Omelia – Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio

Home / Omelie / Omelia – Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio

Omelia – Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio

Celebrazione dei Primi Vespri e canto del Te Deum
Solennità di Maria SS. Madre di Dio

“Quando venne la pienezza del tempo”: è così che l’apostolo definisce il momento nel quale il Figlio di Dio si fa uomo per la nostra salvezza. Gesù nasce a Betlemme, da Maria, “Quando venne la pienezza del tempo”. Che significato ha questa espressione che ascoltiamo sempre nei giorni del Natale, nel tempo del Natale? Qual è il senso preciso di questa parola che l’apostolo ci dona, mentre riflette sul mistero della natività del Signore?

Alcuni hanno affermato che la “pienezza del tempo” indica quel tempo propizio scelto da Dio per venire in mezzo a noi, un tempo propizio per tanti motivi: non ci soffermiamo su di essi, e questa è una possibilità per identificare il significato della pienezza del tempo.

C’è anche un altro significato, forse più pregnante, più corrispondente al vero. Il tempo è pieno perché Dio entra nella nostra storia. Parliamo di pienezza del tempo nel momento in cui il Signore ha voluto, deciso, di farsi uomo per la nostra salvezza.

Allora, in verità, “la pienezza del tempo” ha un nome, e questo nome è Cristo. Lui è “la pienezza del tempo”, ovvero il compimento del disegno dell’amore di Dio per noi, per ciascuno di noi. Per questo il tempo è pieno, per questo il tempo è compiuto, per questo il tempo è giunto alla sua conclusione perché, in Cristo, Dio ha rivelato pienamente il suo volto, perché, in Cristo, Dio ha compiuto il suo progetto di provvidenza, di salvezza e di amore sul mondo, sulla storia, su ciascuno di noi.

Come è bello, allora, dire “la pienezza del tempo”; e mentre diciamo “la pienezza del tempo” guardare il Bambino di Betlemme, perché Lui è la pienezza! Dopo di Lui, in realtà non c’è più nulla. Non c’è più nulla da aspettare, non c’è più nulla da attendere, non c’è più una storia che è in cammino verso… No! Tutto è compiuto. Perché in questo Bambino che è Dio c’è il senso del tempo e della storia. In questo Bambino che è Dio c’è il significato di tutto. In questo Bambino che è Dio ogni cosa si è realizzata.

Tutto ha significato in Lui, nulla ha significato fuori di Lui. Non c’è verità al di fuori di Cristo. Non c’è giustizia al di fuori di Cristo. Non c’è amore al di fuori di Cristo. Non c’è pace al di fuori di Cristo. Non c’è bellezza al di fuori di Cristo. Non c’è nulla di vero al di fuori di Cristo, perché Cristo è tutto! Nel disegno di Dio e nel momento in cui si fa uomo, il Figlio di Dio, il tutto ci è dato.

“Quando venne la pienezza del tempo”. Ecco “la pienezza del tempo”: Lui è “la pienezza del tempo”, della storia, della vita, di tutto! Perché Egli è tutto per noi, nel piano di Dio.

Perché abbiamo davanti a noi ancora del tempo e della storia? Non perché debba accadere qualcosa di fondamentale, essenziale, no! Tutto è già accaduto. L’abbiamo davanti a noi per avere la possibilità di inserirci personalmente, e sempre di più come umanità, in questo tutto che è il Signore Gesù, il nostro Salvatore.

I giorni che ci attendono, come i giorni che abbiamo vissuto, ci sono donati perché la nostra vita possa essere sempre di più una vita con Lui, una vita di comunione con Lui, una vita con il tutto della nostra vita.

Come questo può accadere nella quotidianità del nostro cammino? Ciò accade nella misura della nostra fede, e questa nostra fede ha una triplice via di espressione.

La prima via: ascoltare Gesù. La nostra fede vive in virtù dell’ascolto di Gesù che ci parla. Il tempo, allora, che ci attende, perché sia un tempo nel quale ci inseriamo, sempre di più, nel Signore, che è la nostra vita e il nostro tutto, è chiamato a conoscere un ascolto assiduo di questa parola che ci è rivolta. Il tempo che abbiamo a disposizione, che ci è dato, diventa un tempo nel quale Cristo diventa realmente il nostro tutto e la nostra vita se ne ascoltiamo la parola con assiduità, con attenzione, perché divenga nostra, perché scolpisca il nostro cuore, la nostra intelligenza, i nostri affetti, i nostri progetti.

Cristo diventa tutto per noi nella misura in cui nella fede lo ascoltiamo.

La seconda via: accogliere Gesù. Cristo diventa tutto per noi nella fede nella misura, anche, in cui accogliamo la sua vita in noi, Questo, lo sappiamo, avviene anzitutto attraverso i sacramenti. Se, allora, il tempo che ci attende deve trovarci in ascolto di Lui, il tempo che ci attende deve trovarci nell’accoglienza della sua vita, soprattutto attraverso l’Eucaristia e la Confessione. Lì la sua vita diventa nostra. Lì Egli diventa il tutto per noi. Lì sperimentiamo la gioia di quella salvezza e di quella pienezza che solo il Signore Gesù può dare a ciascuno di noi.

La terza via: vivere Gesù. Noi entriamo sempre di più in Cristo, che è il nostro tutto, nella misura in cui con la fede viviamo Lui. Che cosa significa vivere Lui? Lasciare che la sua vita riviva in noi e quindi lasciare che il suo amore diventi la forma della nostra esistenza quotidiana, che il suo amore diventi il modo in cui pensiamo, ragioniamo, viviamo, ci rapportiamo con gli altri. Vivere Gesù!

Ecco le vie strade attraverso le quali la pienezza del tempo che è Cristo può diventare sempre più, davvero, la nostra pienezza. Il nostro tutto che è Cristo può diventare sempre di più il nostro tutto; nella fede che ascolta Gesù che ci parla, accoglie la vita di Gesù nei sacramenti, vive Gesù nella carità e nell’amore.

Questa sera noi canteremo il Te Deum in ringraziamento; per che cosa in particolare ringraziamo? Ringraziamo, innanzitutto, perché ci è stata data la pienezza del tempo: Gesù, il nostro tutto, il nostro Salvatore.

Ringraziamo, poi, perché ci è stato dato un tempo e ancora ci sarà dato un tempo nel quale possiamo sempre di più entrare in relazione con Lui, in comunione con Lui, rendendolo vita della nostra vita.

Mentre ringraziamo, vogliamo anche chiedere una particolare benedizione dal Signore, perché ci aiuti, come diceva san Giovanni Paolo II, a non avere paura di usare il tempo per Cristo, perché Lui questo tempo lo illumini e lo indirizzi.

Ecco ciò che portiamo nel cuore questa sera, ecco ciò che affidiamo al nostro canto di ringraziamento. Grazie, Signore, perché Tu sei la pienezza del tempo, grazie perché ci dai un tempo nel quale possiamo entrare sempre più in comunione sempre con te. Benedici i giorni che ci attendono e aiutaci a non aver paura di usare il tempo per Te, perché solo Tu puoi illuminare e indirizzare i nostri giorni e il nostro tempo verso di Te, nostro tutto.

Trascrizione da registrazione audio