Lectio Divina – Matteo 28, 1-10 (traccia)

Home / Lectio Divina / Lectio Divina – Matteo 28, 1-10 (traccia)

Lectio Divina – Matteo 28, 1-10 (traccia)

Lectio Divina – Matteo 28, 1-10 (traccia)

Il sepolcro vuoto
Suore Ravasco

Introduzione al vangelo di san Matteo

E’ probabile che Matteo abbia scritto il suo Vangelo tra il 70 e l’80 d.C.
L’evangelista è simboleggiato dall’uomo 8° uomo alato) perché sottolinea l’umanità di Gesù: si pensi alla genealogia e ai racconti dell’infanzia.

Alcune grandi tematiche del libro

  1. Le parole di Gesù
    Matteo è molto interessato alle parole di Gesù, alla sua dottrina. I discorsi, nel suo vangelo, sino più numerosi e più ampi che negli altri vangeli. La stessa disposizione della materia sembra seguire un ordine didattico, che fa perno attorno a cinque grandi discorsi: della montagna, missionario, in parabole, ecclesiale, escatologico
  2. Una storia
    Matteo, però, non vuole ridurre il Vangelo a una dottrina. Per lui il Vangelo è anzitutto una persona e una storia. E’ visibilissima la storia di Gesù. Egli unisce con saggezza racconto e catechesi, storia e dottrina.
    Il suo Vangelo, pertanto, è soprattutto crtistologico
  3. Gesù Maestro
    La sottolineatura cristologica consiste nel presentare soprattutto Gesù come il Maestro, il nuovo Mosè superiore all’antico, il profeta portatore della parola ultima e definitiva di Dio. Il giudaesimo è invitato a superarsi, nella convinzione che la vera fedeltà al giudaesimo sia l’adesione al Vangelo.
  4. Un Vangelo ecclesiale
    Matteo è particolarmente sensibile alla Chiesa. E’ l’unico evangelista che mette in bocca a Gesù la parola “ecclesia”. E i temi che tratta sono scelti in base alle esigenze della comunità.
    Ecco i problemi:
    – La continuità con l’Antico Testamento, che sembrava essere messa in dubbio dal rifiuto opposto a Cristo dal popolo giudaico. Ecco perché l’evangelista cita di frequente l’Antico Testamento
    – Molte situazioni che hanno bisogno di chiarezza e che riguardano la vita della comunità: come concepire la missione in mezzo ai pagani; come risolvere alcuni casi quali il matrimonio, la ricchezza, l’autorità; quale posizione prendere rispetto alle divisioni interne alla comunità, di fronte ai peccati e agli scandali.

Lectio divina

Lettura del testo

  • “Dopo il sabato, all’alba”
    E’ l’inizio bellissimo di questo brano.
    Anzitutto: “dopo il sabato”. La risurrezione non avviene al termine della settimana, ma all’inizio, l’ottavo giorno. La nostra esistenza è ormai illuminata da questa luce senza tramonto. Il “risus paschalis” è ormai il colore della nostra vita.
    E poi “l’alba”. Il termine usato da Matteo (cf. anche Lc 23, 54), in greco, esprime la forza della luce che riesce, sorgendo, a coprire la tenebra. La forza della luce raggiunge anche noi liberandoci dalla morsa del buio.
  • “andarono a visitare la tomba”
    Da una parte si sottolinea il richiamo del tesoro prezioso a cui le donne si rivolgono: dov’è il tuo tesoro là è anche il tuo cuore.
    Dall’altra parte il verbo “visitare, qui ha una accezione particolare: guardare attento, penetrante, quasi esperto: proprio di chi vuol vedere bene. Matteo, poi, sceglie qui il termine più duro per dire “sepolcro”, per mettere in evidenza il coraggio delle donne che si pongono faccia a faccia con la morte.
  • “Ed ecco vi fu un gran terremoto”
    La terra diventa come un grampo che partorisce. UN richiamo al grido di Gesù sulla croce.
  • “Rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve”
    Il primo gesto vincente che osserviamo: la pietra è tolta e si siede sopra. Questa scena richiama quella di Giacobbe che, giunto al pozzo davanti a Rachele rotola via la pietra che le impediva di attingere acqua (Gn 29, 2). La tomba di Cristo è il vero pozzo da cui sgorga la vita per noi.
    La folgore è proprio del divino e la veste bianca è del vincitore, non più privato delle sue vesti.
  • “Voi non abbiate paura”
    La paura di Dio caratterizza la vicenda umana da sempre: fascino e terrore. Sia per la maestà di Dio, sia per il dubbio circa l’amore di Dio per l’uomo. Il “non abbiate paura” ritorna continuamente nella Bibbia, quasi richiamo fondamentale di Dio all’uomo. Dio sa che cosa c’è nel cuore umano dopo il primo peccato.
  • “Cercate Gesù”
    E’ un verso bello e familiare che percorre tutto il Vangelo. “Che cosa cercate?” (Gv 1, 38), all’inizio della vita pubblica. E poi ancora alla fine: “Chi cercate?” (Gv 18, 4-7). La ricerca di Gesù è la vita dell’uomo.
  • “E’ risorto. Guardare il luogo dove era stato deposto”
    Il cuore della fede cristiana. “Se Cristo non è risorto vana è la vostra fede”. Bisogna guardare dentro questa realtà. Gesù non è un ricordo storico, non un grande uomo, è Dio. Si è testimoni di ciò che si è visto.
    La deposizione richiama la nascita a Betlemme.
  • “Presto, andate a dire: E’ risorto dai morti”
    La dinamica della missione che ha una forma – la fretta, la corsa “corsero” – (es. San Francesco Saverio) e un contenuto – Cristo Risorto.
  • “Vi precede in Galilea”
    La carta d’identità del discepolo. Torna alla mente il dialogo di Gesù con san Pietro. La vita ormai è un andare dietro a lui.
    “Gioia grande”
    Ritorna il tema iniziale della gioia che, d’altronde, caratterizza tutti i racconti evangelici della risurrezione.
    Quando nasce Gesù si parla di gioia grande (Mt 2, 10; Lc 2, 10). Giovanni Battista che esulta alla voce dello sposo (Gv 3, 29). Dopo l’Ascensione i discepoli hanno una grandissima gioia (Lc 25, 52)
  • “Gesù venne loro incontro e disse: Salute a voi!”
    E’ Gesù che si muove e che sempre ci precede. L’incontro con Lui è il segreto che cambia la vita. Gesù invita a rallegrarsi con il suo saluto: in Gesù non vi più spazio per la paura di Dio che fece fuggire Adamo.
  • “Gli abbracciarono i piedi e lo adorarono”
    Abbracciano i piedi che hanno percorso la nostra storia (il Dio con noi). Abbracciano i piedi per custodire nel cuore il ricordo della visita con la quale il Signore ha salvato la loro vita. Compiono il gesto dei Magi: adorano e baciano riconoscendo in Lui il Signore della loro vita. Il gesto della comunione di amore.
  • “In Galilea mi vedranno”
    Bellissimo questo richiamo alla Galilea, là dove tutto era iniziato. Galilea significa “curva”, “anello” d’amore. Là il Signore viene a sposarci, ci mette l’anello del matrimonio per sempre (“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20). L Galilea rimarrà per sempre il luogo dell’incontro di amore.

Attualizzazione

  1. La gioia della risurrezione.
  2. Guardare le nostre morti, oramai sconfitte per sempre. Guardare il Risorto presente nella nostra vita.
  3. La fratta dell’annuncio
  4. L’amore e la gioia nella fede