Santa Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore

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Santa Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore

Abbiamo vissuto e abbiamo celebrato il mistero della nascita di Gesù: Dio che si fa uomo, si fa vicino a noi, entra nel cuore della storia e della nostra vita. Oggi, giorno dell’Epifania, celebriamo e viviamo un altro mistero: quello per il quale Gesù si manifesta a tutte le genti come Salvatore del mondo e di tutti i popoli.

A Natale abbiamo gioito, ci siamo stupiti e meravigliati per aver scoperto, ancora una volta, la bellezza del volto di Dio, che per amore nostro, si è fatto Bambino. Oggi Epifania, siamo nella gioia ugualmente, nello stupore, nella meraviglia perché scopriamo, ancora una volta, che questo Dio fatto Bambino è per tutti i popoli, per tutte le genti fino ai confini della terra. Il Natale non sarebbe completo senza l’Epifania e l’Epifania non sarebbe comprensibile senza il Natale. Perché il Natale che celebra la nascita di Gesù non può fare a meno dell’Epifania quando, questo Gesù si manifesta e si rivela Salvatore di tutti, nessuno escluso. E, d’altra parte, l’Epifania che ci rivela il volto di questo Gesù Salvatore di tutti non può fare a meno del Natale, in cui Gesù si rivela come volto dell’amore infinito di Dio per noi.

Natale ed Epifania. Il mistero cristiano, il mistero della nostra vita in qualche modo si compie. Perché a Natale scopriamo di essere amati da un amore infinito e di essere salvati da questo amore, che ci strappa dalle grinfie del peccato e della morte. E all’Epifania scopriamo che ciò che abbiamo ricevuto in dono è per tutti, deve raggiungere tutti, non può lasciare fuori nessuno. Eravamo in una grande gioia a Natale, siamo in una grande gioia oggi. Eravamo nello stupore a Natale, siamo nello stupore oggi. Eravamo nella meraviglia a Natale, perché si rivelava a noi la bellezza infinita del volto del cuore del Signore, siamo nella meraviglia oggi perché scopriamo che siamo chiamati a portare a tutti, al mondo intero, la notizia di questo volto, splendido e bellissimo, del Salvatore di tutti e del mondo.

C’è un passaggio molto suggestivo nella pagina del profeta Isaia che abbiamo ascoltato: “A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore”. Perché a quella vista siamo raggianti? Perché il nostro cuore palpita e si dilata? Perché mentre guardiamo questo Bambino, diventiamo raggianti davvero; e perché guardando questo Bambino il cuore palpita e si dilata, a motivo del fatto che ci accorgiamo ancora una volta che Egli è tutto per noi e, attraverso di noi, vuole essere tutto per tutti. Lo capiamo: è tutto per noi, ma nello stesso tempo, per un disegno splendido della sua bontà, vuole essere di tutti, attraverso di noi. Per questo il cuore palpita, per questo il cuore si dilata, per questo, guardando il Bambino, diventiamo raggianti, perché siamo raggiunti da questa notizia splendida che va al centro e al cuore della nostra vita. Egli è tutto per noi, è la nostra salvezza; ma vuole essere anche  il tutto di tutti attraverso di noi, fatti collaboratori in questo disegno della salvezza per il mondo.

Nella stessa pagina, il profeta scrive: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce. La gloria del Signore brilla sopra di te”. Non avvertiamo una relazione tra queste parole antiche e ciò che ci narra la pagina del vangelo a proposito dei Magi? La relazione è nella stella. I Magi, guardando quella stella, sono arrivati alla grotta di Betlemme, sono arrivati davanti al Bambino di Betlemme. Ma chi è quella stella, chi è quella luce che porta a Betlemme, chi è quella stella che conduce fedelmente davanti al Bambino? È la Chiesa – non c’è dubbio – e noi oggi ci rallegriamo perché è stata la Chiesa a condurre noi al Signore. Ma quella stella è anche ciascuno di noi. E ciascuno di noi è chiamato a essere stella, luminosa e splendente, che conduce a Gesù, che conduce a Betlemme, che conduce al Bambino.

Noi, oggi, abbiamo un nome nuovo, accanto al nome del nostro Battesimo, ed è “Stella”. Ce lo ha dato il Signore questo nome ed è una chiamata, una vocazione, una missione che ci riguarda tutti. Essere stella nel mondo per condurre tutti al Bambino di Betlemme. Tutti abbiamo questo nome: noi ministri ordinati, voi fedeli, voi persone consacrate, voi giovani, bambini e ragazzi, voi adulti e anziani. Tutti abbiamo questo altro nome, in cui prende forma la splendida chiamata che oggi riceviamo da quel Bambino che dice a noi: «Guarda che non ti basta essere stato qui davanti a me e aver scoperto la gioia della tua vita, la salvezza della tua vita. Ora io ti do una grazia ulteriore, perché ti mando come stella nel mondo per condurre a me tutte le genti, perché tutti diventino come quei Magi che arrivano davanti al Bambino si prostrano, lo adorano e lo riconoscono come Signore e Salvatore della loro vita.

Ecco ciò che siamo chiamati a vivere oggi, con entusiasmo, con gioia, con la passione nel cuore. Siamo stelle, viviamo come stelle! Siamo stelle, viviamo da stelle! Siamo stelle perché il Signore è nato per noi e ha illuminato la nostra vita con la sua salvezza. Viviamo da stelle luminose in mezzo al mondo, per condurre tutti da Lui che, di questo mondo, è l’unico e vero Salvatore.

Trascrizione da registrazione audio