fino al cuore la Parola ascoltata.

– E’ necessario che la parola sia digerita. La parola è cibo.

– Di Sant’Antonio, così dice Sant’Atanasio: “Tutto ricordava, al punto che la memoria sostituiva il libro”.

– Di Sant’Aelredo di Rielvaux si dice che parlava dalla biblioteca del suo cuore (la teca dei libri della Scrittura).

– Alcuni metodi per la meditazione: la struttura del testo, osservare i personaggi e le loto parole, ricostruire la scena, sottolineare le espressioni più significative, commenti dei Padri.

Preghiera
– La meditazione della Parola plasma il cuore del credente e da questo cuore parte il secondo grande movimento della lectio: la Parola letta e meditata si fa preghiera e converte la vita

– La Parola diventa veicolo della nostra preghiera. Quali migliori parole possiamo usare se non quelle ispirate da Dio stesso?

– Sant’Agostino: “O dolce colloquio! O soave intrattenimento!”.

Contemplazione
– La vera contemplazione è il confronto vitale con Dio, un confronto che deve giungere a cambiare la vita. La nostra vita deve diventare Parola incarnata.

– La vita è il banco di prova della lectio.

– La Parola, d’altra parte, rivela sempre più se stessa nella misura in cui la caliamo nella vita. San Gregorio Magno: “La Parola cresce con chi la legge”.

– La vita trasformata ci fa tornare alla Parola e “ci accorgeremo che c’erano ancora tanti panorami da scoprire, che avevamo appena cominciato a sfiorare con i nostri occhi” (Card. Newman).

Luca 17, 11-19
Lettura
San Benedetto: “Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del Maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati del suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell’obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l’ignavia della disobbedienza” (Regola)

Lettura del testo
Pausa di silenzio

Meditazione

v. 11

  • Il cammino di Gesù verso Gerusalemme.
  • Il cammino strano di Gesù: non si va in Galilea (a nord) dopo essere stati in Samaria per andare verso Gerusalemme. Si tratta di un percorso spirituale e non geografico: la quotidianità e la infedeltà.

v. 12

  • Dieci lebbrosi: il numero di adulti richiesti per l’assemblea sinagogale, segno dell’intera umanità. Tutti hanno peccato.
  • Rimangono a distanza. Così chiedeva la Legge antica, segno della distanza tra la morte e la vita: “Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: ‘Impuro! Impuro!’. Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento” (Levitico, 13, 45-46)

v. 13

  • “Alzavano la voce”: per dichiarare la propria impurità, per chiedere un intervento salvatore. Quel grido da lontano, dalle lontane regioni della nostra malattia spirituale.
  • “Gesù Maestro, abbi pietà di noi”. In pochi nel vangelo chiamano Gesù per nome: il cieco e il malfattore in croce. L’infermità dà diritto all’intimità con Gesù. Gesù è la misericordia. La preghiera del cuore.

v. 14

  • “Appena li vide”. Lo sguardo di Gesù che subito provoca il gesto di salvezza
  • La purificazione segue al gesto della fede e dell’obbedienza alla Parola ascoltata.

vv. 15-16

  • Nel gesto del samaritano è presentato il culto della Chiesa. Tornare a Gesù, rendere gloria a Dio per la salvezza, prostrarsi in adorazione, rendere grazie.
  • Il vero luogo della salvezza, il nuovo tempio è Gesù, il Suo Corpo. E il tempio è un tempio vero quando è vissuto come luogo della presenza di Cristo e della Sua Chiesa.
  • La sottolineatura del samaritano: il contrasto tra l’infedeltà dell’uomo e l’opera salvatrice di Dio, che è il Salvatore

vv. 17-19

  • Lo stupore di Gesù per gli altri nove e il mandato al samaritano perché riprenda la strada e raggiunga gli altri. La via della missione: la salvezza non è solo per sé.
  • Il viaggio del cristiano

Preghiera
Pausa di silenzio

Contemplazione

  1. La nostra Samaria, personale e collettiva e la nostra salvezza in Cristo. L’unico nome in cui possiamo essere salvati. La risposta a tutto l’enigma dell’uomo
  2. La preghiera, il grande mezzo dell’incontro personale con il Signore per la trasformazione della vita. Il Tu a tu dell’esperienza cristiana è mantenuto vivo dalla preghiera.
  3. La missione come dimensione essenziale della vita cristiana. Siamo cristiani nella misura della nostra sete di annuncio.

Guardiamo a Maria!