Omelia – Festa della Madonna di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato

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Omelia – Festa della Madonna di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato

Santa Messa nella VI Domenica del Tempo Ordinario

La data dell’11 febbraio ci è cara perché, insieme a tutta la Chiesa, celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Quest’anno, però, celebrando a quest’ora del sabato, siamo già nei primi Vespri della Domenica e, dunque, stiamo celebrando il giorno del Signore. Anche in questo vi è qualcosa di provvidenziale. La Madonna desidera, infatti, sempre e solo che, con Lei e attraverso di Lei, andiamo al Signore, mettendolo al centro del cuore e della vita. È davvero significativo, quindi, che nel giorno in cui ricordiamo Lei, celebriamo il giorno del Signore: andare a Lei significa andare al Signore, mettersi tra le sue braccia significa essere portati nelle braccia del Signore, guardare Lei significa incontrare due occhi che ci indicano il Signore della vita. Ed è anche per questo che questa sera, con la Madonna e con l’aiuto della Madonna, rimaniamo in ascolto della parola che il Signore rivolge a ciascuno di noi.

Nella lettera ai Corinzi, Paolo parla della sapienza. In verità egli parla di una duplice sapienza: una sapienza che è definita sapienza del mondo, un’altra sapienza che è definita sapienza di Dio.

La prima è quella che hanno tutti; l’altra, quella vera, è quella che hanno coloro che vivono l’amicizia con Dio e che, ricevendo il suo Spirito in dono, sono capaci di vedere in modo diverso la realtà, di giudicare in modo diverso la realtà, di pensare in modo diverso la propria vita, la vita degli altri, le vicende quotidiane e il cammino della storia. Perché in modo diverso? Perché sono capaci di vedere, di giudicare e di pensare dal punto di vista di Dio. Questa è la vera sapienza, che hanno tutti coloro che vivono l’amicizia del Signore, che vivono nella fede e che, pertanto, abbiamo tutti noi. Tutti noi che siamo qui questa sera, proprio in virtù della nostra amicizia con il Signore e della fede che anima la nostra vita, non pensiamo secondo la sapienza del mondo, ma pensiamo secondo la sapienza di Dio; non viviamo alla luce di quello che pensano tutti, viviamo alla luce del pensiero di Dio; non viviamo secondo i criteri della cultura dominante, viviamo secondo i criteri della parola del Signore.

Oggi chiediamo la grazia che la sapienza di Dio possa essere la nostra sapienza; oggi chiediamo la grazia che la fede che anima la nostra vita, che lo Spirito Santo a cui ci rivolgiamo ogni giorno, rendano la nostra vita davvero sapiente, sapiente della sapienza di Dio.

Entriamo ora un po’ di più nel dettaglio: quali sono i contenuti della sapienza di Dio? Ascoltiamo il testo del Siracide: “Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai”. Poi, con il ritornello del Salmo Responsoriale, abbiamo pregato così: “Beato chi cammina nella legge del Signore”. In altre parole, che cosa abbiamo ascoltato? Come abbiamo pregato? Abbiamo ascoltato e abbiamo pregato ricordando che camminare nella legge di Dio, camminare nella volontà di Dio, camminare alla luce della parola di Dio è sapienza vera. Questa è sapienza vera!

Non siamo sapienti quando camminiamo secondo la nostra volontà; non siamo sapienti quando camminiamo alla luce delle parole di questo mondo; non siamo sapienti quando ci lasciamo abbagliare da ciò che oggi sembra tanto al passo con i tempi. No! Siamo sapienti quando mettiamo al centro del cuore e della vita la volontà di Dio, la parola di Dio, la sua legge. Anche perché volontà di Dio, parola di Dio, legge di Dio ci rendono beati. Abbiamo, infatti, ripetuto insieme: “Beato chi cammina nella legge del Signore” È beato chi vive nella volontà del Signore! È beato chi opera nella legge del Signore! La vera gioia sta nel vivere alla luce della sapienza di Dio.

Qual è, dunque, il primo contenuto della sapienza di Dio? Stare in Lui, stare nella sua parola, stare nella sua volontà è il segreto della vita vera e della vera gioia. Questa è la sapienza che Dio ci dona.

C’è un altro contenuto che a questo si aggiunge e ci è offerto dalla pagina del vangelo, dive ci viene ricordato un altro segreto della vita: l’amore. Il segreto della vita è l’amore: o si vive nella logica dell’amore, del dono e della carità, o si perde se stessi. Ricordiamo la parola di Gesù: “Chi perde la propria vita la trova, ma chi tiene per sé la vita e non la dona, la perde”.

Questa è la sapienza di Dio alla luce della quale viviamo! La sapienza non consiste nell’egoismo, nel proprio tornaconto, nella ricerca di sé, nel ripiegamento sui propri bisogni. E tutto questo non rende piena, autentica e bella la vita. No!

Tante volte l’abbiamo sperimentato: ci siamo illusi che cercando noi stessi, potessimo avere la vita vera. Non è mai stato così! Perché ci siamo ritrovati più poveri, più tristi, più appesantiti. Tante altre volte, invece, abbiamo sperimentato come nel dono di noi stessi, nel dono del nostro tempo, nel dono delle nostre energie, nel dono del nostro cuore, insomma nel perderci per gli altri, abbiamo toccato la pienezza della vita, la pienezza del cuore e l’autentica gioia.

Questo, quindi, è l’altro contenuto della sapienza di Dio a noi donata: vivere nella logica dell’amore, vivere nella logica del dono, vivere nella logica del perdere sé stessi.

Questa sapienza, che la parola di Dio ci ha declinato in alcuni suoi contenuti, tante volte la ritroviamo nei malati e, tante volte, la sperimentiamo nella malattia. In realtà i malati fanno parte di quei piccoli che sanno entrare dentro il mistero vero dell’esistenza, perché vivono nella sapienza di Dio. Essi diventano nostri maestri perché ci ricordano – spesso con le parole e ancora più spesso con l’esempio – che la nostra vera sapienza è stare nella volontà di Dio, ascoltarne e viverne la parola, perdere la propria vita nell’amore. E se non ce lo ricordano i malati, ce lo ricorda la malattia, che ha il potere di sfrondare l’esistenza da ciò che non conta, da ciò che non è essenziale, da ciò che non rimane, facendo risplendere, invece, ciò che è davvero decisivo ed è sapienza vera: la parola di Dio, la sua volontà, la sua legge, l’amore.

Mettiamoci sempre alla scuola dei malati e della malattia! Rimaniamo studenti attenti in ascolto di tanta sapienza! Chiediamo la grazia di saperci fare piccoli e di lasciarci guidare sempre e ovunque dalla sapienza che viene da Dio.

Trascrizione da registrazione audio