Omelia – SS. Trinità – 25° Professione religiosa

Home / Omelie / Occasioni Particolari / Omelia – SS. Trinità – 25° Professione religiosa

Omelia – SS. Trinità – 25° Professione religiosa

Solennità della Santissima Trinità
Roma

E’ una bella solennità questa della SS. Trinità, bella per ringraziare il Signore di tutto ciò che ha compiuto nella nostra vita, bella per guardare avanti e pensare a che cosa ancora abbiamo da  realizzare per corrispondere ai tanti doni che abbiamo ricevuto e se questo canto di gratitudine e questa programmazione che guarda avanti  ha a che fare con tutti noi oggi, certamente ha a che fare in modo particolare con la nostra cara Sr…. che ricorda i cinquant’anni della sua Professione Religiosa. Insieme vogliamo soffermarci su alcuni di questi motivi che allo stesso tempo diventano motivo per la grande nostra gratitudine e motivo per guardare avanti e rinnovare il nostro proposito, il nostro desiderio di corrispondere totalmente al dono di Dio.

Nel versetto dell’Alleluia, oggi abbiamo ripetuto, cantato una preghiera che coralmente in questo  giorno sale dalla Chiesa verso Dio: “Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo”.  Come dovremmo oggi entrare  in questa glorificazione della Trinità con atteggiamento contemplativo e adorante allo stesso tempo! Nella liturgia, quando preghiamo così, noi chiniamo il capo e lo chiniamo per ricordarci che siamo davanti alla maestà della divinità e lo chiniamo anche guardando dentro di noi,  nel nostro cuore perché anche lì nel nostro cuore vi è la divinità  presente. E’ bello ricordare questo oggi: Dio è presente con la sua splendida maestà, anche oggi Dio é presente dentro di noi con la sua splendida maestà. Noi lo guardiamo attorno a noi, lo contempliamo in noi, siamo immersi nella  presenza splendida della divinità. Oggi ringraziamo perché il Signore ci ha  immersi nella sua presenza, ci ha permesso di vivere  nello splendore del suo mistero, ci ha ammessi a vivere nell’intimità del suo Cuore. Mentre ringraziamo per questo, rilanciamo i nostri impegni, i nostri desideri facciamo come un’immersione nel mistero della Trinità, un crescere in familiarità con il Cuore divino, un rimanere nello splendore della sua gloria e della sua presenza.

Quando si fa il catechismo si racconta un piccolo fatterello. Un bambino  un giorno chiese al papà: “Papà, quanto è grande Dio?” Allora il papà prese per mano  il bambino e lo portò fuori. e gli disse: “Guarda verso il cielo!” E nel cielo passò un grande  aereo. Il papà disse al bambino: “E’ grande l’aereo?” “Sì, papà, rispose, è grande, molto grande !” Prese per mano il bambino e lo portò all’aeroporto, vicino a un aereo che era  in sosta e di nuovo il papà gli disse: “Ti sembra grande?”  “Grandissimo, papà!” E il papà ancora: “E’ più grande di quello che hai visto nel cielo?” “Sì, molto più grande!” E il papà di nuovo: “Eppure è lo stesso aereo quello che hai visto là e quello che adesso è qua!” Allora gli disse: “Dio è grande, sempre più grande nella tua vita nella misura in cui tu gli starai vicino!”
Questo dobbiamo dirlo: noi abbiamo avuto la grazia di vedere da vicino il volto del Signore, di aver avuto l’ingresso nel mistero della Trinità, dobbiamo desiderare di stare sempre più vicini al Cuore divino, di stargli sempre più vicino  perché questa presenza di Dio sia sempre più grande per noi, riempia di Lui sempre di più la nostra vita. Allora ringraziamo insieme e procediamo insieme e sosteniamo con il nostro ringraziamento il ringraziamento di Sr …, sosteniamo con  il nostro desiderio, il desiderio di Sr ….

Sant’Agostino dice in un suo scritto sulla Trinità: “Chi vede la carità, vede la Trinità!” In questo modo ci ricorda che l’essenza del mistero di Dio è proprio l’amore. Il Dio trinitario si rivela con un amore infinito, eterno, senza misura e ognuno di noi  nella misura in cui scoprirà questa realtà, scoprirà anche il senso della nostra vita che è amare. Non c’è un altro significato, un altro senso.  Come è bello oggi poter dire grazie al Signore perché si è fatto scoprire a noi come il volto dell’amore infinito e come in un ritornello oggi dire al Signore che non ci basta, che vogliamo ancora andare avanti nello scoprirlo, nello scoprire un amore significativo nella nostra vita come un continuo atto di amore a Dio e  ai fratelli. Sempre  e del tutto crediamo e ci fidiamo del volto  dell’amore di Dio e siamo sicuri che sempre il nostro rapporto con Dio è un rapporto di amore, in cui  amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
In una notte di preghiera,  San Francesco d’Assisi chiese al Signore: “Rivelami il segreto della tua vita!” E ad un certo momento Egli rispose con tre parole ripetute: “Io sono colui a cui non basta, non basta, non basta!” Non basta mai, perché Dio ama senza misura, ma non basta perché il nostro cuore sente il desiderio ogni giorno di amarlo di più con maggiore intensità. Noi oggi insieme ringraziamo perché la nostra vita è stata catturata dall’amore di Dio e ha trovato senso pieno perché  chiamata ad amare. Ma lo ringraziamo anche con il desiderio di entrare sempre  più dentro in questo  amore di Dio che riempie la nostra vita sempre di più, con la risposta dell’amore del nostro cuore a cui non basta mai amare,  che desidera crescere sempre più nell’amore di Dio e dei fratelli.

