Lectio Divina – Marco 14, 12-16.22-26 (traccia)

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Lectio Divina – Marco 14, 12-16.22-26 (traccia)

Lectio Divina – Marco 14, 12-16.22-26 (traccia)

Gesù celebra la Pasqua e istituisce l’Eucaristia
Istituto Ravasco

Meditazione 

Premessa e preghiera introduttiva

  • Adorazione silenziosa
  • Premessa alla Lectio divina

Alcuni simboli biblici per disporre il cuore all’ascolto

1- La Parola, il cuore di Dio

  • Nel Commento al Cantico dei Cantici, Origene identifica le parole di Cristo con i baci dello sposo.
  • San Bonaventura, seguendo sant’Agostino parla della lettura della Scrittura come di un mistero sponsale.
  • Nelle sinagoghe il libro della Legge è rivestito di velluto e una corona è posta alla sommità: La Bibbia è considerata la fidanzata d’Israele

2- La Parola, la manna di Dio

  • Il Talmud dice che la manna si adattava a tutti i gusti
  • Una tradizione degli scribi che ricopiano il testo sacro: una goccia di miele viene aggiunta all’inchiostro per ricordare che la Parola è più dolce del miele
  • Origene, nell’Omelia sull’Esodo, afferma che la manna prendeva per ciascuno il sapore che desiderava

3- La Parola, il pozzo d’acqua viva

  • Nella tradizione rabbinica: l’acqua si fa trovare in fondo al pozzo, così la Parola si fa trovare da chi è umile
  • Rebecca tornava ogni giorno al pozzo con il suo orcio, così bisogna tornare ogni giorno alla Parola
  • Il pozzo è il luogo dei matrimoni, così la Parola è il luogo del matrimonio spirituale
  • Mistero del Rosario: 1° gaudioso
  • Preghiera allo Spirito Santo

 Lettura del testo
Analisi del testo

1. Culmine e rivelazione della vita di Gesù

  • “Prese il pane…lo spezzò”
    Significato sacrificale: Gesù spezzava se stesso offrendosi al Padre. E’ il pane della sua obbedienza e del suo abbandono quello che Gesù dà da mangiare ai discepoli.
  • “Prendete, questo è il mio corpo
    Dopo il riferimento al Padre c’è il riferimento a noi: Gesù vuole essere mangiato.
    Diventa un invito a lasciarsi mangiare dai fratelli nella logica dell’amore che si dona.
  • “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”
    Che cosa intende per corpo?
    Nella Bibbia non è una componente o una parte dell’uomo, ma tutto l’uomo: indica così tutta la vita di Gesù.
    Che cos’è il sangue?
    Nella Bibbia non indica una parte del corpo umano, ma ciò che segna la vita; donare il sangue è dunque donare la morte. Se il sangue, come si pensava, è la sede della vita, il suo versamento indica la morte.
    Questo culmine della vita di Gesù a cui siamo chiamati a entrare in comunione. Ricordare la conclusiva rivelazione al centurione romano.

2. La Pasqua dei Giudei e la Pasqua di Gesù
La Pasqua, in origine, era una festa pastorale, la festa della primavera, tipica dei popoli nomadi. Più tardi, diventa la festa principale nella quale si commemora la liberazione dall’Egitto.
Non era però un semplice ricordo, ma il riaprirsi della porta perché tutte le generazioni potessero avere accesso a quell’azione liberatrice. Era come una rinascita annuale, nell’attesa del Messia.
La si faceva in modo tale che i partecipanti potessero percorrere lo stesso cammino che fu percorso dal popolo, dopo la liberazione dall’Egitto. Ecco, allora, i simboli:

  • erbe amare: oppressione
  • agnello male arrostito e pane non lievitato: la rapidità della forza liberatrice di Dio
  • le domande del figlio minore al padre: ricordare la liberazione
  • il vino: la gioia
  • gesti di lode: il ringraziamento per l’opera di Dio

In questa celebrazione si innesta la novità di Gesù: le sue parole e i suoi gesti introducono la dimensione sacrificale di una salvezza che sta per compiersi. La croce è la via di Dio.
Senza essere ben consapevole, la donna che compie il gesto di versare il profumo prezioso, simboleggia proprio la via di Gesù, come la vita del dono della vita.

3. La dimensione escatologica
“non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno…”

4. Il contesto della comunità cristiana di Marco
Negli anni di Marco molti cristiani per paura avevano rifiutato, negato o tradito la loro fede. Ora si chiedevano: “Abbiamo rotto il rapporto con Gesù. Possiamo ritornare?”.
Nel modo di descrivere l’ultima cena Marco dà la risposta a questo angosciante interrogativo: con Gesù si può sempre ritornare e ricominciare. L’amore di Gesù non viene mai meno.
Ecco il modo di descrivere la scena:
Il tradimento di Giuda che precede il racconto dell’ultima cena. Più avanti Pietro tradirà. I discepoli presto si disperdono. Il gesto della donna che unge Gesù non viene capito.

Tempo di silenzio
Contemplazione

  • Nell’ultima cena abbiamo il gesto supremo di Gesù, rivelazione ultima dell’amore infinito di Dio. Quell’amore è dato una volta per sempre. Si può sempre ricominciare.
  • Nell’Eucaristia è la presenza di Gesù vivo con il quale siamo chiamati a entrare in comunione di vita per rivivere la sua stessa donazione di amore.
  • Non deve destare stupore che nella Chiesa vi siano i peccatori: i primi peccatori siamo noi.

Conclusione

  • Orazione conclusiva: Salmo 16
  • Racconto dei padri del deserto dell’Egitto:
    Il discepolo chiede al maestro quanto debba essere intensa la sua comunione con Dio. Il maestro lo fa scendere al Nilo e lì lo immerge con la testa nell’acqua fino quasi a farlo annegare. Quindi gli chiede: “Che cosa hai desiderato di più in questi istanti terribili?”. “L’aria”.
    La parola: “Amore vuole amore; fuoco vuole fuoco” (Santa Gemma Galgani)
  • Padre Nostro e benedizione
  • Canto conclusivo alla SS. Vergine