Lectio Divina – Giovanni 13, 1-20 (traccia)

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Lectio Divina – Giovanni 13, 1-20 (traccia)

Lectio Divina – Giovanni 13, 1-20 (traccia)

Gesù lava i piedi ai suoi discepoli
Suore Ravasco

Introduzione
Adorazione
Canto
Mistero del Rosario: 1° gaudioso

Lettura del testo 

Meditazione

Annotazioni preliminari
Il testo va letto considerando la seguente partizione:
– introduzione (v. 1)
– descrizione del gesto (vv. 2-5)
– prima interpretazione (vv. 6-11)
– seconda interpretazione (vv. 12-17)

Analisi di alcuni dettagli del testo, parte per parte

Introduzione
E’ molto densa e contiene in qualche modo tutto il significato di quanto accadrà dopo.

  • “Prima della festa di Pasqua…era venuta la sua ora”
    L’evangelista insiste sul riferimento alla Pasqua giudaica, soprattutto per sottolineare come quella di Gesù sia differente e ne sia il compimento. L’ora di Gesù è la vera Pasqua: il suo passaggio, la sua immolazione, la sua morte e risurrezione.
  • “sapendo”
    Questa idea della conoscenza che Gesù ha di quanto accade si ripete per tutta la Passione: la cattura nel Getsemani (18, 4); la morte in croce (19, 28).
    Si sottolinea la sovrana libertà del dono, il realizzarsi di un piano divino, nel quale gli uomini sono collaboratori a loro insaputa.
  • “li amò fino alla fine”
    C’è una radicalità che riguarda il tempo e una che riguarda l’intensità. Riferimento al momento ultimo della crocifissione: “E’ compiuto”.
    E qui è bello vedere condensato tutto il mistero eucaristico. Giovanni non ha il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia; lo descrive qui.

Descrizione del gesto
La descrizione del gesto è incorniciata nel richiamo del tradimento di Giuda e dell’opera del diavolo. Luce e tenebre camminano insieme. Là dove la luce risplende, le tenebre anche operano. Il tradimento si realizza proprio nel momento in cui l’amore di Gesù arriva fino alla fine.

  • “depose…riprese”
    Sono i gesti di cui Gesù parla a proposito della sua morte e risurrezione: “ho il potere di darla e di riprenderla di nuovo” (Gv 10, 17-18).
  • “cominciò a lavare i piedi”
    Era un atto di accoglienza che precedeva l’attesa del pasto. Si pensi ad Abramo con i tre ospiti misteriosi (Gn 18, 4-5) e ad Abramo che entra nella casa di Rebecca con il fratello Labano (Gn 24, 32-33).
    Inoltre era un atto che compivano gli schiavi e le donne: era una funzione servile che esprimeva condizione di inferiorità. Anche il gesto di cingersi con un asciugamano.
    E’ il mistero dell’incarnazione che si prolunga nel mistero della vita di Gesù (“spogliò se stesso”).
    Il contrasto è accentuato per la sottolineatura dell’identità di Gesù, Signore e Maestro.
    D’altra parte Gesù il gesto lo compie non prima del pasto, ma durante e la sua gestualità è solenne, senza nulla di umiliante. Si evince il carattere enigmatico del gesto: è un’iniziazione a un nuovo tipo di vita per i discepoli.
    Entrambi questi elementi saranno presenti nella doppia interpretazione successiva.

Prima interpretazione

  • “Tu lavi i piedi a me?”
    Nelle parole di Pietro c’è tutto il dramma del cuore del discepolo: la paura di farsi servire, di entrare nella morte di Gesù, di essere amato fino alla fine.
    In queste parole vi è l’eco di altra parole, quelle di Giovanni Battista al momento del Battesimo di Gesù: tu vieni a me?” (Mt 3, 14).
  • “non avrai parte con me”
    La non accoglienza dl gesto di Gesù impedisce la comprensione del mistero di Dio e la possibilità di entrare in comunione con Lui e con il Suo amore.
    Il gesto di Gesù, allora, è un gesto simbolico che introduce nel mistero di Dio e indica la via della comunione alla Sua vita
  • “lo capirai dopo”
    E’ un dopo temporale che richiama anche un dopo interiore e spirituale

Seconda interpretazione

  • “anche voi…come”
    Gesù si presenta come esempio e modello per i discepoli e la comunità futura.
    Ma non è un modello estrinseco. Il “come” indica una grazia di trasformazione interiore, che rende il cuore del discepolo capace di vivere come il Maestro. La grazia precede il compito. Gesù non dà un compito; la sua morte e risurrezione conferiscono la possibilità di vivere in modo nuovo, nella logica di Dio.

Conclusione
Il discepolo è chiamato ad accogliere il dono del Signore per poter vivere la vita nuova del dono di sé, senza riserve. Nel gesto della lavanda troviamo in sequenza la descrizione della Messa, prima nel rinnovarsi del mistero pasquale e poi nel la vita del discepolo che consegue alla comunione con il mistero pasquale.
Il gesto della lavanda introduce il mistero della morte e risurrezione e, insieme, descrive il sacramento dell’Amore di Cristo, che attualizza la morte e la risurrezione di Gesù nel tempo.

Tempo di silenzio

Preghiera con il Salmo 84

Dalla Parola alle parole da portare nel cuore

  1. “Non avrai parte con me”. Non avere paura dell’amore di Dio, ma lasciarci coinvolgere fino in fondo.
  2. “Tu lavi i piedi a me?”. Arrendersi al volto inedito di Dio.
  3. “Come”. Ricordando la bella preghiera di Sant’Agostino: “Concedi quello che comandi e poi comanda quello che vuoi”.