Omelia – Domenica VI di Quaresima – Anno A

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Omelia – Domenica VI di Quaresima – Anno A

Agostiniane di Montefalco
Santuario di Montefalco

Omelia
C’è un gesto molto bello che il sacerdote compie dopo aver proclamato il Vangelo. Questo gesto è il bacio!
Il sacerdote che ha letto il vangelo lo bacia. Qual è il significato di questo gesto così bello e significativo?

Il bacio è segno di un desiderio di intimità, di comunione profonda, di uno scambio di vita. Il bacio che il sacerdote dà al vangelo è proprio l’espressione di questo desiderio: il volere che la propria vita sia un’unica cosa con la Parola ascoltata, ancora di più con il Signore che l’ha pronunciata. Il gesto del Sacerdote non è soltanto il suo, è di tutti noi che ascoltiamo il Signore che ci parla.
Quest’oggi, vogliamo anche noi, per lo meno spiritualmente, baciare il Vangelo che abbiamo ascoltato, con il desiderio che questa Parola di Dio, possa diventare un tutt’uno con la nostra vita, veicolo di un’intimità più grande fra noi e il Signore. Così che sia celebrata una comunione più profonda con la vita del Signore e la nostra vita. Con questo desiderio rimaniamo in ascolto di quello che il Signore ci ha detto oggi.

Una prima parola che possiamo trovare come sintetizzata nella preghiera con la quale abbiamo iniziato la S. Messa. Abbiamo chiesto al Signore di custodire la sua Parola nel cuore, perché la nostra vita possa diventare una stabile dimora di Lui. Se noi siamo ascoltatori fedeli della Paro­ la del Signore, Lui abita nel nostro cuore e nella nostra vita. Più noi rimaniamo in ascolto della Parola di Dio, del Suo Van­gelo e più la nostra vita rimane abitata da Dio. Come è bello questo, una vita abitata da Dio. E’ bello, perché là dove abita Dio, abita la pienezza della vita, là dove abita Dio abita la gioia vera, là dove abita Dio abita il senso autentico del nostro vivere, del nostro andare lungo il nostro pellegrinaggio terreno.
Come desideriamo allora, che Dio abita e abiti sempre più la nostra vita? Se riconosciamo questo è necessario che ne ascoltiamo più la Voce la Parola. Più noi ascoltiamo questa Parola, questa Voce, più Dio abita in noi. Non dobbiamo temere che il Signore abiti più, di più, nella nostra vita, perché lo dobbiamo ricordare, quando il Signore viene non ci toglie nulla, ma ci dona tutto!

Quando il Signore abita in noi, noi sperimentiamo non tristezza e paura, ma gioia e pace. Là dove Dio abita, davvero la vita fiorisce.
Noi desideriamo questo, perché noi vogliamo che la nostra vita fiorisca , che la nostra vita sia piena, che la nostra vita sia nella gioia, che la nostra vita conosca un significa­to pieno, autentico e proprio perché vogliamo questo, dobbiamo lasciare che Dio abiti in noi, che la sua Parola ci raggiunga più spesso, con più assiduità, con  più continuità.
Ecco ciò che dobbiamo oggi anzitutto custodire nel cuore: rinnovare il desiderio che Dio abiti in noi e dunque rinnovare il desiderio di metterci più spesso, con più intensità in ascolto di Colui che ci parla.

C’è un secondo aspetto che ci viene do­nato oggi Abbiamo  ascoltato  ripetere più volte che la Parola è la Sapienza di Dio. Come è importante che rimaniamo in ascolto di Lui che ci guarda per acqui­stare la Sapienza di Dio. Cos’è la Sapienza di Dio? È il modo di guardare le cose dal punto di vista di Dio. Il modo giusto di guardare tutto, di guardare noi stessi, di guardare gli altri, di guardare il mondo, di guardare i fatti della storia, di guardare la nostra vita, di guardare la gioia e il dolore, di guardare la morte, di guardare ogni cosa. La Sapienza di Dio è il modo in cui Dio guarda tutto. Non vogliamo noi avere questa Sapienza che ci dona questo sguardo così vero su tutto?
I primi cristiani si definivano e venivano definiti così: uomini e donne da/l’occhio penetrante . Uomini e donne di Dio che proprio perché avevano quella fede e una grande familiarità con la Parola del Signore, erano sapienti. Avevano la Sapienza di Dio, cioè lo Sguardo di Dio sulla realtà. Come vogliamo averlo anche noi. Allora, se vogliamo essere sapienti, dobbiamo ascoltare di più e con più profondità il Signore che ci parla.
E ancora un terzo aspetto. Nella pagina del Vangelo abbiamo ascoltato più volte Gesù ripetere: mi è stato detto, ma io vi dico…, e  presentare una forma di vita straordinariamente bella. La forma di vita del Vangelo, la forma di Vita che Dio ha pensato per noi, la forma di Vita che è la Santità . Siamo in questo luogo di Santità. S. Chiara è una donna che ha vissuto fino in fondo il Vangelo e una donna che ha vissuto la forma di vita che Dio voleva per lei. La sua è stata una vita bellissima! Questa sera siamo richiamati anche su questo: alla gioia di poter vivere come Dio vuole e pensa la nostra vita. Questo è possibile se la Parola, la Parola del Signore diventa la Parola della nostra vita, quella Parola che tutto illumina, che tutto sostiene, tutto guida.

Ecco tre aspetti semplici, ma molto bel­ li, che questa sera ci vengono ricordati. Siamo partiti dicendo: come è bello baciare la Parola di Dio, perché significa il nostro desiderio di entrare in comunione profonda con questa Parola e con Dio. Da qui, che cosa scaturisce? Il desiderio grande, che Dio abiti in noi, il desiderio grande che Dio sia la nostra Sapienza, il desiderio grande di una vita bella: la vita di santità.
Questo triplice desiderio può realizzarsi in noi nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di più del Signore che ci parla. Quella Parola diventerà in noi Presenza di Dio, quella Parola diventerà per noi la Sapienza di Dio, quella Parola diventerà in noi, sorgente di una vita nuova, di una vita di santità.
Mettiamo qui sull’altare questi tre desideri, mettiamo qui sull’altare la nostra preghiera e il nostro impegno, perché la Parola del Signore accompagni e accompagni di più i passi del nostro cammino.

(sintesi del parlato)