Parola della Domenica “Io, prigioniero a motivo del Signore”

Home / La Parola della Domenica / Parola della Domenica “Io, prigioniero a motivo del Signore”

Parola della Domenica “Io, prigioniero a motivo del Signore”

Parola della Domenica “Io, prigioniero a motivo del Signore”

Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella XVII Domenica del Tempo Ordinario.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Giovanni: “Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano”.
L’evangelista racconta il celebre miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù sazia una folla molto grande, “circa cinquemila uomini”. Il Suo gesto, però, non intende semplicemente venire incontro al desiderio del pane materiale, quanto anche e anzitutto essere il segno di un altro cibo, quello vero, che solo il Signore può donare.
Quel cibo è la Sua Parola, quel cibo è il Suo Corpo, quel cibo è Lui, il Signore e Salvatore del mondo.

Leggiamo, al riguardo, un commento di Origene:
“Per noi il pane è il Verbo di Dio.
Dopo la sua risurrezione, ha saziato di pani i credenti
perché ci ha dato i libri della legge e dei profeti
prima ignoti e sconosciuti
e ha concesso questi strumenti alla Chiesa
per nostro ammaestramento,
così da essere egli stesso pane nel vangelo.
Il gusto, una volta che avrà gustato la bontà del Verbo di Dio,
le sue carni e il pane che discende dal cielo,
dopo non tollererà di gustare altro.
Infatti in confronto alla dolcezza e alla soavità di quello,
ogni altro sapore sembrerà all’anima aspro e amaro
e perciò si nutrirà solo di quello,
poiché troverà ogni dolcezza, che potrà desiderare,
in lui che si rende adatto e idoneo a tutto”.

San Paolo si definisce, scrivendo agli Efesini: “Io, prigioniero a motivo del Signore”.

Chiediamo anche per noi la grazia di essere Suoi prigionieri, ovvero discepoli che non possono fare a meno della Parola di Gesù, del Suo Corpo e del Suo Sangue; discepoli prigionieri dell’amore di Gesù; discepoli la cui vita altro non è che la vita stessa di Gesù.

Allora potrà realizzarsi quello stile di vita santa, raccomandato nell’esortazione dell’Apostolo: “Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace”.

Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido