Lectio Divina – Geremia 13, 1-11 “La cintura di lino” (traccia)

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Lectio Divina – Geremia 13, 1-11 “La cintura di lino” (traccia)

Lectio Divina – Geremia 13, 1-11 “La cintura di lino” (traccia)

La cintura di Lino

Geremia 13, 1-11
Istituto Ravasco, 17 dicembre 2018

Introduzione alla Lectio divina

Come affrontiamo Geremia
Si può paragonare il libro a un insieme di tessere di mosaico, che non sono mai state composte, per cui si trovano tessere di un colore dove ci vorrebbero quelle di un altro. Ogni pezzo, ogni tessera ha una sua bellezza, ma è difficile contemplare un disegno di insieme.
Si potrebbe ancora paragonare i libro a una cava di diamanti ammucchiati: bisogna tirarli fuori e ordinarli.
Di conseguenza leggeremo il libro così come si utilizza una cava di perle o di pietre preziose, prendendo via via quelle che ci attirano, che ci attraggono, che ci parlano.

La dinamico degli esercizi spirituali
Il desiderio è quello di compiere un percorso spirituale: purificare il cuore per trovare la volontà di Dio sulla vita. Vi propongo quasi un corso di esercizi spirituali spalmati nei nostri incontri mensili. Di conseguenza daremo la preferenza a quei testi che parlano della purificazione del cuore e a quelli che manifestano la volontà di Dio.

La cintura di lino
Dopo avere, le volte scorse, considerato prima “La bottega del vasaio” e poi “La brocca spezzata”, che ci hanno portato a riflettere su ciò che sta al principio della nostra vita – la relazione a Dio –  e la necessità di purificare il cuore, oggi consideriamo “La cintura di lino”, ancora in ordine alla purificazione del cuore.
Nel capitolo 13 di Geremia contempliamo questo simbolo, che ci aiuta a fare un passo avanti nella comprensione del peccato come tradimento di quel patto di alleanza con cui Dio pone la Sua fiducia in noi.
Geremia è noto come il “profeta della nuova alleanza” e uno dei passi più citati nel Nuovo Testamento lo troviamo al cap. 31 del suo Libro: “Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò un’alleanza nuova” (v. 31).
Ma ora rimaniamo in ascolto dell’immagine della “cintura di lino”: ci aiuterà a capire il senso biblico della peccaminosità umana. E’ un brano unitario composto di getto, non come il precedente che risultava un po’ disordinato

Lectio divina

Lettura del testo e silenzio

 Lectio

 

  1. I primi 7 versetti comprendono tre momenti:
    – un ordine (comprare la cintura) e un’esecuzione (“la comprai”)
    – un ‘ordine (nascondere la cintura) e un esecuzione (“la nascosi”)
    – un ordine (“prendi la cintura”) e un’esecuzione (“la presi”)
    Tutto si snoda sul ritmo dell’obbedienza: il profeta non sa il motivo degli ordine e quindi obbedisce senza capire. La cintura, alla fine, è guasta e inservibile. Perché di una bella cintura si fa qualcosa di inservibile?
    Lo spiega l’oracolo, dal v. 8 al v. 10: la cintura è Giuda, è Gerusalemme, è il mio popolo, è la mia città che, avendo adorato gli idoli e avendomi dimenticato, è marcita, è inutilizzabile.
    Viene così esplicitato quanto già affermato con l’immagine della brocca spezzata: dall’abbandono dell’alleanza (rifiuto di darsi a Dio, durezza di cuore, scelte divergenti dalla volontà del Signore) all’idolatria.
    Tutto si conclude al v. 11, che è il momento culminante del brano (leggere).
  2. Come e dove collocare l’episodio della cintura e il successivo oracolo?
    La menzione del fiume indicherebbe la Mesopotamia; quindi, al tempo della deportazione, almeno dopo la prima invasione di Gerusalemme.
    Tuttavia gli studiosi ritengono, per alcuni altri dettagli del testo, che l’azione si sia svolta nella zona desertica tra Gerusalemme, il nord e il fiume Giordano. In tal caso il tempo è quello precedente alla deportazione.

L’insegnamento sull’alleanza

  1. Il v. 11 mostra che l’alleanza, ovvero la mutua adesione del popolo a Dio e di Dio al popolo – come la cintura ai fianchi – è la volontà, il progetto di Dio sull’umanità.
    Che cosa vuole Dio per la storia umana? Dio vuole l’alleanza, Dio crea l’uomo per l’alleanza.
    La formula fondamentale dell’alleanza appare fin dai primi libri della Scrittura:
    Esodo 6, 7: “Io vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio”
    Esodo 19, 5: “Sarete per me la proprietà tra tutti i popoli. Voi siete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”.
    Il Signore opera nella storia per avere un popolo che gli appartenga con il cuore: questa è la storia della salvezza. Si può affermare che la storia umana è la proiezione esterna di quanto avviene nell’intimo di Dio, nel mistero dell’alleanza trinitaria.
    Tutto può riassumersi così: “Tu sei mio e io sono Tuo”.
  2. L’alleanza è una mutua adesione. Il mistero viene espresso con termini fisici, carnali, sponsali. L’adesione della cintura al corpo ricorre in altre pagine della Scrittura .Ad esempio, in maniera negativa, quando si parla della malvagità: “Sia per lui come vestito che lo avvolge, come cintura che sempre lo cinge” (Salmo 109, 19).
    Si tratta di qualcosa che entra nel vivo della persona, per sottolineare la reciprocità. Il tema dell’adesione è espresso in san Paolo in un passo piuttosto ardito, dove paragona l’adesione a Cristo con l’adesione dell’uomo alla donna, addirittura con l’adesione a una prostituta: “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò le membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno – è detto – un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito” (1 Cor 6, 15.17).
    E’ una forma quasi fisica dell’alleanza.
  3. Il progetto di Dio è il suo vanto, la sua gloria. Ecco le parole dell’oracolo: “Perché voi foste mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria”.
    Mia “fama”, in ebraico è mio “nome”. Dio comunica misteriosamente il Suo nome; il popolo che ha il Suo nome si identifica con Lui.
    Mia “lode” in ebraico è una parola che ritroviamo spesso nei salmi. Dio si loda nel Suo popolo, è la Sua lode. La lode per l’opera ben riuscita.
    Mia “gloria” in ebraico è ciò di cui Dio si gloria. Per meglio capire si può leggere un pagina di Ester. La parola gloria viene usata per indicare i grandi tesori del Re Assuero: “Dopo aver così mostrato le loro ricchezze e la gloria del suo regno e il fasto magnifico della sua grandezza per molti giorni, per centottanta giorni, passati questi giorni il re fece un altro banchetto di sette giorni per tutto il popolo. Vi erano cortine di lino fine e di porpora rossa…” (1, 4-7).
    Il re si gloria di tutto questo perché testimonia la sua ricchezza, la sua magnanimità.
  4. E’ allora comprensibile l’amarezza, la delusione con cui il Signore pronuncia l’ultima parola: “Ma non mi ascoltarono!”.
    La cintura marcita è l’alleanza non mantenuta, non coltivata, tradita. Il peccato amareggia Dio perché è una incorrispondenza al Suo amore, un tradimento.
    Forse non ci è facile capire che siamo il bene di Dio, eppure è così. Pensiamo alla moglie di Scipione, Cornelia, che incida nei suoi figli i suoi tesori. Il nostri successo è il successo di Dio, il nostro fallimento il Suo. “Io sono il tuo tesoro, io sono il tuo capolavoro”.
    C’è un altro testo di Geremia che riprende il tema della cintura, ma capovolgendone i termini: la cintura è Dio stesso e Israele è considerato come la sposa: “Può forse dimenticare una vergine il suo ornamento o una sposa la sua cintura? Eppure il mio popolo i ha dimenticato per giorni innumerevoli” (Ger 2, 32).
  5. Perché si parla di una alleanza nuova? Perché Dio non resta deluso per sempre, non accetta che il suo tesoro vada perduto e quindi fa una alleanza nuova.
    Geremia che testimonia l’amarezza di Dio intravvede anche l’avvento della novità che prenderà forma in Gesù.
    Mettiamo in sequenza:
    Lc 22, 20: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue che viene versato per voi”.
    Ger 31, 31: Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò un’alleanza nuova.
    Nella cintura di lino è già presente il mistero dell’Eucaristia, cintura posta ai fianchi della nostra vita, per sempre.
    Geremia ci accompagna per mano al Natale. L’Avvento è il tempo in cui ritornare alla pazienza di Dio.

Due domande per la vita

  1. Sento che l’alleanza con Dio, indicata nella cintura, mi urge, mi tocca, è il mio destino? E’ il centro di tutta la mia vita?
  2. Quando e come mi pare di trascurarla, tradirla, dimenticarla?

Lasciamo che il Signore rimetta la cintura ai nostri fianchi.
L’anello sponsale.