Conferenza – Ecclesia in Europa. Presentazione (traccia)

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Conferenza – Ecclesia in Europa. Presentazione (traccia)

Incontro con il Serra Club

Genova

L’ESORTAZIONE APOSTOLICA POST SINODALE
“ECCLESIA IN EUROPA”

Premessa

  • Il Sinodo dei Vescovi sull’Europa si è svolto dall’ 1 al 23 novembre 1999.
  • Era composto da circa 200 vescovi, provenienti dall’Europa dell’Ovest e dell’Est, comprese la Turchia, l’Armenia e la Georgia; 20 delegati fraterni delle altre Chiese; 17 periti e 37 uditori laici.
    La composizione manifestava davvero la Chiesa in Europa.
    Alcuni interventi commoventi
    un vescovo ortodosso romano chiese perdono ai suoi confratelli vescovi greco-cattolici romani, perché uno di loro si era lamentato di essere stato trattato peggio dagli ortodossi dopo la caduta del regime di Ceausescu che dai comunisti quando era in prigione
  • Un primo Sinodo si era già svolto nel 1991, il primo dei cinque dedicati ai cinque continenti: Africa (1994), Asia e Oceania (1998), Europa (1991).
    Il primo si era celebrato all’indomani della caduta del muro di Berlino ed era stato segnato da una certa euforia; il secondo veniva dopo una certa delusione di fronte alle differenze di situazione e di mentalità tra le due parti dell’Europa.

L’avvio de documento

  • Il Papa mette subito in evidenza quello che chiama “lo scambio dei doni” (n. 3).
    la Chiesa in Occidente: esperienza e adattamento alla modernità, la ricchezza delle strutture
    la Chiesa in Oriente: la testimonianza dei suoi martiri
  • “Con lo sguardo pieno di amore, i partecipanti all’incontro sinodale non hanno paura di guardare la situazione attuale del continente, rilevando le sue luci e le sue ombre” (n. 3)
    E’ necessario operare un discernimento in vista dell’evangelizzazione dell’Europa, dell’annuncio di Cristo , sorgente di speranza.
    La speranza è la categoria teologica del documento. Guardare con gli occhi di Dio e non quelli superficiali del mondo.
    Per questo il Papa ha assunto come “vangelo di speranza” il libro dell’Apocalisse (n. 5), che comincia con le parole: “Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente” (Ap 1, 17-18)

Sfide e segni di speranza

SFIDE

  • Ciò che colpisce è proprio “l’oscuramento della speranza” (n. 7). Un segno di questo è dato dalla provvisorietà di ogni scelta e, dunque, dalla frammentarietà della vita.
  • Inoltre “la cultura europea dà l’impressione di ‘un’apostasia silenziosa’ da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse”. Tanti europei pensano di sapere che cos’è il cristianesimo e invece non lo conoscono. Molti battezzati vivono come se Dio non esistesse (n. 47). Vi è una religiosità vaga e fuorviante (n. 68)
  • A questo si aggiunge la “perdita di memoria dell’eredità cristiana (n. 7), che si cristallizza nel rifiuto delle radici cristiane dell’Europa. Certamente l’Europa è stata formata dalla Grecia e da Roma antica, dal contributo dei popoli celtici, germanici, slavi, finno-ungheresi, oltre che dalla cultura ebraica e del mondo islamico. Ma “si deve riconoscere che tutte queste ispirazioni hanno storicamente trovato nella tradizione giudeo-cristiana una forza capace di armonizzarle, di consolidarle e di promuoverle” (n. 19).
    L’umanesimo europeo si fonda sulla Bibbia: “Dalla concezione biblica dell’uomo, l’Europa ha tratta il meglio della sua cultura umanistica, ha attinto ispirazione per le sue creazioni intellettuali ed artistiche, ha elaborato norme del diritto e, non per ultimo, ha promosso la dignità della persona, fonte di diritti inalienabili. In questo modo la Chiesa, in quanto depositaria del vangelo, ha concorso a diffondere e a consolidare quei valori che hanno reso universale la cultura europea” (n. 25).

SEGNI DI SPERANZA
Non mancano però segni di speranza:
la riconciliazione tra le nazioni
ampliamento del processo di unificazione dell’Est
europeo
rispetto dei diritti dell’uomo
Anche i martiri sono segno di speranza. “Il martire è l’incarnazione suprema del vangelo della speranza” (n. 13), perché i martiri rendono conto della speranza che è in loro. E anche molti cristiani che hanno condotto una vita santa nella quotidianità della loro vita (n. 14).

Tornare a Cristo, fonte di ogni speranza
Ciò che la Chiesa può offrire all’Europa, oggi come ieri, è il bene prezioso di Cristo. “Questo dono è all’origine dell’unità spirituale e culturale dei popoli europei” (n. 18).
Nell’attuale “contesto del pluralismo etico e religioso che caratterizza sempre più l’Europa” (n. 20) la Chiesa deve confessare e proporre di nuovo la verità su Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini.
Gesù Cristo invita di nuovo le Chiesa in Europa alla conversione.

