Omelia – Santa Messa nella XXXIII settimana del T.O.

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Omelia – Santa Messa nella XXXIII settimana del T.O.

Omelia – Santa Messa nella XXXIII settimana del T.O.

Incontro con i giovani

Siamo qui insieme, l’abbiamo ricordato all’inizio, soprattutto per incontrarci con il Signore Gesù e fare un’esperienza rinnovata di quanto Lui voglia bene a tutti noi e a ciascuno di noi. Questo amore lo vogliamo adesso sentire, toccare attraverso la Parola che Egli ci rivolge.

Abbiamo sentito parlare due volte del tempio. Una volta, nella Prima Lettura, di un tempio bello, ricostruito, che è motivo di gioia. Poi, nel Vangelo: lì abbiamo sentito parlare di un tempio brutto, dove ci sono dei venditori che lo hanno reso un mercato. Il primo è tempio bello ed è il segno di una vita bella; l’altro è un tempio brutto, il segno di una vita brutta. Due, allora, sono le parole che il Signore ora rivolge a ciascuno di noi, delle quali vogliano rimanere in ascolto e che ci trasmettono un amore autentico, ovvero un amore che guarda al nostro bene vero.

Chi è che ama, infatti? Semplicemente chi ti dice “ti voglio bene”? Chi è che ama? Semplicemente chi prova un sentimento passeggero, anche bello, buono? No! Ama davvero chi vuole il bene, e Gesù vuole il vostro bene, quello vero. Queste due parole contengono il bene per voi, il bene per noi. Quali sono?

Torniamo al tempio brutto, segno di una vita brutta. Perché è brutto quel tempio? Perché lì si vive male. Una vita è brutta, è cadente, è triste, è sola, quando si vive male.

Qualche tempo fa, forse non lo ricordate, c’era una pubblicità che ogni veniva trasmessa in televisione, nella quale si metteva insieme “peccato” e “gelato”, come a suggerire che il peccato è una cosa dolce, bella, buona. No! È falso! Il peccato è male e il peccato fa male.

Non lasciamoci mai ingannare quando ci viene detto: “Il peccato è un’esperienza della vita, anche questa aiuta”. No! Il peccato è male e fa male, e segna in profondità la nostra esistenza, rendendola meno bella, più triste e sola. Quando una voce sottile, ma cattiva, dentro di noi dice: “Ma che male c’è? Lo fanno tutti. Prova”. Respingiamola! Quella voce è cattiva, non ci vuole bene. Ci sono tre parole che dovremmo ripetere quando ascoltiamo quella voce cattiva dentro di noi: “Non posso, non devo e non voglio!”. Questa è la parola ferma che dobbiamo dire di fronte alla voce cattiva che ci vuole indurre al peccato e al male: non posso, non devo e non voglio! Perché il peccato è male, il male fa male sempre, e lascia una ferita nel cuore e nella vita di ciascuno di noi.

Ecco la prima parola con la quale il Signore ci esprime il suo amore. Dice: “Stai attento, la vita diventa brutta quando è segnata dal male. La vita diventa cattiva quando è toccata dal peccato. Stai lontano dal peccato e dal male, sempre: per te, per il tuo bene, per la bellezza della tua vita. Ecco la prima parola di amore che il Signore ci lascia questa sera.

Ce n’è una seconda. Torniamo al tempio bello, segno di una vita bella. Perché quel tempio era bello? Perché Dio vi abitava. La nostra vita è bella, è piena, è davvero nella gioia nella misura in cui il Signore vi abita. Anche qui c’è una voce dentro di noi che ogni tanto dice: “Guarda che il Signore non ti vuole bene davvero. Guarda che se ascolti la sua Parola diventi più triste. Guarda che se provi a vivere come Egli ti propone la tua vita è più brutta”. Questa, nuovo è una voce cattiva e falsa, perché là dove c’è il Signore la vita fiorisce, là dove c’è il Signore la vita è toccata dalla gioia. Là dove c’è il Signore c’è la pienezza del nostro cuore.

Gesù non è mai un concorrente di quella sete di bellezza, di giustizia, di pace, di verità, di amore che ciascuno di noi, ciascuno di voi porta nel cuore. Mai è concorrente, mai è geloso di questo desiderio; ne è l’amico vero, l’alleato vero! Non dimenticatelo mai! Quando avrete Gesù con voi non vi mancherà nulla, ma avrete tutto e molto di più. Gesù non vi toglierà mai nulla di quello che la vostra giovinezza chiede e spera, ma vi darà tutto e in sovrabbondanza e molto di più di quello che sperate e desiderate, perché Gesù, il Signore, è il vero amico, il vero alleato. Ecco, dunque, la seconda parola d’amore che il Signore dona a ciascuno, questa sera. “Ricordati” – dice – “che io sono tuo alleato, io sono tuo amico Io non sono tuo nemico e voglio per te il bene, la gioia, la pace, l’amore molto più di quanto tu stesso lo voglia per te!”. Ecco la seconda parola.

Ora aggiungiamo ancora un pensiero. Perché queste due parole importanti si imprimano nella vita e ci accompagnino nel cammino della vita abbiamo bisogno di tre cose, che dobbiamo ricordare bene e piantare nella mente e nel cuore. C’è una sigla che oggi spesso si usa, ma la si usa per questioni legali, relative all’informatica. Qualcuno forse la conosce: la PEC, che significa “posta elettronica certificata”. Voi dovete essere ragazzi, ragazze, giovani della PEC! Non in quanto “posta elettronica certificata”, ma in quanto ragazzi e ragazze, giovani della Parola, dell’Eucaristia e della Carità. Siate giovani della PEC! Giovani, cioè, che ogni giorno stanno in ascolto della Parola di Gesù, che ogni giorno stanno davanti alla presenza di Gesù nell’Eucaristia, che ogni giorno danno la propria vita nella Carità per gli altri. Se sarete giovani della PEC, allora, davvero, le parole che il Signore ci ha donato questa sera vi accompagneranno sempre: il peccato non toccherà la vostra vita e il Signore lo sentirete come il più grande alleato e il più grande amico.

Questa sera, dunque, ciascuno dica nel proprio cuore al Signore: “Gesù, voglio essere un giovane, una giovane della PEC. Voglio ogni giorno ascoltarti almeno un poco nella tua Parola. Voglio ogni giorno stare davanti a Te nell’Eucaristia e magari, anche, nutrirmi di Te nell’Eucaristia. Voglio ogni giorno vivere l’esperienza del dono di me stesso, di un amore autentico che si dona senza riserve”. Ditelo al Signore! E ripartiamo tutti da questa bella serata, passata insieme davanti a Gesù, con questa risoluzione decisa, gioiosa, bella.

Massimo e Maria Gloria, all’inizio avete detto che la nostra Diocesi è una realtà piccola e dalla quale spesso ci si allontana per raggiungere altre città più grandi, per motivi di studio, per motivi di lavoro. Bene. Siate giovani di questa Diocesi che, vivendo ogni giorno con la Parola, con l’Eucaristia e la Carità, portano, ovunque vanno, la bellezza della vita di Gesù, la bellezza di una vita che fugge il male e che vive l’alleanza d’amore con il Signore.

Non dimenticate: PEC! Perché quelle le parole di Gesù siano nostre e perché la nostra e la vostra vita sia un annuncio di Lui per tutti.

Trascrizione da registrazione audio