Lectio Divina – Marco 1, 29-39 (traccia)

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Lectio Divina – Marco 1, 29-39 (traccia)

Lectio Divina – Marco 1, 29-39 (traccia)

Gesù a Cafarno
Suore Ravasco


Premessa e preghiera introduttiva
– Adorazione silenziosa
– Premessa alla Lectio

San Giovanni della Croce – che in gioventù aveva pensato di ritirarsi nel silenzio della Certosa per poter meglio attingere ai tesori della Parola di Dio – aveva assimilato i consigli di Guigo II il Certosino.
E ci ha lasciato in eredità, in una delle sue Parole di luce e di amore, questo consiglio: “Cerca con la lettura e troverai con la meditazione; bussa con la preghiera e ti sarà aperto con la contemplazione”.
Ciò che anima il cammino della lectio divina sono il desiderio e la fiducia. Ciò a cui si vuole giungere è l’unificazione della vita nella persona di Gesù.
– Mistero del Rosario: 1° gaudioso
– Preghiera allo Spirito Santo

Lettura del testo
Silenzio. “Parla, Signore: il tuo servo Ti ascolta”

Analisi del testo e approfondimento
Quadro generale del racconto

Il brano descrive, in continuità che i versetti che precedono (21-28), la conclusione di una giornata-tipo di Gesù.
Siamo di sabato, a Cafarnao. Dopo aver celebrato la liturgia della sinagoga, Gesù continua la celebrazione  della festa nella casa di Pietro, in un clima familiare.
Al tramonto del sole, terminato il riposo, Gesù continua il suo ministero estendendolo a tutta la Galilea.
Il vangelo presenta tre sequenze, che non sono solo cronaca perché io sappia che cosa a fatto Gesù a Cafarnao, ma sono anche rivelazione del mistero della salvezza in Cristo.
Fare attenzione ai passaggi: dalla sinagoga alla casa, dalla casa al deserto, dal deserto a tutti i villaggi della Galilea. E fare attenzione al tema della luce: sopraggiunge la sera e il mattino è ancora immerso nelle tenebre.
Si tratta di una cronaca che rivela, di uno scorre di fatti visibile che rivale i fatti invisibili della salvezza. In tre scene successive: dalla sinagoga al mondo, dalle tenebre alla luce. E Gesù è al centro della scena.
La vita di tutti è così: intreccio di visibile e invisibile.

Prima scena
E’ una scena intima e familiare, ambientata nella casa di Pietro, e descrive la guarigione della suocera di Pietro, a letto e con la febbre.

  • “Subito gli parlarono di lei”
    Queste parole esprimo l’affetto da cui la donna era circondata, ma anche la necessità di rivolgersi subito al Signore da parte l’uomo per aver la vita e l fraternità spiccata nella comunità cristiana (tratto distintivo).
  • “Egli si avvicinò…prendendola per mano”.
    In questa scena appare in tutta la sua solennità la forza di Cristo: non fa gesti particolari, non pronunzia parole. La descrizione tale forza è già rivelativa della sua divinità.
  • “La fece alzare…la febbre la lasciò ed ella li serviva”.
    La luce della Pasqua è già qui adombrata: il verbo alzarsi, riferito alla donna, è il verbo usato per la risurrezione di Gesù; il termine servizio è quello che indica il donare se stessi a motivo della fede

Seconda scena
E’ ambientata alla porta della cittadina, dopo il tramonto del sole.
Oscurità, malattia e presenza del demonio caratterizzano la descrizione. La dimensione di peccato e di perdizione in cui si trova l’umanità.
Si sottolinea l’universalità di una tale situazione: “Tutti i malati e gli indemoniati”, “Tutta la città”, Guarì molti”, “Scacciò molti demoni”.
Davanti alla realtà pervasiva del dolore, del peccato e dell’oscurità che la caratterizza si erge la forza divina di Gesù.
E qui ci troviamo davanti al cosiddetto “segreto messianico”: “non permetteva ai demoni di parlare perché lo conoscevano” (“Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”)..

Terza scena
E’ come un’apertura di orizzonte: dalla sinagoga a tutta la Galilea. Il viaggio di Gesù e il viaggio della Parola di Dio.
Esiste una relazione tra la preghiera e il cuore aperto all’universalità. L’incontro con Dio è autentico quando apre il cuore a tutti.

Alcune domande

  1. “E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea” (29).
    Provo a seguire il percorso di Gesù, che entra nella parte più intima della casa di Pietro.
    – Lascio a Gesù la possibilità di percorrere il cammino fino in fondo al cuore? In ogni spazio della mia vita?
    – Osservo  prendo nota dei gesti di Gesù nei confronti della donna: sono gesti che Gesù fa anche a me. Ripenso alla mia risurrezione battesimale, alle tante risurrezioni nel corso della vita, alla risurrezione finale
    – L’insistenza sull’oscurità. Quali sono le mie oscurità, zone d’ombra che rifiuto di illuminare con la luce della Parola di Dio.
  2. “Tutta la città era riunita davanti alla porta” (33).
    Risuona la parola di Gesù: “Bussate e vi sarà aperto”. Mi interrogo sulla fedeltà nella preghiera, sulla fede nella preghiera e nell’amore di Dio.
  3. “Lo conoscevano” (34).
    La conoscenza demoniaca è perfetta ma non ammette la sequela. Una conoscenza per sentito dire, da straniero..
  4. “Si ritirò in un luogo deserto, e là pregava” (35).
    La capacità di rimanere.
  5. “si misero sulle sue tracce” (36).
    La bellezza di seguire le tracce di Gesù. La domanda di Pietro: “Signore, dove vai?”.
  6. “Andiamocene altrove” (38).
    “Tutti ti cercano” è come dire: restano qui (facciamo tre tende”). Invece in Gesù è l’apertura universale della missione.

Tempo di silenzio

Contemplazione

  1. Verifichiamo fino a dove lasciamo a Gesù di entrare nella vita
  2. Verifichiamo quanto desideriamo seguire le tracce di Gesù.
  3. Verifichiamo quanto la nostra preghiera ci apre al cuore al mondo intero.

Conclusione
Orazione conclusiva: Salmo 30

Una Parola per la settimana
“la fece alzare – li serviva” al mattino
Padre Nostro e benedizione
Canto conclusivo alla SS. Vergine