Omelia – Solennità della Santissima Trinità

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Omelia – Solennità della Santissima Trinità

Santa Messa nella  Solennità della Santissima Trinità

Tortona.

 

La celebrazione di oggi, nella quale contempliamo con gioia e con meraviglia il mistero di Dio che è Trinità, è una celebrazione bellissima: non soltanto perché ci introduce al cuore del mistero di Dio, ma anche perché, introducendoci al cuore del mistero di Dio, ci introduce al cuore della nostra vita.

Sant’Agostino, un giorno, mentre camminava lungo la riva del mare, incontrò un bambino che raccoglieva l’acqua del mare e la metteva dentro una buca che aveva scavato nella sabbia. Incuriosito, il Vescovo si fermò e gli chiese: «Che cosa stai facendo?». Il bambino gli rispose: «Sto cercando di mettere in questa buca scavata nella sabbia tutta l’acqua del mare». Agostino disse al bambino: «Guarda che non ci riuscirai mai!». Allora il bambino replicò: «Hai proprio ragione. Ma guarda che anche tu non riuscirai mai a comprendere fino in fondo il mistero di Dio».

Evidentemente quel bambino era stato mandato dal Signore, perché Agostino stava scrivendo un testo importantissimo e bellissimo proprio sul mistero di Dio Trinità. Ed è per questo che il Vescovo di Ippona poteva poi affermare: «Dio, nel suo mistero, non lo si può comprendere. Però, come capita per l’acqua dell’oceano che non la si può raccogliere tutta, ci si può immergere dentro».

Ed è quello che Agostino ha fatto: si è immerso dentro l’oceano infinito del mistero di Dio, Trinità e Amore. La Trinità, infatti, ci parla proprio di Dio, come di Colui che è un mistero di amore sovrabbondante, eccedente, inimmaginabile nella sua sconfinata immensità e bellezza. Talmente grande, infinito, eterno è questo Amore che è Dio, il cuore di Dio!

Eppure questo mistero trova riscontro nell’ordinarietà della nostra vita. Quando, ad esempio, guardiamo la creazione, ci addentriamo nell’universo, pensiamo al macrocosmo e alziamo lo sguardo verso i miliardi di stelle che vi sono presenti, lo spazio indefinito in cui la nostra terra è collocata, possiamo capire qualcosa dell’eccedenza dell’amore di Dio, della sovrabbondanza dell’amore che è Dio. La creazione, a ben vedere, è uno speco evidente, lo spreco di un Amore che si dono senza riserve e che si rallegra nel donarsi. E quando ci addentriamo nelle miriadi di specie viventi che abitano la nostra terra…Pensate alla bellezza di un fiore, splendido nei suoi colori e nelle sue fattezze, che nasce in cima a un monte o in un dirupo, dove nessuno mai lo vedrà…Non vi è in questo uno speco evidente, lo spreco di un Amore che si dono senza riserve e che si rallegra nel donarsi?

In verità, se ci guardiamo attorno e guardiamo con occhi limpidi, tutto ci parla di un Amore che ha trovato espressione nella realtà nella quale abitiamo e che davvero è il segno di un amore che va oltre, di un amore che non possiamo neppure immaginare, di un amore che varca i confini del nostro pensiero, un amore sovrabbondante ed eccedente, un amore che spreca amando.

Abbiamo parlato della creazione e di alcuni suoi aspetti. Pensiamo anche all’opera della nostra redenzione. Dio, con una sola parola avrebbe potuto realizzare il disegno della nostra salvezza. Ma non ha voluto che fosse così. Ha voluto, invece, che anche l’opera della nostra salvezza portasse l’impronta di un amore sovrabbondante, espresso nel Suo unigenito Figlio, fattosi uomo per noi, mandato a versare il sangue per noi, crocifisso, morto e risorto per gridare al cuore dell’uomo la grandezza del Suo amore eccedente e sovrabbondante, del Suo amore sprecato.

