Omelia – III Domenica di Pasqua – Anno B

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Omelia – III Domenica di Pasqua – Anno B

Pie Discepole del Divin Maestro

Omelia

Cristo è risorto!
Proprio ieri mi è arrivata una testimonianza particolarmente bella e commovente da Aleppo, in Siria. Chi parla è un cristiano che svolge ad Aleppo opera di volontariato. “Questa mattina abbiamo visitato una scuola, ricostruita dai Frati Francescani e ora frequentata da 300 bambini dell’asilo e delle scuole elementari. Le suore che animano questa scuola appartengono alla Congregazione del Rosario e sono di Aleppo. Qualche tempo fa hanno dovuto abbandonare la loro casa e la loro scuola, perché distrutte dalla guerra e dai bombardamenti. Così i Frati hanno preso in affitto una scuola cattolica abbandonata e l’hanno affidata a queste suore, che sono rimaste in due.
Visitando la scuola, in una classe un frate ha chiesto ai bambini: Siete contenti? E la risposta di tutti è stata: Sì! Allora il frate ha aggiunto: Siete contenti perché sta finendo la lezione e andate a casa? E un bambino è intervenuto dicendo: No, siamo contenti perché Cristo è risorto!”.
Una testimonianza davvero bella e commovente che ci coinvolge tutti. Perché tutti dobbiamo e possiamo dire oggi: “Sono nella gioia perché Cristo è risorto!”. Possiamo e dobbiamo dirlo tutti, qualunque sia la nostra condizione di vita, i motivi umani delle nostre gioie e dei nostri dolori. Siamo nella gioia perché Cristo è risorto!
Un giorno san Francesco d’Assisi ebbe a dire a santa Chiara: “Non appoggiarti all’uomo, deve morire; non appoggiarti all’albero, deve seccare; non appoggiarti al muro, deve crollare. Appoggiati a Dio soltanto. Lui rimane per sempre!”. Accogliamo l’invito di san Francesco e appoggiamoci a Cristo risorto. Lui solo rimane per sempre!

La pagina di vangelo che abbiamo ascoltato, da san Luca, ci trova protagonisti. Quella pagina, infatti, non parla semplicemente di quanto accaduto agli apostoli. Parla di quanto accade a noi adesso, mentre partecipiamo alla celebrazione eucaristica. Ora, infatti, Gesù risorto sta in mezzo a noi. Ora, infatti, Gesù risorto ci rivolge la Sua parola e apre la nostra mente alla comprensione delle Scritture, al disegno di amore sulla storia e sulla nostra vita. Ora, infatti, Gesù risorto si rende presente con i segni della Sua passione, mentre si rinnova sull’altare il sacrificio della Croce, mostrando l’amore senza misura con il quale abbraccia la nostra vita. Ora, infatti, Gesù risorto ci invia nel mondo come Suoi testimoni, perché annunciamo a tutti il Vangelo della salvezza.
Tutto questa accade ora. Ecco, pertanto, i motivi della nostra gioia. Gli stessi per i quali pieni di gioia furono gli apostoli, come ci racconta il Vangelo.

La memoria del nostro Battesimo.
Il tempo pasquale, quello che stiamo vivendo in questi giorni, è particolarmente indicato per fare memoria del nostro Battesimo, il sacramento della nostra rinascita alla vita di Dio. I Padre antichi ci hanno spesso ricordato che a nulla sarebbe valso nascere se non fossimo rinati. Ricordare il Battesimo significa, appunto, ricordare, con l’esultanza del cuore, la grazia della nostra rinascita in Cristo risorto e vivo.
La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci aiuta a ritrovare alcuni aspetti importanti della nostra memoria battesimale.

  • La pagina degli Atti degli Apostoli è iniziata elencando i nomi di alcuni grande protagonisti della storia della salvezza. I loro nomi sono considerati tutti in relazione a Dio. “I Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe”. L’elenco potrebbe allungarsi a comprendere ogni nostro nome. Perché Dio è il Dio che ha a cuore la vita di ciascuno do noi. Fare memoria del Battesimo significa ricordare questa relazione di amore con il Signore che fonda la nostra esistenza. A volte abbiamo paura di Dio, quasi che Dio possa essere un concorrente della nostra sete di pienezza di vita e di gioia. In verità, Dio, di una tale pienezza è il più grande e fedele alleato. Ritornando al nostro Battesimo e ricordando che Dio intesse con noi una relazione bellissima di amore, recuperiamo la verità di Dio che è dalla nostra parte, di Dio che mi ama davvero.
  • La stessa pagina degli Atti degli Apostoli si conclude con un invito alla conversione. Fare memoria del proprio Battesimo significa ricordare il giorno nel quale è iniziato il cammino della nostra santità, un cammino che ha bisogno di una conversione continua. In virtù della conversione la nostra vita diviene sempre più conforme alla volontà di Dio e si separa dal mondo, in quanto sede del Maligno e del peccato.
    Vivere in pienezza il proprio Battesimo in un cammino di progressiva santificazione riguarda certamente la nostra vita personale, ma riguarda anche la vita del mondo e il nostro compito missionario. Come ricordava san Mauro abate, uno dei primi discepoli di san Benedetto: “Chi solleva se stesso solleva il mondo”. La santità, infatti, non è mai soltanto un fato personale; è un fatto che interessa tutti. Il santo porta con sé verso Dio il mondo intero.
  • Con il ritornello del Salmo responsoriale abbiamo ripetuto nel canto: “Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto”. Il Battesimo, nell’antichità cristiana, era chiamato anche illuminazione, dal momento che il neofita veniva illuminato dalla luce del Signore risorto. La vita di colui che riceveva il Battesimo passava dall’oscurità del peccato alla luce della grazia. Così è anche per noi. Fare memoria del Battesimo significa ricordare la luce di Cristo che, da allora, risplende nel nostro cuore, sul nostro volto, nei nostri occhi.

Durante un incontro di catechismo in preparazione alla Prima Comunione, la catechista chiese ai suoi bambini dove, durante la celebrazione della Messa, avessero visto la luce in chiesa. Qualcuno rispose nelle candele dell’altare, qualcun altro nel cero vicino a tabernacolo, altri ancora nelle vetrate della chiesa. Infine rispose il bambino che fino ad allora non aveva parlato. Fui la catechista a interpellarlo. In risposta alla domanda. Il bambino disse: “Io ho visto la luce negli occhi dei fedeli”. Evidentemente si trattava di una comunità cristiana fervorosa.
Negli occhi di ognuno di noi deve brillare la luce del Signore. La nostra stessa vita deve essere riflesso della luce bella di Gesù risorto e vivo. Fare memoria del Battesimo significa ricordare quella luce divina che ormai risplende e deve sempre più risplendere sul nostro volto.

Oggi, dunque, sia questa la nostra preghiera. Signore, aiutami a fare memoria del mio Battesimo. Così che io possa riscoprire la bellezza della relazione di amore che mi lega a te; la santità come storia della mia vita e primo apostolato nei confronti del mondo; la luce dei miei occhi come riflesso della Tua luce che vive in me.
E in tutto questo sia la mia gioia: vera, grande, bella. Perché Tu sei il risorto e vivo, sei il Vivente.

(sintesi del parlato)