Santa Messa di Apertura dell’Assemblea Sinodale Diocesana

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Santa Messa di Apertura dell’Assemblea Sinodale Diocesana

Santa Messa di Apertura dell’Assemblea Sinodale Diocesana
Tortona. Santuario della Madonna della Guardia.

La vita cristiana, la nostra vita, – lo sappiamo bene – trova la sua origine, e anche la sua forma, nella Celebrazione eucaristica, perché ogni vita cristiana è come un’Eucaristia sbocciata. È importante che conserviamo nel cuore e facciamo memoria di questa immagine, che non soltanto è suggestiva e bella, ma anche, soprattutto, è vera e corrisponde alla realtà più profonda del nostro cammino di fede. La nostra vita cristiana è autentica nella misura in cui si presenta come un’Eucaristia che sboccia nella realtà di ogni giorno, nel nostro cammino quotidiano.

Se questo è vero per la vita cristiana, questo è anche vero per l’esperienza che oggi andiamo a cominciare, perché un’Assemblea Sinodale come la nostra è autentica nella misura in cui si presenta, passo dopo passo, come un’Eucaristia che sboccia, che fiorisce.

Che cosa vuol dire questo? Per rispondere alla domanda dobbiamo, anzitutto, ritornare per un istante a ciò che ogni Celebrazione eucaristica è e ci consente di vivere. Ogni Celebrazione eucaristica è la presenza vera, reale di Colui che è il Vivente, il Risorto da morte, il Salvatore di tutti, il Signore Gesù. Ci sono alcune basiliche antiche che nell’abside hanno rappresentato il volto del Cristo Pantocratore, e questa rappresentazione è molto grande. Perché? Perché l’arte, che si combinava con la teologia, voleva esprimere la seguente verità: il luogo della celebrazione, luogo in cui si celebra l’Eucaristia, è il luogo nel quale il vero protagonista è Lui, il Signore risorto, presente e vivo, attore principale della celebrazione dell’assemblea riunita.

Un nostro conterraneo, divenuto poi abate benedettino e arcivescovo a Bari, Mons. Andrea Mariano Magrassi, amava ripetere, a proposito della liturgia: “La liturgia non consiste in tante cose da fare, ma in qualcuno da incontrare”. E questo qualcuno è il Signore Gesù, presente, vivo in mezzo a noi, come lo è adesso, in questo momento. Lui, il grande protagonista di ogni atto liturgico; Lui, il grande protagonista di ogni Celebrazione eucaristica. Lui il grande protagonista.

Ecco il primo aspetto che non dobbiamo mai dimenticare di ogni Eucaristia. È il Signore Gesù, presente, vivo in mezzo a noi, che riempie tutto di sé e che andiamo a incontrare perché ci porti salvezza, perché redima la nostra esistenza, perché conduca alla pienezza della vita.

Nel brano della Lettera agli Efesini, l’apostolo Paolo ricorda che Gesù Cristo è la pietra d’angolo. Senza questa pietra d’angolo non c’è edificazione di vita cristiana, senza questa pietra d’angolo non c’è nessuna costruzione che possa rimanere salda, senza questa pietra d’angolo non c’è esperienza autentica di vita cristiana e di fede.

Ricordiamo, dunque, bene questo: ogni Celebrazione eucaristica è l’incontro con il Risorto, il vivente, pietra d’angolo vitalmente necessaria per il nostro cammino cristiano.

C’è un secondo aspetto da ricordare: ogni Celebrazione eucaristica è anche il momento nel quale si compie la meraviglia di uomini e donne che diventano, in virtù del loro legame vitale con il Signore Gesù e in forza della presenza del suo Spirito, un corpo solo, un’anima sola.

Come è bello pensare che ogni Celebrazione eucaristica realizza questo, realizza cioè la Chiesa, come mistero di comunione, come realtà di amicizia fondata in Gesù Cristo, come un insieme di legami che entra nel cuore di ciascuno e rende la nostra vita appartenente alle altre vite, perché tutte accomunate dalla vita stessa del Signore Gesù.

Nel brano della Lettera agli Efesini che abbiamo ascoltato, Paolo ci parla anche di questo, perché parla di una costruzione che cresce ben ordinata, in virtù dello Spirito del Signore che abita questa costruzione e che con la sua presenza la rende armoniosa, ordinata.

Ogni Celebrazione eucaristica, dunque, è per noi il rinnovarsi dell’esperienza di una comunione splendida, che tra tutti noi si realizza in virtù dell’opera dello Spirito Santo che il Signore Risorto ci dona. Ricordiamolo: non c’è comunione autentica, non c’è Chiesa se non c’è la Celebrazione eucaristica, nella quale il Signore ci dona, ogni volta, il suo Spirito di unità, di amore, di armonia, di comunione.

