Parola della Domenica “Scacciò tutti fuori dal tempio”

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Parola della Domenica “Scacciò tutti fuori dal tempio”

Parola della Domenica “Scacciò tutti fuori dal tempio”

Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella III Domenica di Quaresima.

Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Giovanni: “Gesù trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”.

Le parole che ascoltiamo oggi sono tra le più severe tra quelle che ascoltiamo da Gesù nelle pagine dei Vangeli. La severità di quelle parole è dettata dall’amore. Il Signore, infatti, ha davanti a Sé il tempio di Gerusalemme. Ma ai Suoi occhi siamo ben presenti anche tutti noi, templi viventi di Dio, fatti splendenti per la Sua gloria.

Il tempio trasformato in mercato, pertanto, non è solo il tempio fatto di pietre. Lo è anche il tempio che è la nostra vita, fatta per essere invece abitata dalla grazia di Dio e dalla Sua presenza di Amore e di Verità.

Per questo motivo il Signore è severo. Non può sopportare che le nostre vite, fatte per Dio, divengano un mercato e, dunque, siano rovinate dal peccato e dal male. Non dimentichiamolo mai: siamo il tempio vivente di Dio! Questa è la nostra fondamentale chiamata! Questa è la nostra più grande dignità e bellezza!

Facciamo memoria di quanto afferma, in preghiera, sant’Agostino: “Fuori di me ti cercavo e tu eri dentro di me”.

Rileggiamo, al riguardo un testo di san Cesareo di Arles: “I templi di Cristo sono le sante anime cristiane disperse in tutto il mondo.
Esultiamo, poiché abbiamo ottenuto la grazia di essere tempio di Dio; ma insieme viviamo nel santo timore di violare questo tempio di Dio con opere malvagie. Perciò, fratelli, poiché Dio ha voluto fare di noi il suo tempio, e in noi si è degnato di venire ad abitare, per quanto dipende da noi cerchiamo col suo aiuto di allontanare ogni cura superflua e di raccogliere invece quanto ci giova.
Se con l’aiuto di Dio agiremo in questo modo, allora, fratelli, potremo invitare il Signore nel tempio del nostro cuore e del nostro corpo”.

Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
Buon mese di san Giuseppe, affidandoci alla Sua custodia.

don Guido