Noi, oggi, vogliamo immergerci dentro questo amore di cui ci parla il mistero trinitario che, tra l’altro, non è così distante dalla nostra vita. Come si realizza, infatti, l’amore nella nostra esperienza umana?  Perché l’amore vi sia vi deve essere un amante, un amato e l’amore. Pertanto, seppure in modo tenue, ogni storia di amore umano è il riflesso vero della Trinità di Dio. E dove è presente l’amore nella storia, là si rende presente, in modo riflesso e partecipato, il mistero dell’amore che è in Dio, Padre e Figlio e Spirito: l’Amante, l’Amato, l’Amore. Questa è la Trinità! Questo è lo straordinario mistero del cuore del nostro Dio!

Oggi, allora, ci fermiamo per immergerci nell’oceano infinito che è il cuore del nostro Dio: un cuore amante, in modo talmente sovrabbondante nell’amore, che ci abbaglia per tutto il suo infinito splendore.  E ci sentiamo proprio come quella buca scavata nella sabbia, nella quale è impossibile riversare tutta quanta l’acqua dell’oceano.

Ma questa impossibilità, segno dell’Amore infinito che è Dio Trinità, ci riempie di gratitudine, ci riempie di gioia, ci riempie di meraviglia. Perché tanto grande è Dio nell’amore! Capiamo ora meglio perché oggi, durante la celebrazione, abbiamo ripetuto con il ritornello del Salmo: “A te la lode e la gloria nei secoli”. Così dovrebbe esprimersi la nostra vita di fede! Ripetendo, senza interruzione “A te la lode e la gloria nei secoli”: perché abbiamo gustato, sperimentato la grandezza dell’amore di Dio, che è il senso della nostra vita. Dovremmo vivere la relazione con Dio, riconoscendo che il senso della vita e di tutto ciò che esiste è acclamare: “A te la lode e la gloria nei secoli”, dal momento che l’amore di Dio tutto racchiude, in quell’amore tutto ha un senso, quell’amore tutto abita donando forma e vita.

Immergerci nel mistero di Dio Trinità, Dio Amore infinito, significa anche tornare con gioia stupita a ciò che ciascuno ha ricevuto in ragione del proprio Battesimo. Da quel momento, infatti, la Trinità ha preso abitazione nel nostro cuore. Ce lo ricorda san Paolo, quando afferma: “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori”. Davvero la Trinità è in noi, noi ne siamo il tempio vivente!  Quando, in modo particolare, ci accorgiamo della verità di questo grande mistero? Quando capiamo che l’amore è il segreto della vita, che senza amore non possiamo vivere, che se non amiamo e non siamo amati siamo perduti e smarriti, che soltanto l’amore è il motivo della gioia autentica e che soltanto l’amore è ciò per cui vale la pena vivere e morire. Tutto questo ci fa capire che Dio Trinità è dentro di noi, abita il nostro cuore e la nostra vita.

Oggi, pertanto, desideriamo contemplare nella Trinità di Dio il mistero del suo amore infinito e, nello stesso tempo, desideriamo considerare con meraviglia e con gioia che questo mistero di Dio Trinità Amore abita in noi. Assecondiamolo, questo Amore! Assecondarlo significa avere vita, assecondarlo significa fiorire in bellezza vera; non assecondarlo significa sperimentare la morte, significa sfiorire nel più triste smarrimento. O noi viviamo nell’Amore e per l’Amore o siamo perduti. O noi viviamo nell’Amore e per l’Amore o perdiamo il significato del vivere. O noi viviamo nell’Amore e per l’Amore o non sappiamo più chi siamo.

La celebrazione della Santissima Trinità ci è donata per questo: perché ci immergiamo nel mistero dell’Amore che è Dio e perché, in virtù di questa immersione, troviamo il significato autentico della nostra vita.

Trascrizione da registrazione audio