La pagina dell’Esodo si ferma a considerare un momento particolare della vita di Israele: quello della battaglia contro Amalek. La battaglia è vinta, ma non per il valore dei membri del popolo quanto per la preghiera di intercessione rivolta da Mosè a Dio. Mosè apre le braccia e rivolge la sua invocazione al Signore: fino a tanto che questa rimane la posizione di Mosè, Israele è vittorioso; ma quando Mosè fa scendere le sue braccia Israele subisce la sconfitta. E’ per questo che Aronne e Cur gli si avvicinano e lo aiutano, sostenendo le sue braccia perché la sua preghiera non venga mai meno.
L’episodio biblico ci ricorda la forza della preghiera. Un antico autore cristiano, san Giovanni Crisostomo, ha scritto che “colui che prega ha le mani sul timone della storia”. La pagina oggi ascoltata è proprio la descrizione di questa bella verità. Non dimentichiamo mai la forza della preghiera: per noi, per gli altri, per le necessità della Chiesa e del mondo.
Chi prega, si salva. E chi prega, salva. Davvero la preghiera è al cuore delle vicende umane, personali e del mondo, perché le porta davanti a Dio. Colui che prega è sempre un vincente!