Lectio Divina – Giovanni 15, 1-8 (traccia)

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Lectio Divina – Giovanni 15, 1-8 (traccia)

Lectio Divina – Giovanni 15, 1-8 (traccia)

Gesù la vera vite
Suore Ravasco

Premessa e preghiera introduttiva

  • Adorazione silenziosa
  • Premessa alla Lectio divina

Le disposizioni interiori alla Lectio: Filippo(At 8, 26-40)
1- “Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta”.
L’imprevedibilità della Parola di Dio: dove mi condurrà?

2- “Filippo corse innanzi”.
La prontezza e la gioia nel vivere la Parola di Dio.

3- “lo Spirito del Signore rapì Filippo”.
Lasciarsi rapire dalla parola di Dio per appartenerle senza condizioni.

– Mistero del Rosario: 1° gaudioso
– Preghiera allo Spirito Santo

Lettura del testo

Analisi del testo

Analizziamo il testo a partire da alcune domande, con riferimento ad alcune parole-chiave:

1. “Io sono”
E’ un’affermazione rivolta ai discepoli e, quindi, a noi.
Ed è tanto bella! E’ come un canto che il Signore ama ripetere continuamente, nel Vangelo e nella nostra vita. E’ come il “cantus firmus” della polifonia: se viene meno viene meno anche tutto il resto.
Significa che Gesù è Dio, è la Vita, è Colui senza del quale nulla esiste. Significa che Gesù è sempre rivolto al Padre in un eterno canto di amore. Significa che Gesù è sempre rivolto verso di noi.
Allora noi non siamo se non in Lui. Il destino diverso dall’essere in Lui è il nulla, il non senso.
Scendo nelle profondità del mio cuore e della mia vita. E mi domando: quali spazi in me pretendono di “essere” al di fuori e senza Colui che E’? E li consegno.

2. “La vite”
Questa immagine fa venire alla mente il vino, l’alleanza nuove ed eterna tra Dio e il suo popolo, tra Dio e me. E’ l’abbraccio eterno di Dio alla mia vita. Nell’intreccio della vite vedo l’intreccio dell’abbraccio di Dio a me. Ogni peccato spezza questo abbraccio. Ogni peccato è un abbraccio mortale, perché ci separa dalla Vita.
Con chi mi sto intrecciando?

3. “L’agricoltore”
Con questo termine Gesù definisce il Padre.
In questa immagine si rende presente la dedizione profonda alla terra da parte di colui che vi lavora: la cura, la pazienza,, l’attesa.
Il Padre vive per la sua vigna, vive per me. E io per chi vivo?

4. “Portare frutto” e “rimanere”
Due verbi che si ripetono con grande frequenza.
Solo rimanendo è possibile portare frutto, ovvero vivere davvero. La vita è un sogno brevissimo. L’unica realtà è Dio. Siamo sognatori a occhi aperti, perché guardiamo a Colui che dà senso al tutto. Rimaniamo in Dio perché la vita sia quello che deve essere. Ho gli occhi aperti sulla vita vera?

5. “Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato”
La parola di Gesù purifica la nostra vita, la rende bella davanti a Dio: ma nella misura in cui le permettiamo di abitare nel nostro cuore, di farvi dimora. Come la custodisco con amore in me?

Continuiamo ad analizzare soffermandoci su qualche altro particolare:

1. Ancora l’ “Io sono”.
Seguiamo la tracia luminosa di questa parola biblica che conduce al un rapporto sempre più intenso con il Signore:
“Io sono tuo scudo” (Gen 15, 1)
“Io sono il Dio di Abramo tuo padre” (Gen 24, 26)
“Io sono il Signore che vi ha liberati e ancora vi libererò dall’Egitto” (Es 6, 6)
“Io sono colui che ti guarisce” (Es 15, 26)
“Io sono il Signore” (Levitico, per 50 volte)
“Io sono il Signore che dimora in mezzo agli Israeliti” (Nm 35,34)
“Non temere perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono ilo tuo Dio” (Is 41, 10)
E poi il Vangelo: la via, la verità, la vita, il re, il pane, la porta, il pastore, la risurrezione, la luce…tutto.

2. La possibile delusione
Nel profeta Isaia c’è il bellissimo cantico della vigna che, però, si risolve in una grande delusione: “Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica” (Is 5, 2)
C’è un passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento. La delusione è sempre in agguato anche per noi: noi possiamo deludere il padrone della vigna.

3. La potatura
E’ l’opera che Dio fa nella nostra vita perché ci sia possibile portare più frutto. E ciò avviene con al parola, ma anche con i fatti della vita; con le cose belle e con le cose meno belle. Quello che da soli non saremmo capaci di fare la Provvidenza di Dio interviene e a farlo. Lasciarsi potare con fiducia!
Nel Cantico dei Cantici si dice: “Il tempo del canto è tornato” (2, 12); ma si usa un verbo che indica anche “potare e tagliare”. La potatura è un canto!

Tempo di silenzio

Contemplazione
Il “portare frutto” indica anche e soprattutto la missione.
La indico con tre immagini:

  • suonare le campane
  • “è buona?”
  • l’olio del nostro Battesimo

E’ solo l’intreccio che ci dona la fragranza di Dio.

Conclusione

  • Orazione conclusiva: Salmo 1
  • Una Parola per la settimana: “Signore, Tu sei”.
  • Padre Nostro e benedizione
  • Canto conclusivo alla SS. Vergine