C’è anche un terzo aspetto che la Celebrazione eucaristica ci fa vivere: il rinnovarsi in noi dello slancio per l’annuncio del vangelo. Lo abbiamo ripetuto con il ritornello del Salmo nel giorno in cui celebriamo la festa degli apostoli Simone e Giuda: “Il loro annuncio si è diffuso per tutta la terra”.

È nella Celebrazione eucaristica, dal momento in cui abbiamo incontrato il Signore risorto e abbiamo sperimentato la gioia e la bellezza della comunione in Lui, che anche avvertiamo nel cuore crescere uno slancio indomabile, per portare a tutti la gioia dell’incontro con il Signore, la gioia della comunione in Lui, la bellezza della vita nuova che ne scaturisce, lo splendore della Sua presenza che tutto unifica, salva e redime.

Non esiste uno slancio missionario che non prenda, ogni volta, nuovo vigore dalla Celebrazione eucaristica, perché non si dà uno slancio missionario che non si rinnovi a partire dalla relazione con il Signore Gesù e dall’esperienza bella della comunione nella Chiesa.

Anche questo aspetto non dimentichiamolo, perché se è vero che ogni Eucaristia è l’incontro con il Risorto, se è vero che ogni Eucaristia è il rinsaldarsi della comunione ecclesiale, è anche vero che ogni Eucaristia è il riaccendersi del fuoco dell’annuncio, del fuoco della testimonianza, del fuoco della missione, del fuoco dell’evangelizzazione.

Infine, c’è un quarto e ultimo aspetto: il fuoco dell’evangelizzazione assume la caratteristica di uno slancio del tutto particolare che si radica in una speranza certa, ben presente nel nostro cuore.

La pagina del vangelo ci ha ricordato che gli apostoli erano pochi, erano dodici di fronte a una moltitudine immensa, erano dodici davanti al mondo sconfinato; eppure quei dodici il mondo lo hanno cambiato. Erano deboli, erano poveri, erano smarriti, eppure quel mondo lo hanno cambiato. Perché? Perché nel loro essere pochi c’era la forza del Signore risorto, nel loro essere deboli e smarriti c’era la forza del Signore risorto, quella forza di cui ci parla la pagina del Vangelo: “Tutti coloro che lo toccavano, a motivo della forza che usciva da Lui, erano guariti” (Lc 6, 12-19).

Noi non confidiamo sulle nostre capacità umane, sulle nostre forze umane, sulle nostre risorse umane.  Noi confidiamo sulla forza che promana dal Signore Gesù presente e vivo, e che è con noi, sempre. È soltanto nella misura in cui siamo poveri, piccoli, deboli, che il Signore può sprigionare la forza che è sua, la potenza che è sua, la capacità di trasformare tutto e tutti che è sua. Non spaventiamoci mai del nostro essere poveri, non spaventiamoci mai del nostro essere piccoli, non spaventiamoci mai del nostro essere deboli. No! Non spaventiamoci mai, perché questa è la condizione necessaria perché la forza del Signore risorto possa toccare tutti e guarire tutti.

Nella Celebrazione eucaristica è questa quarta dimensione che ci viene ogni volta ricordata: soltanto nella misura in cui facciamo spazio a Lui, attraverso la nostra povertà, la nostra piccolezza, il nostro essere pochi, il nostro essere poveri la forza del Risorto si sprigiona e tocca questo mondo, cambia i cuori, rinnova le vite.

Ecco i quattro aspetti fondamentali di ogni Celebrazione eucaristica. Tornando da dove siamo partiti, quando abbiamo sottolineato che la nostra Assemblea Sinodale diocesana non può che essere un’Eucaristia che sboccia, possiamo ora affermare che la nostra Assemblea sinodale diocesana sarà davvero feconda, porterà frutto, potrà essere un passo avanti nella vita della nostra Chiesa nella misura in cui sarà sempre l’esperienza del Signore risorto che incontriamo, il rinnovarsi della comunione vera tra di noi in forza dello Spirito che cementa le nostre vite in un’unica vita, il rinnovarsi del fuoco della missione, dell’evangelizzazione in quello slancio fondato sulla speranza che il Signore Gesù opera in noi e attraverso di noi.

Oggi, è tutto questo di cui vogliamo fare tesoro; oggi, è tutto questo che vogliamo, davvero di cuore, possa accompagnare ogni passo del nostro cammino; oggi, è tutto questo che affidiamo alla Madonna, perché Lei lo custodisca in no

Trascrizione da registrazione audio