Omelia – I domenica del Tempo di Avvento

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Omelia – I domenica del Tempo di Avvento

Omelia – I domenica del Tempo di Avvento

Cattedrale di Tortona

«Andiamo con gioia incontro al Signore»: lo abbiamo ripetuto diverse volte, cantando, come ritornello del Salmo responsoriale. È questa è la parola centrale nel giorno in cui inizia il tempo dell’Avvento: «Andiamo con gioia incontro al Signore. L’Avvento è proprio questo, ed è per questo che è così bello. Immaginiamo chi va incontro alla persona amata, immaginiamo come si va incontro alla persona amata: con un cuore che è gonfio di emozione, con un desiderio grande, con un’attesa carica di promessa, con una gioia straripante. Così si va incontro a chi si ama.

«Andiamo con gioia incontro al Signore»: qui c’è tutto l’Avvento, perché l’Avvento non è qualche cosa, l’Avvento è qualcuno che viene a visitarci. Questo qualcuno è il Signore Gesù e noi con gioia gli andiamo incontro, perché sappiamo che Egli ci ama, che Egli viene per salvarci, che Egli viene per donarci la vita, che Egli viene per donare pienezza alla vita. Egli viene, e noi andiamo con gioia incontro al Signore che viene.

Una domanda potrebbe sorgere nel cuore di ciascuno di noi. Gesù, infatti, è già venuto e, ogni anno, noi ricordiamo la sua venuta e la riviviamo. Perché, dunque? Perché ancora una volta quest’anno riviviamo la venuta del Signore e la ricordiamo? Perché non c’è niente di più bello che questo rinnovarsi annuale della celebrazione della venuta del Signore, dal momento che questo rinnovarsi della sua venuta dice a noi che il Signore non si è stancato, che il Signore continua ad amarci, che nonostante i nostri ritardi, nonostante le nostre infedeltà, nonostante i nostri tradimenti, nonostante le nostre mancanze, Egli non si è stancato di volerci bene, non si è stancato di amarci, non si è stancato di essere nostro Salvatore, non si è stancato di venirci incontro. Non si è stancato…

Come è bello, allora, ogni anno rinnovare la gioia dell’attesa della sua venuta, perché significa rinnovare la consapevolezza gioiosa, meravigliata, ricca di stupore che il Signore ci ama nonostante tutto, che è fedele alle sue promesse nonostante tutto, che Egli torna per essere con noi, con ciascuno di noi, nonostante tutto.

Nel corso della vita, abbiamo rivissuto tante volte l’Avvento. Ci domandiamo, pertanto: che cosa è stato, che cosa ha comportato? Il Signore lo abbiamo davvero accolto il Signore nella nostra vita? Qualcuno ha detto che non soltanto la storia è divisa tra un’epoca che è prima di Cristo e un’epoca che è dopo Cristo, perché questa divisione è anche dentro la vita e dentro il cuore di ciascuno di noi. È dentro di noi, infatti, che c’è questa divisione! C’è un dopo Cristo, ma c’è anche un prima di Cristo, perché siamo divisi tra ciò che appartiene al Signore, e già Lo ha accolto, e ciò che non gli appartiene, e non Lo ha accolto.

Che cosa è, allora, il nostro cammino di Avvento, che cosa può essere? Fare in modo che questa divisione non esista più, che non ci sia più nel nostro cuore, nella nostra vita un prima di Cristo e un dopo Cristo, ma che la nostra vita divenga tutta un dopo Cristo, perché tutto in noi Gli possa appartenere, perché tutto di noi sia Suo, perché tutto e in tutto Lo abbiamo davvero accolto. Abbiamo accolto la sua venuta: «Andiamo con gioia incontro al Signore».

Rinnoviamo lo stupore e la meraviglia della sua fedeltà nell’amore a noi. ApriamoGli finalmente le porte del cuore e della vita perché Egli possa venire, possa entrare, possa abitare in tutto ciò che siamo, in tutto ciò che abbiamo.

C’è un però… Come possiamo fare perché tutto questo avvenga? La risposta immediata che saremmo tentati di dare è proprio questa: che cosa fare? Che cosa fare? Che cosa fare?

La risposta autentica, però, è un’altra: siamo chiamati a pregare molto, a pregare di più, a pregare incessantemente; domandando che cosa?

Anzitutto domandando una fede più grande. Che cosa vuol dire? Vuol dire che dobbiamo stare davanti al Signore e chiederGli: «Fa’ in modo che io creda davvero che tu vieni a visitarmi; fa’ in modo che io creda davvero che Tu vieni nell’Eucaristia, che Tu vieni nella tua parola, che Tu vieni nell’ispirazione al bene che avverto nel mio cuore, che Tu vieni nei fatti della vita, che Tu vieni nel volto dei fratelli e delle sorelle, che Tu vieni nelle gioie come nei dolori, che Tu vieni negli imprevisti che non avevo programmato. Aiutami a credere che Tu vieni sempre, che vieni in tutto, anche quando non me ne accorgo, anche quando sono distratto. Aiutami a credere che Tu vieni davvero, vieni sempre, vieni in tutto».

A questa preghiera siamo chiamati ad aggiungerne un’altra, per chiedere che questo credere più intenso, questo credere più vero significhi anche un “voglio” più intenso e più vero.

«Voglio accoglierTi attraverso nell’Eucaristia nella quale vieni a visitarmi, voglio accoglierTi nella parola nella quale Tu vieni a visitarmi, voglio accoglierTi nelle ispirazioni interiori al bene nelle quali vieni a visitarmi, voglio accoglierTi nei fatti della vita nei quali vieni a visitarmi, voglio accoglierTi nei fratelli e nelle sorelle nei quali vieni a visitarmi, voglio accoglierTi nelle gioie e nei dolori nei quali vieni a visitarmi, voglio accoglierTi negli imprevisti della vita nei quali vieni a visitarmi, voglio accoglierTi sempre, perché Tu sempre vieni per stare con me, per abitare in me».

Ecco, anzitutto, che cosa dobbiamo fare per andare incontro al Signore che viene. Pregare con insistenza, pregare senza stancarci, pregare di più chiedendo: «Aiutami a credere che Tu vieni, sempre e in tutto. Aiutami a volere accoglierTi quando Tu vieni, che vieni sempre e in tutto».

Accogliere, però, non è sufficiente. Noi vogliamo abbracciare questo Signore che viene incontro a noi, questo Signore al quale andiamo incontro, questo Signore del quale desideriamo accogliere la visita. Questo Signore che desideriamo accogliere lo vogliamo anche abbracciare. Lo vogliamo abbracciare!

Se l’Avvento sarà questo cammino, allora, davvero, potremo vivere il Natale nella sua pienezza, nella sua autentica bellezza, perché il Natale sarà un rinnovato, più intenso, più profondo abbraccio con Colui che è l’amore della nostra vita, il nostro Salvatore, il segreto della nostra riuscita, il tutto di noi e per noi.

Iniziamo il nostro cammino sulla scia di quelle splendide parole: «Andiamo con gioia incontro al Signore». Iniziamo il nostro cammino nel desiderio e nella speranza che la nostra accoglienza di Lui possa divenire un abbraccio di amore che ci accompagna in ogni giorno della nostra vita.

Trascrizione da registrazione audio