Martoria, liturgia, diaconia
In questo modo la Chiesa rende conto della sua speranza.

MARTURIA
Annunciare il vangelo della speranza.
La nuova evangelizzazione è il dovere della Chiesa in Europa. E’ necessario ritrovarne lo slancio e l’entusiasmo. Si tratta soprattutto di ricondurre i battezzati a convertirsi a Cristo (n. 47) e di riformare una mentalità cristiana nella vita ordinaria (n. 58).

  • Essa è fatta anzitutto attraverso la fedeltà al messaggio del vangelo e la testimonianza di una vita nella quale risplende la bellezza del vangelo.
  • Ma la nuova evangelizzazione è anche collaborazione di tutte le Chiese particolari e richiede collaborazione ecumenica. Essa esige anche il dialogo con le altre religioni e, in primo luogo, con Ebraismo e Islam.
  • La nuova evangelizzazione deve essere anche evangelizzazione della cultura (n. 58). Occorre promuovere le nuove espressioni artistiche della fede (n. 60).
    Occorre infine entrare nel nuovo millennio con “il libro aperto” del Vangelo (n. 65).

LITURGIA
Celebrare il Vangelo della speranza
La Chiesa è una comunità che prega, che ascolta la parola di Dio e ciò che lo Spirito dice alle Chiese e invoca la venuta del Signore: Vieni Signore Gesù (n. 66).
Di fronte a una religiosità vaga e al desiderio di un nutrimento spirituale (n. 68) che anima alcuni fenomeni come la New Age, la Chiesa deve “ravvivare il senso autentico della liturgia” (n. 70). La liturgia deve essere vissuta come annuncio e anticipazione della gloria futura (n. 71).
La liturgia ridona il senso del tempo, sviluppando le tre dimensioni. il passato dell’evento redentore, il presente della celebrazione, l’avvenire di un mondo nuovo già cominciato sulla terra.

DIACONIA
Servire il vangelo della speranza
Le Chiese in Europa non possono annunciare il vangelo della speranza se non vivono dell’amore di Cristo.
“L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente” (n. 84).
“La sfida per la Chiesa nell’Europa di oggi consiste, quindi, nell’aiutare l’uomo contemporaneo a sperimentare l’amore di Dio Padre e di Cristo nello Spirito Santo” (n. 84).
Una via privilegiata è quella dell’amore preferenziale per i poveri (n. 86).

L’Europa spirituale
L’esortazione si conclude con una riflessione sulla vocazione spirituale dell’Europa e sulla costruzione europea. L’Europa è chiamata di nuovo a ritrovare la sua vera identità (n. 109).

  • E l’integrazione dei paesi nell’Europa è valutata proprio in funzione della sua identità cristiana: “Hanno vocazione per parteciparvi a breve o lunga scadenza tutti i popoli che ne condividono la stessa eredità fondamentale. Nel processo dell’integrazione del Continente, è di capitale importanza tenere conto che l’unione non avrà consistenza se fosse ridotta alle sole dimensioni geografiche ed economiche, ma deve anzitutto consistere in una concordia di valori da esprimersi nel diritto e nella vita” (n. 110).
  • Dire Europa, comunque, vuol dire “apertura”: “L’Europa non è in realtà un territorio chiuso o isolato; si è costruita andando incontro, oltre i mari, ad altri popoli, ad altre culture, ad altre civiltà. Perciò deve essere un Continente aperto e accogliente, continuando a realizzare nell’attuale globalizzazione forme di cooperazione non solo economica, ma anche sociale e culturale (n. 111).
  • Anche l’Europa che va costruendosi in unità ha qualcosa da dare alla Chiesa: il richiamo all’unità “per essere autentici testimoni di speranza” (n. 118).

ALCUNE RIFLESSIONI IN MARGINE

  1. La vera contrapposizione oggi non è quella tra le grandi religioni, ma tra la radicale emancipazione dell’uomo da Dio e le grandi culture religiose.
  2. Non è la menzione di Dio che offende gli appartenenti ad altre religioni, ma il tentativo di costruire la comunità umana senza Dio.
  3. Il dominio dell’uomo sulla realtà è cresciuto in maniera impensabile. Ma senza una nuova moralità la dignità e la libertà sono in pericolo. La questione del diritto naturale. Incondizionatezza della dignità della persona umana
  4. Il relativismo diventa un dogmatismo che si crede in possesso della definitiva conoscenza della ragione. La falsa razionalità di una ragione incompleta e che è figlia della situazione culturale dell’Occidente di oggi.
  5. Una forma di odio che l’Occidente ha verso di sé. Per sopravvivere l’Europa deve accettare se stessa. Nella multiculturalità l’Europa può ritrovare se stessa a fronte della profanità assoluta che non appartiene al patrimonio delle altre culture mondiali.
  6. Abbiamo bisogno di uomini che rendano credibile Dio. La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui ha oscurato l’immagine di Dio e ha aperto le porte all’incredulità