Parola della Domenica “cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”

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Parola della Domenica “cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”

Parola della Domenica “cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”

Carissimi nel Signore,
in questa domenica ascoltiamo una bellissima pagina dal vangelo di san Marco.
Un tale corre incontro a Gesù, che sta andando per la strada, si getta davanti a lui e gli chiede: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”.
Conosciamo la conclusione di questo intenso dialogo. Quel tale del Vangelo, che ha ascoltato da Gesù la proposta di seguirlo dopo aver lasciato tutto ciò che possedeva, “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni”.

Gesù, pertanto, si rivolge ai discepoli presenti e dice: “Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.
I discepoli rimangono sconcertati. La salvezza pare a loro impossibile. Ma Gesù conclude: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio!”.

La parola conclusiva del Signore è splendida e sintetizza la buona ed esaltante notizia del Vangelo: la salvezza è possibile ed è dono di Dio!
E’ finito il tempo dell’inutile sforzo umano in vista della redenzione.
L’uomo ha sperimentato e sperimenta il fallimento inevitabile del suo tentativo di abbandonare il male e fare il bene.
Dio stesso, ora, si china sulla miseria umana e le dona la salvezza. Senza Dio è impossibile salvarsi! Ma con Dio e la Sua grazia sì! Gesù non è venuto ad appesantire le nostre spalle, piagate e stanche, aggiungendo dei doveri a quelli che già avevamo.
E’ venuto per annunciare che d’ora innanzi noi possiamo vivere la vita nuova dei figli di Dio, la vita nuova della santità.
Perché Lui la vive in noi, con noi e per noi! Perché Lui è presente nella nostra vita come il Salvatore. Non “dobbiamo” essere santi da soli: impossibile agli uomini.

“Possiamo” essere santi” con il Signore, nostro Salvatore.

Solo un passo risulta decisivo: l’accoglienza del dono in virtù del riconoscimento umile della nostra povertà. Affermava Madeleine Delbrel: “Bisogna sapersi perduti, per poter essere salvati”.
Chiediamo la grazia della vera povertà!
Chiediamo la grazia di “conoscere” la nostra miseria!
Chiediamo la grazia di abbandonare le nostre false e illusorie sicurezze!
Accogliamo con tutto il cuore il Signore nella nostra vita.
Allora toccheremo con mano che davvero “nulla è impossibile a Dio”.

Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.