Quando noi guardiamo il volto di Dio Trinità, lo guardiamo come Padre, come Figlio,  come Spirito Santo. Lo guardiamo come Padre che da sempre ci ha voluto, ci ha desiderato, ci ha chiamato e ci ha dato la vita ed è il senso della nostra esistenza del nostro cammino nella vita. Lo guardiamo come Figlio, come colui che ci ha salvato e che ha voluto con noi stringere  un patto di amore sponsale. Lo guardiamo come Spirito Santo che accompagna la nostra vita e ci chiama alla santità, cioè alla corrispondenza a Dio. E noi nel momento in cui lo contempliamo come Creatore, ci affidiamo, nel momento in cui lo contempliamo come Figlio Salvatore lo amiamo sponsalmente e quando lo contempliamo come Spirito Santo lo invochiamo con fiducia. La nostra vita fin qui è stata questo: un ricordarci che siamo stati chiamati e siamo amati, un ricordare che siamo sponsalmente amati, un ricordare che siamo continuamente accompagnati nella santificazione di ogni giorno. E’ bello ricordarlo, è bello ricordare che noi ci siamo affidati al cuore di Dio Padre, è bello ricordare che ci siamo dati  sponsalmente al Figlio Salvatore, è bello ricordare che abbiamo corrisposto alle ispirazioni dello Spirito che ci ha condotto sul cammino della santità! Però, oggi, mentre ringraziamo per  tutto questo, rilanciamo la nostra vita, vogliamo che la nostra relazione con il  Padre, con il  Figlio con lo  Spirito  sia ancora più intensa di quanto non sia stata fino adesso, un desiderio più grande,  che sia un sostegno di questo rendimento di grazie e del desiderio che si rinnova nella vita di Sr ….

La beata Elisabetta della Trinità prendendo spunto da una espressione di San Paolo ha desiderato fare della sua vita una lode e una gloria di Dio. E ha espresso questo: “Come vorrei, come  voglio che guardando me, si veda Dio! Oggi, in questa bella solennità della  Trinità, non possiamo non ricordare anche in questo caso il dono che ci viene concesso: di poter essere così, una abitazione di Dio da mostrarlo al mondo, di chiedere la grazia di essere così uniti al Signore da diventare una lode e una sua gloria! Però, allo stesso tempo, ci ricordiamo anche che questa grazia, che questo desiderio della nostra vita devono diventare sempre più una realtà. Come dobbiamo desiderare che vedendoci gli altri pensino a Dio,  che guardando a noi gli altri si sentano innalzati al Dio  Trinità che incontrandoci tanti siano condotti alla vita con Dio.
Vi erano tre monaci che un giorno decisero di andare a trovare un anziano per interrogarlo su Dio. Si recarono presso di lui e lo interrogarono e lui rispose. Tornarono un secondo giorno e di nuovo i monaci interrogarono l’anziano. Anche il terzo giorno gli stessi due monaci interrogarono l’anziano. Questa volta l’anziano si rivolse a quello dei tre che non aveva mai parlato e gli chiese: “Senti, sei venuto con i monaci, penso per interrogarmi anche tu, perché non hai parlato?” E questo monaco rispose: “A me è bastato guardarti!”

Come sarebbe bello se fosse così anche per noi! Sufficiente guardare per vedere il volto di Dio nella nostra vita, nei nostri volti! Ecco, oggi Sr … in modo del tutto singolare chiede questa grazia nella sua vita, che è già una realtà, ma che deve realizzarsi ancora di più, come anche per tutti noi e tutti noi sosteniamo questo suo desiderio. Allora, che questa giornata, questa solennità, questa festa così bella per la nostra fede  sia un dire grazie a Dio per lei e per la nostra vita, sia un dire grazie a Dio perché si è rivelato a noi e ha colmato i nostri cuori, sia un dire grazie a Dio perché si è rivelato come Figlio e Spirito accolto con gioia nella nostra esistenza, sia un dire grazie a Dio perché ci ha reso sua abitazione e ha reso visibile questo amore. E mentre diciamo grazie,  chiediamo che tutto questo diventi ancor più una realtà, che tutto questo ci catturi  ancora di più, che tutto questo divenga con gioia  la felicità della nostra vita.

Trascrizione del parlato